La città socialista in Polonia: l'utopia di Nowa Huta |
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Scritto da Damianos Damianakos
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martedì 04 agosto 2015 |
Autore | Dalila Cuoghi |
Relatore | Prof. Paolo Ventura |
Correlatore | |
Università | Università degli studi di Parma |
Data di discussione | 2014-12-12 |
Anno Accademico | 2013/2014 |
Luogo | Nowa Huta |
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INTRODUZIONE [Estratto]
Questa ricerca nasce dalla volontà di comprendere i meccanismi politici, economici, sociali e culturali che furono alla base della fondazione della città nuova di Nowa Huta in Polonia: un’utopia concreta di città socialista per 100.000 abitanti, edificata tra il 1949 e il 1956 nei pressi di Cracovia. Nel Dopoguerra la Polonia si trovò costretta ad affrontare una duplice sfida; da una parte la ricostruzione materiale delle città e dall’altra il ripristino di un economia nazionale, entrambe completamente distrutte dall’ultima guerra mondiale. Dal punto di vista politico ed economico, la nazione polacca apparteneva a quella cerchia di altri Stati europei del cosiddetto blocco orientale che subirono fino al 1989 l’influenza dell’Unione Sovietica. La Polonia, al fine di rilanciare la ricostruzione del paese, decise di seguire l’esempio della Russia post-rivoluzionaria puntando su una politica di rivitalizzazione economica nel campo dell’industria siderurgica. All’interno dell’ambizioso progetto sopraindicato, si decise di adottare un modello urbano già sperimentato in Unione Sovietica, che conciliasse la presenza di un insediamento produttivo con uno residenziale destinato ad ospitare gli alloggi per i lavoratori e le rispettive famiglie, il cosiddetto modello della città Kombinat. La fondazione di città nuove servì come strumento alla pianificazione territoriale per assicurare una migliore ripartizione delle attività produttive. Dal punto di vista sociale alla base del progetto urbano di Nowa Huta risiedeva l’idea di realizzare un’ “isola felice” per i lavoratori dell’impianto industriale. Il fine ultimo della pianificazione della città era quello di instaurare una nuova società che attraverso l’applicazione di modelli egualitari potesse plasmare uno nuovo stile di vita e di conseguenza anche un “uomo nuovo” secondo le direttive imposte dall’ideologia comunista. Il giovane gruppo di architetti, ingegneri e urbanisti che si trovò dinnanzi al problema di costruire una città ex-novo, senza nessun riferimento ad un contesto urbano preesistente che potesse rappresentare un punto di partenza nella progettazione, ricercarono la dimensione fisica e concreta del benessere individuale e collettivo nel modello compositivo urbano della neighbourhood unit o unità di vicinato, la cui teoria fu elaborata negli Stati Uniti a partire dagli anni Venti del XX secolo. Questa tesi non tratta solo la questione della pianificazione urbana di Nowa Huta ma indaga anche il concetto di utopia riferito alla pianificazione urbanistica della città, dall’antichità al Movimento Moderno, e le dinamiche che hanno interessato la costruzione della città sovietica in U.R.S.S., dalla Rivoluzione agli anni Venti del XX secolo.
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Tipologia tesi | Tutela centri storici |
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Ultimo aggiornamento ( martedì 05 luglio 2016 )
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