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Villaggio Olimpico, Roma Stampa E-mail
Scritto da maristella medici   
giovedì 29 maggio 2008
Autore scheda
ProgettistaVittorio Cafiero, Adalberto Libera, Amedeo Luccichenti, Vincenzo Monaco, Luigi Moretti
Anno di Progettazione1957
Anno di Realizzazione1958-1960
PaeseITALY
Committenza/Soggetti promotoriComune di Roma, CIO, CONI, INCIS (Istituto Nazionale per le Case degli Impiegati dello Stato)
Strumenti urbanisticoVariante generale del 1925-26, Piano regolatore del 1931
Dati quantitativi
Popolazione insediata10000 abitanti
Superficie territoriale (St) mq
Superficie o volume utile edificati (Su)582568 mq o mc
Superficie fondiaria (Sf) mq
Superficie coperta residenziale (Scr)70000 mq
Superficie delle strade120000 mq
Superficie dei parcheggi pubblici30000 mq
Superficie dei servizi pubblici600 mq
Superficie del verde pubblico attrezzato160000 mq
Numero alloggi (reali o presunti)
Superficie delle attivita commerciali600 mq
Superficie delle attivita direzionali mq
Superficie delle attivita ricettive mq
Superficie delle attivita artigianali e industriali mq
Densità abitativa
Descrizione sintetica generale
Il 16 giugno 1955 i membri del CIO  riuniti a Parigi assegnarono la XVII Olimpiade a Roma. Oltre a costruire adeguati impianti sportivi, nel 1960 si doveva dare ospitalità a circa 8000 persone , tra atleti, accompagnatori e giornalisti. Compiuti i necessari studi preliminari e tenuto conto dell’autorevole parere del ministero dei Lavori Pubblici, Giuseppe Togni, si optò per un’area in posizione non periferica: Campo Parioli, vicino agli impianti del Foro Italico e dell’Acqua Acetosa. Con questa decisione si potevano soddisfare tre urgenti necessità della capitale: offrire ospitalità agli atleti della XVII Olimpiade, realizzare un imponente complesso residenziale per il ceto medio, bonificare una zona dove centinaia di famiglie vivevano in condizioni disagiate. La realizzazione romana, non si fonda sul carattere contingente dei giochi, ma deve restare come solido patrimonio urbanistico della Città. Tutta l’opera costerà 8 miliardi e la futura “Città dei 10 mila”  (così sarà ribattezzato il Villaggio Olimpico) continuerà e vivere come zona residenziale.Dopo la cessione dell’area, di proprietà comunale, si procedette allo sbaraccamento delle fatiscenti costruzioni sorte abusivamente e alla demolizione di ciò che restava dell’ippodromo dei Parioli. Poco distante, anche lo stadio Torino veniva abbattuto e sostituito da un impianto più moderno e funzionale, lo Stadio Flaminio (progettisti: Pier Luigi e Antonio Nervi). Le attrezzature sportive nella zona furono completate con il Palazzetto dello Sport (Annibale Vitellozzi e Pier Luigi Nervi), accanto al quale sorse il Palazzetto delle Federazioni Sportive (Pasquale Carbonara). La cerimonia per la posa della prima pietra del Villaggio Olimpico si svolse il 10 maggio del ’58, alla presenza del ministro Togni, il sindaco Cioccetti, del presidente dell’INCIS e del vicepresidente del CONI. I lavori ebbero inizio in ottobre, completato lo sgombero del Campo Parioli. Furono divisi in cinque lotti, ognuno dei quali raggruppava fabbricati contigui e con caratteristiche simili, ed eseguiti da 35 imprese. I progettisti previdero, su una superficie complessiva di 35 ettari palazzine da due a 5 piani di tipo modernissimo circondate da zone verdi. Oltre a moltissimi arbusti e cespugli (circa 8000) nel Villaggio furono impiantati 800 alberi ad alto fusto. Si è rispettato al massimo l’ambiente naturale, anzi si è fatto del verde l’elemento più importante del progetto. Con un sapiente gioco di volume sono disposti in maniera tale da lasciare libera la visuale sia verso la collina di Villa Glori che verso le sponde del Tevere, armonizzandosi con il paesaggio. Le diverse soluzioni architettoniche sono fortemente unificate dalla scelta di alcuni elementi comuni: oltre ai pilotis, i marcapiani in cemento, le finestre a nastro verniciate di bianco e la cortina di rivestimento di un color giallo dorato. All’epoca dei Giochi i soli edifici pubblici non provvisori del quartiere erano la scuola (preesistente) e il mercato coperto a pianta esagonale. Venne destinata a parcheggio la vasta area risultante dalla demolizione dell’ippodromo di Villa Glori e del cinodromo della Rondinella, sulla destra del viale de Coubertin. Qui sorge l’auditorium di Renzo Piano. “Si può lecitamente affermare –scriveva Ettore Della Riccia- che, in Roma, è questo il primo caso di edilizia sovvenzionata in cui non solo si è raggiunta una unità architettonica concettuale e formale, ma si è anche realizzata una coesione completa tra architettura e disposizione urbanistica”. Il Villaggio Olimpico rappresenta ancora oggi un dignitoso esempio di zona residenziale cittadina a livello europeo. È senza dubbio uno dei migliori quartieri di iniziativa pubblica realizzati a Roma, certamente il primo in cui siano stati applicati con coerenza i principi dell’urbanistica del Movimento Moderno. Gli anni sembrano confermare la bontà di quella scelta.Il Villaggio fu consegnato al CONI il 4 giugno del 1960.
Bibliografia
LIVIO TOSCHI, Roma ,dalla città sportiva al Villaggio Olimpico, in “EDILIZIA POPOLARE”, n. 269/270, 2001. www.comune.roma.it
Qualita' progettuale - componenti del progetto urbanistico
Urbanistica
L’area è situata tra il Tevere, la via Flaminia, le pendici di Villa Glori e dei Parioli. L’area è stata oggetto di un grande studio di volumi residenziali, circondata per via della sua iniziale funzione, da strutture sportive tra cui: lo Stadio Flaminio, il Palazzetto dello Sport, il Palazzo delle Federazioni Sportive e un’altra modernissima attrezzatura pubblica di interesse collettivo come la Città della Musica di Renzo Piano. L’area è un perfetto esempio di zona residenziale dotata cioè di un sistema di strade che distribuiscono le residenze; inoltre si alternano dotazioni di parcheggi e aree verdi (fondamento del progetto). I progettisti previdero infatti, su una superficie di circa 35 ettari, palazzine da 2 a 5 piani, circondate da zone verdi di pini, lecci e allori, sollevate da terra su pilotis, per lasciare completamente libero e tutto percorribile il piano terreno destinato ad ampi spazi ombrosi per il riposo, a comunicazioni pedonali, e allo scopo di permettere l’inserimento continuo di prati e di verde tra le palazzine.
Edilizia
Ad ovest del viadotto, parallele a viale Tiziano, abbiamo: 5 case di 2 piani a pianta quadrata, con scala centrale e 4 alloggi per piano; 2 case in linea di 5 piani con piccoli appartamenti e chiostrine centrali, con 11 scale e altrettanti ascensori che suddividono le costruzioni in varie unità separate di 15 appartamenti ciascuna; 4 case in linea di 4 piani dalla pianta leggermente articolata, 3 con 8 scale più una con 9 scale che servono 8 appartamenti ciascuna. Ad est del viadotto abbiamo: 4 case in linea di 4 piani disposte a formare una corte quadrata, con 16 scale che servono 8 appartamenti ciascuna; 11 case in linea di 3 piani, con 57 scale che servono 6 appartamenti ciascuna; 39 case di 2 piani con pianta a croce, a scala centrale e 4 alloggi per piano (si tratta dei due gruppi di “crocette” alle pendici di Villa Glori). Per un totale di 33 unità, composte da 143 edifici.
Infrastrutture
Risultò necessario definire il disegno di un nuovo asse di scorrimento veloce che collegasse, attraverso l’inutilizzato ponte Flaminio, la Cassia e la Flaminia con viale Tiziano e viale Parioli, al centro di Roma. Questo viadotto lungo circa un chilometro (progetto strutturale di Pier Luigi Nervi) prende il nome di Corso Francia. L’esistenza del terrapieno sul quale correva il Corso Francia costituiva un’inammissibile frattura tra il settore orientale e quello occidentale del comprensorio, compromettendone la continuità; di qui l’idea del viadotto su pilastri, che svincola completamente il quartiere sottostante dal traffico di transito è ne salva l’organicità, anche perché la sua caratteristica di nastro stradale aereo su pilastri trova una eco immediata nei prossimi edifici poggianti su pilotis.
(figura 2) Planivolumetrico (edifici effettivamente costruiti)
(figura 3) Edifici in linea che mettono in risalto la composizione su pilotis
(figura 4) Edifici in linea con l’elemento caratteristico dei torrini sulle terrazze di copertura
Ultimo aggiornamento ( giovedì 06 marzo 2014 )
 
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