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Nuova città di Reggiolo Stampa E-mail
Scritto da Adriano Grasso   
giovedì 05 marzo 2009
Autore schedaAntonio Agueci, jorida Hatibi, Giuseppe Todaro
ToponimoReggiolo
StatoITALY
Anno di progetto
Docente tutorprof. Paolo Ventura - Prof Damianos Damianakos
CollocazioneIndipendente
Sito{sito}
Idrografia
Tipologia funzionale
Abitanti30000
Superficie324 ha
Densità abitativa

INTRODUZIONE
“Una denominazione geografica o un toponimo sono sempre l’esito di secolari sedimentazioni storiche, sociali, culturali che, nel tempo, generano uno specifico sentimento del luogo. I moderni sistemi di comunicazione, le problematiche della globalizzazione, la crisi d’identità e la caduta dei valori, possono solo attenuare il significato di territorio, che ancora evoca l’intimità dell’abitare e insieme il senso di appartenenza di una comunità”.
Questa citazione è utile per chiarire al meglio quello che è il principio base di questo Laboratorio di Progettazione Urbanistica, che si propone di fornire strumenti teorici e pratici per l'analisi critica delle trasformazioni urbane passate e future.
E’ noto che la cartografia è la disciplina che studia e realizza la rappresentazione del pianeta, mentre una mappa esprime il modo in cui l’uomo si pone in relazione con la terra, rispecchiandone come strumento del diritto e del potere l’organizzazione sociale e politica. Nell’ambito di studio proposto dal Laboratorio, quindi, si intende riuscire ad ottenere conoscenze avanzate circa le principali metodologie di pianificazione urbanistica e cognizioni tecnico metodologiche per l'impostazione del piano e del progetto urbanistico.
Per riuscire nell’intento sono stati trattati diversi temi generali, come ad esempio le definizioni secondo diverse linee interpretative e angolazioni disciplinari, e alcune materie specialistiche come la geografia e l’economia urbana, la sociologia, la storia urbana. E’ stato poi fondamentale studiare la morfologia, l'organizzazione, la pianificazione dello sviluppo urbano contemporaneo. La geografia e l'economia dello spazio urbano, il sistema infrastrutturale, la produzione, la residenza, le attività commerciali, direzionali, di servizio.
Tutto ciò ci conduce a quello che è il tema centrale di questa esercitazione: il progetto di una città ex-novo da 30.000 abitanti. Nel nostro caso abbiamo scelto di riprogettare ed ampliare Reggiolo, un piccolo centro di circa 9.000 abitanti nel cuore della pianura padana, al confine fra le province di Reggio Emilia e Mantova, caratterizzata da un’importante presenza di stabilimenti del settore tessile. Per riuscire a triplicare il numero di abitanti ed ottenere una sorta di “città ideale”, pur mantenendo la predominante caratteristica industriale di questo centro, ci siamo dovuti ovviamente interrogare sui vari aspetti che compongono lo scenario del progetto urbano contemporaneo, come la qualificazione dello spazio pubblico, il progetto di unità urbanistiche, la specializzazione e lo zoning, le funzioni commerciali, l’animazione urbana e tutti gli altri aspetti che configurano l’organizzazione generale della città.
Dallo studio delle pre-esistenze nasce poi la valutazione delle sinergie e dei conflitti con il nuovo progetto. Questo aspetto evidenzia la fondamentale importanza delle più generiche relazioni tra la progettazione urbanistica e la tutela e la valorizzazione del paesaggio, delle strutture agrarie e degli insediamenti rurali tradizionali.
Nel quadro del tema del progetto urbano si sono svolti poi argomenti più specifici, come ad esempio il progetto contestualizzato di parti di città: la conservazione, il recupero e la riconversione dei quartieri storici, il progetto di quartieri residenziali autosufficienti, il progetto di nuovi insediamenti produttivi e di nuove infrastrutture, il progetto del verde urbano. Il nuovo aggregato urbano è stato ovviamente basato su un preliminare studio delle strutture della mobilità e della classificazione funzionale della viabilità urbana che, visti gli standard e i ritmi di vita del giorno d’oggi, costituiscono il basilare sistema su cui far scorrere la linfa vitale che unisce e dà vita alle città stesse, su cui far scorrere ogni sorta di prodotti industriali, commerciali e di tutto ciò che contribuisce ad aumentare il benessere della collettività, ma anche, e soprattutto, le persone.
Reggiolo è un comune di 9.076 abitanti della Provincia di Reggio Emilia.
Situato sulla direttrice del Brennero, ha la stazione ferroviaria sulla linea Modena- Verona ed il casello autostradale (Reggiolo-Rolo) sulla Modena-Brennero.
CENNI STORICI
“Una immensa, desolata e triste palude…”, così inizia il Paralupi la sua imponente e accurata Storia di Reggiolo.
La zona di Reggiolo fu certamente abitata fin dai tempi più antichi: lungo il ramo meridionale del Po, chiamato Po Morto, infatti, sono stati ritrovati reperti dell’età del Ferro e resti di insediamenti romani, nel luogo in cui sorse l’antico centro etrusco di Flexum. Nel VI secolo d.C. si verificò una grave inondazione, che rese completamente paludosa la regione compresa tra i fiumi Po e Secchia:
al termine di un lungo periodo di abbandono il territorio fu affidato a diversi monasteri, nella speranza di renderlo produttivo, prima dai Longobardi e successivamente dai re Franchi. Infine, dopo una prima bonifica, sorsero le corti di Pegognaga, Gonzaga, Luzzara, Cortenuova, Bondeno di Roncore e Bondeno degli Arduini.3
Reggiolo viene citato, per la prima volta, in un atto di acquisto datato 1044: in esso, Beatrice di Canossa si appropriò di sei corti tra cui, appunto, quella di Reggiolo, di campi e di boschi per un’estensione di 970 biolche.
Nel 1071 Matilde di Canossa donò queste terre al monastero di
Frassinoro e trascorse i suoi ultimi giorni nella vicina località di
Bondeno di Roncore.
Nel secolo successivo, il monastero di Frassinoro vendette alla città di Reggio un terreno posto nei pressi di Reggiolo, per l’edificazione di un nuovo castello, poco più a nord di quello esistente: la fortezza venne eretta nel 1215 e il piccolo centro, comprensivo anche di una chiesa e di un alloggio per alcuni monaci, divenne ben presto un importante avamposto contro il Comune di Mantova.
Il conflitto tra Reggio e Mantova si protrasse per molto tempo, fino a quando Obizzo d’Este concesse Suzzara, Reggiolo e Gonzaga al
nobile Gilberto Corradi di Gonzaga.
Il borgo divenne, così, un possedimento della famiglia mantovana e subì radicali modifiche urbanistiche, come la costruzione della rocca, nella quale fu ricavata la residenza dei Gonzaga, abbellita successivamente, alla metà del XV secolo, da Luca Fancelli.
Il ‘500 si rivelò come un lungo periodo di pace e si concluse con la bonifica voluta e realizzata da Cornelio Bentivoglio, conte di Gualtieri. Questa grande opera migliorò le condizioni ambientali in
modo considerevole, tanto che la popolazione arrivò a superare i tremila abitanti; le case vengono costruite (o ricostruite) in mattoni, le famiglie più ricche erigono alcuni palazzotti, si sistemano le vie. Le attività produttive si intensificarono e Reggiolo divenne un vivace centro commerciale.
Nel 1632 il paese passò sotto il dominio del Ducato di Guastalla, dopo un periodo di aspri conflitti, e vi rimase fino al 1748; successivamente, tutta questa area fu annessa al Ducato di Parma e
Piacenza.
Nel 1827 la rocca e il castello vennero affidati alla comunità
cittadina e alla metà del XIX secolo Reggiolo, Guastalla e Luzzara furono cedute dai signori di Parma al Duca di Modena, in cambio di alcune terre nella Lunigiana. La zona conobbe, così, anche la dominazione modenese, almeno fino al 1869, quando entrò a far parte dello Stato Italiano.
Nei decenni successivi il comune demolisce le mura esterne del castello, mentre provvede alla manutenzione della rocca che, nonostante i secoli, costituisce ancora oggi la caratteristica più rilevante del paese. Ora sono in corso opere di restauro che permetteranno la visita del “più completo complesso difensivo di origine medievale”4 giunto a noi, tra quelli appartenenti ai Gonzaga.
Il resto è in gran parte opera recente, poiché la cittadina ha avuto uno sviluppo economico consistente.
Sono ancora presenti due edifici di rilievo storico: il palazzo Sartoretti, ora di proprietà municipale, ed il bel teatro cittadino costruito nel ‘600, ristrutturato nella prima metà del secolo scorso.
Nel 1632 il paese passò sotto il dominio del Ducato di Guastalla, dopo un periodo di aspri conflitti, e vi rimase fino al 1748; successivamente, tutta questa area fu annessa al Ducato di Parma e
Piacenza.
Nel 1827 la rocca e il castello vennero affidati alla comunità cittadina e alla metà del XIX secolo Reggiolo, Guastalla e Luzzara furono cedute dai signori di Parma al Duca di Modena, in cambio di
alcune terre nella Lunigiana. La zona conobbe, così, anche la dominazione modenese, almeno fino al 1869, quando entrò a far parte dello Stato Italiano.
Nei decenni successivi il comune demolisce le mura esterne del
castello, mentre provvede alla manutenzione della rocca che, nonostante i secoli, costituisce ancora oggi la caratteristica più rilevante del paese. Ora sono in corso opere di restauro che permetteranno la visita del “più completo complesso difensivo di origine medievale”4 giunto a noi, tra quelli appartenenti ai Gonzaga.
Il resto è in gran parte opera recente, poiché la cittadina ha avuto uno sviluppo economico consistente. Sono ancora presenti due edifici di rilievo storico: il palazzo Sartoretti, ora di proprietà municipale, ed il bel teatro cittadino costruito nel ‘600, ristrutturato nella prima metà del secolo scorso.
Al limite dell’antico castello, il Teatro cittadino, bell’esempio di stile neoclassico ottocentesco, è uno dei migliori di tutta la zona; ha tre ordini di palco e, un tempo, era dotato di scenari del Piazza e di un bellissimo sipario del Martini, vandalicamente distrutto da un incendio.
Sul lato meridionale, Piazza Martiri è chiusa dalla mole scenografica dell’imponente settecentesco Palazzo Sartoretti, portato allo stato attuale all’inizio dell’Ottocento, con l’aggiunta del lato orientale che era rimasto incompiuto. È fornito di un magnifico piano mobile finemente decorato e di uno splendido salone per le feste. Il palazzo si apre su un vasto giardino interno, ribattezzato Parco Sartoretti.
Sul lato occidentale della rocca, circondata da un parco di discrete dimensioni e ancora in buono stato, Villa Fassati, iniziata nel 1761 e in seguito portata allo stato attuale dal 1825.
Sul lato orientale della rocca, invece, troviamo il municipio e Villa Facchini del ‘700, dotata di ampio giardino-parco con laghetto.
Data quindi la conformazione della nuova città in progetto, il nucleo che fino ad oggi costituiva il centro del paese si trasformerà in punto di accesso della nuova Reggiolo, costituendo una sorta di “biglietto da visita” della città.
Le ipotesi per la nuova città si basano principalmente sull’ idea di mantenere l’asse principale che collega la
Rocca con la stazione (l’odierna via Matteotti), di non cambiare l’andatura della ferrovia (nord- ovest) e dell’autostrada (nord-sud). Si evince dunque che l’attuale centro storico diventerà l’ingresso ovest della nuova città. La città si sviluppa ad ovest rispetto a quella attuale, ed è caratterizzata da 3 diversi tipi di impianti viari: radiale
per la zona residenziale, ortogonale con maglie strette per le attrezzature comuni e, infine, ortogonale con isolati più ampi per la zona industriale. L’impianto complessivo, comunque, è spezzato dall’asse curvilineo che collega la Rocca con la stazione. In centro si trova la piazza che viene affiancata dagli edifici pubblici e da due aree verdi destinate a parchi pubblici; questo nucleo è pensato come divisore dell’area residenziale da quelle con le altre funzioni. Le aree commerciali partono dalla stazione e si estendono sui lati delle sue strade mentre l’area industriale è stata pensata più lontana possibile dalla città divisa da essa da una striscia di verde che servirà come filtro.
La città viene circondata dalla tangenziale che servirà a evitare il traffico dentro la città e a collegarla con le altre direzioni. Una striscia di verde allontanerà la tangenziale dall’area residenziale e servirà come filtro ai rumori stradali e allo smog.

Bibliografia

- R. Paralupi, Storia di Reggiolo nell’Emilia, Reggio E. 1930
- F. CANOVA, “Reggiolo, la storia”, a cura dell’Amm. Com., Reggiolo, 1977
- AA. VV., “La Piazza”, Touring Club Italiano, Milano, 1983
- “Nuovo dizionario italiano Garzanti”, 2a ed., Garzanti edizioni, Milano, 1984
- E. BALASINI, F. CANOVA, “La moneta nella storia di Reggiolo”,Circolo culturale Polaris,
Reggiolo, 1994
- C. PARMIGIANI, “La bonifica dell’Agro Mantovano-Reggiano”, Mantova, 1994
- AA.VV. “Comune di Reggiolo”, ed. Gruppo Media, Reggio Emilia, 1996
- F. CANOVA, “Le corti reggiolesi dai Gonzaga al sec. XX”, Circolo culturale Polaris, Reggiolo,
1996
- AA.VV. “Vivi la città”, a cura dell’Amm. Com., Reggiolo, 1996-1997
- G. BAGNOLI, “Album Reggiano”, Collezioni Reggiane, Ferrara, 2000
- F. CANOVA, “Reggiolo e l’Oltrepò nelle antiche mappe”, Reggiolo, 2004
- D. DONADIO, “Immagini e memoria”, ed. La Clessidra, Reggiolo, 2007
- Sito internet www.wikipedia.org
- Sito internet www.comune.reggiolo.it

Tav1. Stato di fatto e progetto 1:25000
Tav2. Progetto del sistema stradale 1:10000
Tav3. Progetto del verde 1:10000
Tav4. Destinazione d'uso degli edifici 1:5000
Tav5. Progetto quartiere tipo 1:2000
Tav6. Studio della piazza e delle volumetrie
RELAZIONE
Ultimo aggiornamento ( martedì 29 novembre 2011 )
 
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