A Milano l’iniziativa dell’Ina - casa costituisce i capisaldi per una crescita urbana incomparabile con le precedenti. Incomparabile non tanto per l’estensione e la quantità di abitanti insediati quanto per l’ampiezza e la complessa relazione tra le parti che andranno a costituire l’odierna metropoli. Non vi è in quel periodo un quadro normativo adeguato per affrontare la nuova scala dei problemi urbani. Il prg ed altri strumenti normativi (salvo far appello ad un generale decentramento funzionale) non risultano incisivi.
Gli architetti di matrice razionalista non trovano occasioni di concreta ricerca progettuale se non nel quartiere autosufficiente. In questo quadro il quartiere Ina - casa Harrar in via Dessiè occupa un posto di spicco. Figini, Pollini e Ponti che hanno avuto l’incarico nel 1951 si pongono in polemica contro la decisione di esiliarlo rispetto alla città consolidata. “Non è da considerarsi un satellite ma come un nuovo quartiere urbano a contatto del quale si verranno saturando le altre aree adiacenti” è scritto nella relazione illustrativa. L’edificazione viene concentrata in pochi edifici multi piano al fine di liberare suolo,vengono realizzati percorsi pedonali e le vie di grande traffico allontanate dagli spazi di vita. Attorno a questi edifici vengono realizzate delle insulare di case unifamiliari a schiera; grande importanza viene attribuita al soleggiamento e all’aerazione degli alloggi. Si tratta di complessi “basati sulla libertà compositiva svincolata da schemi geometrici troppo rigidi, o meccanicamente ripetuti, degli elementi-tipo”. Al centro verde e servizi ed un percorso pedonale un “asse vitale del quartiere”, che collega la fermata del tram con il centro di vita dell’insediamento (caffè - bar,negozi,cinema,ambulatorio). Il quartiere è caratterizzato da una dialettica tipologica tra edifici in linea pluripiano e case unifamiliari a bassa densità, noti rispettivamente come “grattacieli orizzontali” e “insulae” . Questi edifici alti cinque o sei piani sono disposti ortogonalmente a coppie di due delimitando così una serie di “insulae” di case unifamiliari a schiera attorno ad un’area centrale. I due differenti modelli insediativi innescano un rapporto antitetico, con una duplice opposizione tra il carattere monolitico delle grandi “lame” e la molteplicità delle piccole abitazioni, tra spazio “esploso” delle prime - esperibile attraverso vedute incanalate e fondali prospettici - e spazio intercluso delle seconde - proprio della tessitura a tappeto.
All’interno del piano predisposto da Figini,Pollini e Ponti,i singoli edifici vengono realizzati da esponenti di spicco del razionalismo milanese quali Bottoni, Chessa, Tevarotto, Tedeschi, Reggio, Rosselli e Varisco.
Rispetto alla disposizione a pettine, consueta in molti quartieri razionalisti, i progettisti studiano un’organizzazione dello spazio tesa ad una maggiore dinamicità: i tipi in linea, ad eccezione degli edifici di Bottoni, Morini e Villa, sono disposti parallelamente e ortogonalmente a via Dessiè, assunta come matrice geometrica di riferimento, in modo da ottenere una figura a “turbina” imperniata su un asse vitale costituito da un percorso pedonale parallelo alla stessa via Dessiè; questo tracciato è destinato a collegare la fermata della linea tramviaria con il centro di aggregazione del quartiere in cui si trovano negozi e servizi pubblici. La struttura a turbina degli insediamenti è riferibile ad alcuni schemi di Le Corbusier.
Il quartiere grazie alla negazione dell’idea di città satellite ha contribuito con la sua presenza alla strutturazione della crescita della città nel quartiere S. Siro.
- P. Di Biagi, “ La grande ricostruzione: il piano INA - Casa e l’ Italia degli anni ‘50”,Donzelli editore
Sitografia
- http://www.books.google.it
- http://www.skyscrapercity.com
- http://www.image.google.it
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- http://www.googleearth.com
L’edificazione viene concentrata in pochi edifici multipiano per consentire la costruzione di aree verdi -Aree verdi disposte in modo separare le abitazioni dalle vie trafficate periferiche al quartiere-La composizione a “turbina” si poggia sul cospetto “asse vitale del quartiere” un percorso pedonale parallelo a via Dessiè;sul percorso pedonale si apre la grande area verde centrale
Case a schiera a due piani, case plurifamiliari a cinque o sei piani, edifici a ballatoio, disposti ortogonalmente a coppie – scuola elementare, asilo, attrezzature sportive,centro sociale,negozi primari e secondari, cinema,ambulatori
Integrazione con i mezzi pubblici di spostamento,quartiere non più satellite ma nuovo quartiere urbano integrato –Circolazione automobilistica allontanata da ampie aree a parco – Percorsi pedonali che consentono la mobilità all’interno del quartiere e il collegamento con la fermate del tram