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Schede Lab. B
LINKÖPING Quartiere HSB Stampa E-mail
Scritto da jonathan   
domenica 20 luglio 2008
Autore schedaJonathan
ProgettistaArken Arkitekter AB
Anno di Progettazione1986
Anno di Realizzazione1993
PaeseSWEDEN
Committenza/Soggetti promotoricomune di linkӧping
Strumenti urbanisticopiano regolatore
Dati quantitativi
Popolazione insediata1000 circa abitanti
Superficie territoriale (St) mq
Superficie o volume utile edificati (Su) mq o mc
Superficie fondiaria (Sf) mq
Superficie coperta residenziale (Scr) mq
Superficie delle strade mq
Superficie dei parcheggi pubblici mq
Superficie dei servizi pubblici mq
Superficie del verde pubblico attrezzato mq
Numero alloggi (reali o presunti)
Superficie delle attivita commerciali mq
Superficie delle attivita direzionali mq
Superficie delle attivita ricettive mq
Superficie delle attivita artigianali e industriali mq
Densità abitativa
Descrizione sintetica generale

Con il congedo del reggimento T1 di likӧping, scomparve in questo comune una fonte di lavoro e un centro di formazione per le giovani reclute. Una considerevole area urbana, a due passi dal centro del comune, si spopolò di ogni attività. Le vaste aree aperte, i bellissimi pini secolari, alcune stalle verniciate di rosso e solidi edifici di mattoni come la caserma e la cancelleria, rimasero abbandonate per anni.
Su iniziativa delle due maggiori cooperative per l’ abitazione, HSB e Ryksbyggen, insieme al comune di linkӧping, fu bandito un concorso nel 1986, richiedendo la partecipazione dei maggiori studi di architettura, per trasformare la vecchia area militare in un centro residenziale.
Sin dall’inizio l’idea guida era quella di integrare i nuovi edifici con le caserme e la cancelleria esistenti, collegando i nuovi quartieri con il centro cittadino. L’area T1 si estende per 28 ettari e a conclusione del progetto avrebbe potuto ospitare tranquillamente 1200-1300 appartamenti.
Arken Arkitekter di Stoccolma venne invitata a partecipare, risultò uno dei vincitori e ottenne l’incarico da HSB di proseguire nei lavori, sia partecipando alla commissione del comune per il nuovo piano regolatore sia nella progettazione di tre quartieri HSB, per un totale di 340 appartamenti.
Questi quartieri integrano edifici di più piani e villette monofamiliari ad uno o due piani. Anche queste sono costruzioni condominiali appartenenti ad una cooperativa di quartiere.
Il progetto Arken è caratterizzato anche da un’integrazione a lungo termine della disponibilità di servizi comunali e prevede alcuni asili, un paio di appartamenti di maggiori dimensioni per bambini portatori di handicap, una scuola elementare e media con attività di doposcuola e per il tempo libero e un centro di riferimento per gli abitanti rappresentato da un’ edificio polivalente.
Questo edificio vuole richiamare i vecchi sentimenti di “appartenenza al paese”, con gli abitanti che trovano sentimenti di vicinato e amicizia nel proprio quartiere. L’edificio prevede un ristorante, una palestra, un’ officina per le attività artigianali, un centro per l’assistenza agli anziani con abitazioni di servizio, il tutto raccolto sotto un unico tetto.
Le case sono disegnate per sottolineare la crescita successiva e naturale della città. Un carattere spiccato per ogni gruppo di edifici, con altezze e posizione delle finestre diverse, mattoni delle facciate di colori in tonalità differenti, anche rispetto agli edifici esistenti. Dall’esterno questi edifici con l’utilizzo di mattoni cercano di richiamare il tema della fortezza, richiamo sicuramente voluto dall’ architetto inglese Mike Linnett, responsabile di questo progetto dell’Arken.
Le entrate di “servizio” nascoste nei portoni più maestosi, sono l’accesso ai cortili interni caratterizzati da piste ciclabili e pedonabili, giardinetti semi-privati, aree giochi e di riposo, sentieri,
inattesi gruppi di rimesse esterne, per giungere infine alle aree private connesse agli appartamenti del piano terra.
Si è voluto salvare tutti gli alberi, specialmente i pini ed in alcuni casi le case sono state progettate in funzione di questi elementi viventi del nuovo centro residenziale. Sono lì per il piacere degli abitanti, ma anche per simboleggiare un qualcosa da rispettare e di cui avere cura per il futuro.

 

Bibliografia
Edilizia Popolare n. 230
Qualita' progettuale - componenti del progetto urbanistico
Urbanistica



L’idea progettuale che si definisce fin dai primi progetti e quella dell’integrazione dei nuovi edifici con preesistenze ben precise come le caserme e la cancelleria, collegando inoltre i nuovi quartieri cittadini.


L’area si estende per 28 ettari che nel momento della stesura del progetto avrebbero potuto ospitare fino a 1300 appartamenti.


Le case sono state progettate e realizzate in maniera tale da sottolineare una crescita successiva e naturale della città.


Edilizia



Le soluzioni adottate per gli appartamenti di maggiori dimensioni nei diversi edifici si basano su un ingresso o un guardaroba di generose dimensioni, visualmente connesso alla cucina e al soggiorno, attraverso porte o vetrate.


Le cucine e i soggiorni sono di solito soluzioni aperte, meno private, che permettono di spaziare con lo sguardo in tutta l’abitazione, mentre le camere da letto e il bagno sono una zona veramente privatizzata. Tutti gli appartamenti senza giardinetto hanno un balcone di 1800x3000 con ringhiera in legno verniciata.


I parcheggi sono generalmente costruiti a livello cantina sotto gli edifici. Le strutture, le travature e i solai dei sistemi modulari sono in cemento armato gettato in opera. Le pareti esterne sono costruite con elementi alleggeriti. Le facciate sono rivestite in mattoni con elementi di legno. Le coperture sono realizzate con tegole di cemento colorate


Infrastrutture



Il quartiere non presenta infrastrutture per la viabilità di particolare interesse si tratta per la maggior parte di strade a carreggiata unica per lo più a 2 o 4 corsie.


Ultimo aggiornamento ( giovedì 06 marzo 2014 )
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Giuncoli,Isolotto Legnaia, Firenze Stampa E-mail
Scritto da beatrice   
domenica 20 luglio 2008
Autore schedaBeatrice
ProgettistaArch. Riccardo Roda
Anno di ProgettazioneArch. Riccardo Roda
Anno di RealizzazioneIn corso
PaeseITALY
Committenza/Soggetti promotoriCASA spa (lotti 1-2 PUC, lotto 1 PUE)Affitto Firenze spa (lotto 2 PUE)Costruzioni Spagnoli (lotto3 PUE)
Strumenti urbanisticoPUC 2007/08 PUE 2005/06
Dati quantitativi
Popolazione insediataPUC 2007/08 PUE 2005/06 abitanti
Superficie territoriale (St) mq
Superficie o volume utile edificati (Su)10.210 mq mq o mc
Superficie fondiaria (Sf)6.983 mq mq
Superficie coperta residenziale (Scr) mq
Superficie delle strade mq
Superficie dei parcheggi pubblici mq
Superficie dei servizi pubblici7.200 mq
Superficie del verde pubblico attrezzato mq
Numero alloggi (reali o presunti)
Superficie delle attivita commerciali mq
Superficie delle attivita direzionali mq
Superficie delle attivita ricettive mq
Superficie delle attivita artigianali e industriali mq
Densità abitativa
Descrizione sintetica generale

Il contesto urbano in cui è inserita l'area Giuncoli è costituito dal quartiere “Isolotto Legnaia”, alla periferia sud-occidentale di Firenze, che anticamente ospitava case rurali ed ebbe uno sviluppo già nei primi anni del XIX secolo, per l'insediamento di industrie, oggi chiuse. Il quartiere dell'Isolotto, denominato anche "nuova unità residenziale di Palazzo dei Diavoli", fu programmato nel secondo semestre del 1950 realizzato nell'ambito del primo piano settennale della gestione Ina-casa( piano di intervento dello stato per realizzare edilizia pubblica su tutto il territorio italiano nell'immediato secondo dopoguerra). Il quartiere oggi si presenta autosufficiente per le attività e i bisogni quotidiani, dotato di infrastrutture viarie (esistenti e in via di realizzazione) che favoriscono i collegamenti con il centro e con gli altri poli dell’area metropolitana. In questa fase sta assumendo la fisionomia propria di una “porzione di città”, assai diversa dalla condizione di isolamento e disordine urbano in cui si trovava anni fa e in cui versano attualmente altri quartieri periferici fiorentini. Tuttavia il processo graduale di riqualificazione del quartiere deve ancora misurarsi da un lato con la necessità di un ulteriore aumento dei livelli di coesione sociale, dall’altro con la presenza di vuoti urbani che segnano in negativo il tessuto edilizio. Il complesso residenziale dell'Isolotto costituisce ancora oggi un esempio tra i quartieri di edilizia pubblica a Firenze. Esso riflette, infatti, tutte le caratteristiche di un progetto urbanistico completo alla scala di quartiere. Il tracciato planimetrico sul quale sorge il quartiere dell'Isolotto si presta, per i suoi caratteri unitari, a una lettura coerente dalla quale è possibile estrapolare i motivi conduttori che controllano tutta l'idea progettuale.
Le costanti che ricorrono nell'organizzazione dello spazio sono riconducibili ad alcuni schemi di base come la separazione dei percorsi carrabili, l'uso di una viabilità distributiva capillare, la differenziazione del verde, l'utilizzo di tipologie estremamente diversificate, ma comunque abbastanza basse e disposte estensivamente.
Nel programma di realizzazione e riqualificazione urbana della periferia di Firenze (“Quartiere Giuncoli”),e precisamente nell'area residua contigua a via Canova, attualmente in fase di cantierizzazione, sono state sperimentate soluzioni avanzate in grado di aumentare le prestazioni energetiche degli edifici e i livelli di comfort naturale. Ruolo importante rivestono le scelte relative all’involucro: aumento degli spessori e dell’inerzia termica, stratificazione delle chiusure esterne, controllo delle aperture e sistemi di schermatura esterna concorrono in modo sinergico a limitare fortemente i consumi energetici invernale, e ad aumentare il comfort naturale estivo. Il quartiere è caratterizzato dalla riqualificazione di un’area periferica residua e dalla contestuale realizzazione di un insediamento di 124 alloggi di edilizia sociale, spazi commerciali, centri sociali, verde attrezzato, parcheggi e opere di compensazione idraulica.
Il progetto mira a garantire livelli prestazionali equivalenti alla classe “A” (30 kw/mq/anno), attraverso una razionalizzazione dell’intero processo costruttivo e la semplificazione delle soluzioni progettuali, in modo da compensare gli extra-costi con equivalenti risparmi. Cento alloggi sono di edilizia sovvenzionata e agevolata destinata alla locazione permanente, e di conseguenza devono confrontarsi con vincoli normativi ed economici assai severi, senza alcun finanziamento specifico per il risparmio energetico. Il progetto si è concentrato sia sulla scala urbana che edilizia,a scala urbana sono stati adottati criteri bioclimatici, ottimizzando l’assetto insediativo e sfruttando in modo gratuito le potenzialità del clima, del sole, del vento; a scala edilizia si è puntato a realizzare elevati livelli di risparmio energetico e di comfort estivo. Il miglioramento del comfort estivo si basa sul potenziamento delle prestazioni dell'involucro e sull'adozione di schermature fisse per attenuare il surriscaldamento nelle ore diurne dei mesi estivi. Viene sperimentata negli edifici a torre l'adozione di torri di ventilazione in grado di assicurare un netto miglioramento delle condizioni di comfort interno agli alloggi.
L'obiettivo principale del Programma Giuncoli è stato quello di elevare la qualità insediativa attraverso la riqualificazione del tessuto urbano residuale e la creazione di una pluralità di funzioni integrate al quartiere; aumentare la presenza dei servizi pubblici sotto il profilo qualitativo e quantitativo; rispondere all’emergenza abitativa del Comune di Firenze tramite la realizzazione di nuovi alloggi per fasce sociali differenziate, con particolare attenzione verso gli interventi edilizia sovvenzionata ed agevolata per favorire le categorie economiche medio-basse. Caratteristica peculiare del quartiere Giuncoli oltre all’aspetto sociale, consiste nella creazione insediamento a basso impatto energetico, che massimizza i sistemi passivi di contenimento dell’energia, implementati con soluzioni impiantistiche avanzate integrate da solare termico, fotovoltaico e sistemi di ventilazione naturale. Grazie alle soluzioni previste, infatti, i progetti edilizi contenuti all’interno del programma sono risultati vincitori del bando regionale D.E.A. (Distretti Energetici Abitativi) 2007, che finanzia la costruzione di edifici ad elevata efficienza energetica. Il progetto, sia a livello urbano che edilizio, mira a definire livelli di risparmio energetico e di comfort abitativo assai più elevati rispetto ai minimi di legge. Le soluzioni adottate rispettano gli specifici vincoli normativi ed economici dell’edilizia residenziale pubblica e sociale, puntando a contenere al massimo i costi di costruzione e, in parallelo, garantire prestazioni elevate nel tempo. Il progetto quindi privilegia soluzioni affidabili, a costo contenuto, con ottimale rapporto costo/beneficio e con elevate prestazioni in termini di durabilità e manutenibilità. L’obiettivo globale, infatti, è quello di proporre edifici in grado di superare le prestazioni minime previste dal vigente D.M. n°311/2006, garantendo consumi di energia primaria per il riscaldamento inferiori a 30 kwh/mq anno, come da “Classe Energetica A” proposta da CasaClima di Bolzano. Gli organismi edilizi, grazie ad un’accurata combinazione di soluzioni relative all’involucro edilizio, ai sistemi di schermatura solare ed al sistema impiantistico, garantiscono prestazioni intorno ai 24 kwh/mq anno. La progettazione ha operato su due livelli distinti , a livello urbano adottando criteri per ottimizzare l’organizzazione planimetrica, sfruttando in modo gratuito le potenzialità del sole e del vento; a livello edilizio, puntando a realizzare elevati livelli di risparmio energetico, fino ai limiti di compatibilità economica e gestionale dell’edilizia residenziale pubblica
A livello urbano le operazioni progettuali sono state:
• Organizzazione dell’edificato funzionale alla ottimizzazione del soleggiamento e della ventilazione naturale;
• Protezione dai venti invernali e permeabilità alle brezze estive;
• Creazione di un grande spazio centrale con aree verdi laterali, per migliorare il comfort ambientale;
• Ottimizzazione dell’illuminazione naturale;
• Controllo dell’apporto energetico da soleggiamento estivo.
A livello edilizio:
• Involucro edilizio con elevate prestazioni:
- chiusure esterne a forte inerzia termica,
- elevati spessori di isolamento,
- eliminazione dei ponti termici,
- infissi tripli;
• Impianto centralizzato a condensazione, alimentato a metano, con distribuzione a pannelli radianti a bassa temperatura;
• Pannelli per la produzione di acqua calda sanitaria e integrazione riscaldamento;
• Pannelli fotovoltaici per fabbisogno elettrico condominiale
• Schermature dei fronti esposti a Sud ed Ovest tramite sistema di brise-soleil per combattere il surriscaldamento estivo;
• Torri di ventilazione naturale;
• Pareti esterne chiare per aumentare l’albedo;
• Materiali da costruzione ecologici e riciclati;
• Tinteggiature e pavimentazioni esterne fotocatalitiche;
• Utilizzo razionale delle risorse idriche (recupero acque meteoriche per usi condominiali, scarichi a cacciata ridotta, getti regolati, ecc.).

 

Bibliografia
E. Lucchi, “Low Energy: il caso estivo”, in Modulo 340/08 Milano-Bema Editrice, n. 340 pp 392-397
http://www.eos consulting.it/immagini
Qualita' progettuale - componenti del progetto urbanistico
Urbanistica



La progettazione prevede una configurazione spaziale generatrice di una vera e propria quinta urbana che si apre su via Canova e inquadra l’intero spazio pubblico. Attraverso la realizzazione di 5 corpi edilizi,si viene a creare un ampio spazio centrale rivolto al quartiere, che contiene attrezzature collettive, residenze di vario genere, servizi pubblici e privati, aree verdi e spazi esterni di relazione. Sono previsti due centri di quartiere e un ampio spazio adibito ad attività commerciali; il fulcro principale dell’impianto progettuale è il percorso centrale pedonale che collega via Canova all’edificio in linea, connettendo tra loro i corpi edilizi, le aree verdi e una piazza pubblica. L'organizzazione planimetrica è funzionale al soleggiamento e alla ventilazione naturale in cui gli spazi verdi svolgono un ruolo fondamentale per il miglioramento del comfort ambientale.



Edilizia



L'area presenta 5 corpi edilizi, di cui 4 edifici con tipologia a torre posti sui lati,e un edificio in linea che funge da fondale, per un totale complessivo di 124 alloggi.


Infrastrutture



Accanto al percorso centrale pedonale si affianca un porticato scoperto, generatore degli spazi esterni di pertinenza, che collega le tre torri poste sul lato est. La viabilità carrabile è invece posta sui lati esterni del sistema edilizio, in modo da rendere esclusivamente pedonale il grande spazio centrale.


Il quartiere è inoltre dotato di infrastrutture moderne, tra le quali la nuova tramvia fiorentina, molti centri commerciali e comunicazioni tramviarie e autostradali in qunto si accede al casello dell'autostrada di Scandicci.


Ultimo aggiornamento ( giovedì 06 marzo 2014 )
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Quartiere Coopedil Stampa E-mail
Scritto da Nicolò   
domenica 20 luglio 2008
Autore schedaNicolò
ProgettistaArch. Claudio Campodonico, arch Daniele Girolimetti, (collabotore).
Anno di Progettazione1987
Anno di Realizzazione1997
PaeseITALY
Committenza/Soggetti promotoriCoopedil srl e Cooperativa Edilizia Delta 82 a r.l.
Strumenti urbanistico
Dati quantitativi
Popolazione insediata10000 abitanti
Superficie territoriale (St) mq
Superficie o volume utile edificati (Su) mq o mc
Superficie fondiaria (Sf) mq
Superficie coperta residenziale (Scr) mq
Superficie delle strade mq
Superficie dei parcheggi pubblici mq
Superficie dei servizi pubblici mq
Superficie del verde pubblico attrezzato mq
Numero alloggi (reali o presunti)
Superficie delle attivita commerciali mq
Superficie delle attivita direzionali mq
Superficie delle attivita ricettive mq
Superficie delle attivita artigianali e industriali mq
Densità abitativa
Descrizione sintetica generale

Il quartiere si trova ai margini meridionali della città di Senigallia, in provincia di Ancona, una delle realizzazioni più recenti dell’architetto Claudio Campodonico, con la collaborazione dell’architetto Daniele Girolimetti: un quartiere residenziale di circa 150 abitazioni. Il quartiere sorge in un'area periferica rimasta a prevalente destinazione agricola fino alla fine degli anni Ottanta, quando si decise di creare un nuovo nucleo residenziale, a bassa densità insediativa, per rispondere alla domanda crescente di nuove abitazioni.
Il pensiero strutturante il progetto trova un chiaro riferimento culturale nell’idea di città giardino e dell’Housing europeo; ne sono esempi illustri i quartieri razionalisti tedeschi ed olandesi degli anni Venti e Trenta.
Questi esempi sono ripresi nelle interpretazioni di Bekema e Van der Broek a Eindhoven, o quelle inglesi delle migliori new towns (Harrow, Milton, Keynes, Cumberland, etc.), fino alle recenti esperienze contemporanee spagnole, francesi ed olandesi.
I progettisti hanno rielaborato questi riferimenti adeguandoli alla realtà locale ma conservandone gli elementi e i principi fondamentali: la chiarezza dello schema compositivo ordinatore, l’equilibrio del tessuto edilizio e la varietà tipologica, che definiscono il carattere urbano del quartiere.
Quest’ultimo è infatti strutturato ed ordinato secondo una gerarchia degli assi viari che consente di concentrare il flusso viario maggiore all’esterno del quartiere, in un arteria principale di collegamento su cui si innestano, secondo una maglia ortogonale, gli assi secondari alberati di accesso alle singole abitazioni.
Due ampi spazi verdi, posti rispettivamente uno all’ingresso nord della lottizzazione e uno e l’altro in posizione centrale rispetto all’intero quartiere, costituiscono degli importanti episodi di aggregazione, in cui elementi scultorei di diversi colori (rosso, blu, giallo), si trasformano ora in luogo di gioco per bambini, ora in luoghi per la sosta. Questi spazi verdi collettivi si inseriscono nel tessuto edificato come elementi di equilibrio e di bilanciamento della varietà tipologica e, in particolare, della differente altimetria degli edifici, che decresce progressivamente dall’interno verso l’esterno del quartiere.
L’immagine del giardino si riproduce all’internodi ogni singola abitazione e si trasforma in una zona filtro tra lo spazio collettivo e quello privato. Lo spazio verde centrale, di forma rettangolare, è delimitato nei suoi lati corti da due edifici in linea che, come quinte prospettiche, inquadrano la cortina edilizia sullo sfondo.
Claudio Girolimetti e Daniele Campodonico hanno sviluppato un’attenta ricerca tipologica, individuando tre soluzioni di base che si articolano in ulteriori sottotipi a seconda del principio di aggregazione: patio, schiera-patio, schiera-linea, che nascono dalla matrice comune della casa-patio, che consente un maggior grado di domesticità e di intimità degli ambienti. L’uso di questa tipologia ha consentito di rendere indipendenti tutti gli ingressi delle varie abitazioni e di fornire ulteriore illuminazione diretta ed areazione a tutti gli ambienti interni.
I principi di aggregazione della casa patio, nelle suq varianti ad L, ad U, a T, e a patio lineare, trovano una loro ulteriore definizione nello studio della sezioni, che ha permesso di realizzare un sistema insediativo più articolato e più complesso delle singole unità.
La forza di questo progetto è insita nella costante attenzione rivolta alla qualità dell’abitare, che diviene vincolo fondamentale dell’approccio progettuale.
L’architetto si riallinea alle esperienze progettuali delle Siedlung Britz e Zehlendorf, degli anni Trenta, di Bruno Taut, e alle ricerche architettoniche che Louis Sauer ha realizzato a Philadelfia, in cui è l’abitazione, nelle sue molteplici varianti spaziali, ad assumere un ruolo primario come ruolo di relazione tra l’uomo e l’ambiente circostante.
Gli architetti affrontano il tema della residenza con spirito libero da preconcetti e ideologismi o segni alla moda, ciò gli permette di non perdere mai di vista il proprio obiettivo, ovvero progettare gli spazi della vita quotidiana, diversificandoli, articolandone le connessioni e le fonti di luce, creando così per ogni singolo alloggio una casa.
Questa qualità dell’abitare viene esteriorizzata attraverso un sistema complesso di elementi architettonici come porticati, logge, volumi a sbalzo, che in un processo di astrazione creano continue variazioni nei ritmi delle facciate dei vari edifici. E’ evidente come l’iter progettuale di questa città giardino si fondi su di un preliminare approccio antropologico attento alle esigenze del singolo individuo e che ha stimolato la realizzazione di spazi urbani diversificati.

 

Bibliografia
Alessia Ferrarini, "Casa Alloggio Quartiere", in Edilizia popolare, n. 256, pp. 40-55, 1998
Qualita' progettuale - componenti del progetto urbanistico
Urbanistica



La scelta del carattere privato dell’abitazione attraverso l’indipendenza quasi individuale degli accessi, la variabilità della dimensione e della prestazione degli alloggi, il contatto con il verde anche in quota, la varietà dei gradi d’integrazione, sono stati i presupposti attraverso i quali si concretizzano gli assunti iniziali. Un asse principale a monte, parallelo alla strada di connessione con l’intero comparto edilizio delle Saline, costituisce il nerbo strutturale di un sistema ortogonale viabilistico e pedonale di servizio al quartiere. Su tale sistema connettivo, aperto a Nord-Ovest e a Sud-Est e in attesa di integrarsi con i futuri adiacenti insediamenti, si struttura una gerarchia di spazi che vanno dall’abitazione, agli spazi verdi privati, ai percorsi pedonali, alle piazzette semipubbliche, ai viali fino al grande spazio verde adibito a giardino.


Gli spazi pubblici destinati a verde e per servizi sono distribuiti in due aree di maggiori dimensioni, la prima si trova a Nord-Ovest dell’insediamento, in adiacenza del parco delle Saline, e di un’area anch’essa adibita a verde prevista dall’insediamento contiguo; la seconda è ubicata in posizione centrale rispetto al quartiere.


L’area di Nord-Ovest si articola in due settori a diversa caratterizzazione funzionale: quello verso la bretella di raccordo con la Statale Adriatica è trattato con piantumazione a boschetto, elemento di chiusura verso l’esterno, l’altro è trattato a prato rustico e vi si prevedono alcune attrezzature sportive per il gioco dei ragazzi.


L’area centrale in posizione strategica è invece intesa come vero e proprio giardino, solcato da viali alberati che attraversano i corpi residenziali longitudinali e si connettono direttamente alle residenze dei lotti adiacenti. E’ prevista al centro di questa area una piccola piazza lastricata, attrezzata per la sosta, sulla quale prospettano da un lato un padiglione da attrezzarsi a bar/negozio, dall’altro una grande vasca d’acqua inserita al centro di un piccolo anfiteatro.


Edilizia



Il sistema edilizio si struttura sulla base di tre tipi di aggregazioni che individuano settori abitativi, più o meno distinti, all’interno dello schema generale: aggregazioni a patio, a schiera, e in linea, quest’ultima è l’esito di una sovrapposizione mista delle precedenti aggregazioni. La definizione di questo tipo edilizio che trae origine dai tipi elementari di Casa Italica (Domus Pompeiana) e mediterranea in genere, ha avuto però uno sviluppo particolare nelle ricerche compiute dall’architettura contemporanea nel periodo fra la due guerre, e le prime applicazioni dagli anni Cinquanta in poi.


All’interno delle tre categorie poi, sono state proposte delle varianti tipologiche, in particolare per il tipo a patio. L’uso diffuso di questo schema abitativo costituisce l’aspetto caratterizzante l’immagine del quartiere Coopedil, sia sul piano architettonico per l’articolazione omogenea tra spazi edificati ed aree libere, sia sul piano fruitivo perché introduce una gerarchia di ambiti spaziali ch vanno dal verde privato, di uso esclusivamente interno all’alloggio, a quelli semi-pubblici di pertinenza pedonale, a quelli pubblici a livello di quartiere.


Le soluzioni abitative con patio che ritroviamo nel progetto ripropongono in qualche modo, questa processualità tipologica assumendo lo schema ad L come base di maggior impiego seguito da tre varianti a T, a U e a patio lineare.


Infrastrutture



La viabilità automobilistica è stata gerarchizzata al fine di equilibrare il livello il livello di percorrenza all’interno del quartiere pur consentendo di arrivare con le automobili agli alloggi.


Ultimo aggiornamento ( giovedì 06 marzo 2014 )
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Quartiere Villa Ceccolini Stampa E-mail
Scritto da jonathan   
domenica 20 luglio 2008
Autore schedaJonathan
ProgettistaAlvaro Angelini, Stefano Bocconcelli, Marta Calzolaretti, Francesco Leoni, Carlo Melograni, Andrea Vidotto
Anno di Progettazione1981 anno della prima pianificazione
Anno di Realizzazione1985
PaeseITALY
Committenza/Soggetti promotoriComune di Pesaro
Strumenti urbanisticopiano regolatore
Dati quantitativi
Popolazione insediata1200 abitanti
Superficie territoriale (St) mq
Superficie o volume utile edificati (Su) mq o mc
Superficie fondiaria (Sf) mq
Superficie coperta residenziale (Scr) mq
Superficie delle strade mq
Superficie dei parcheggi pubblici mq
Superficie dei servizi pubblici mq
Superficie del verde pubblico attrezzato mq
Numero alloggi (reali o presunti)
Superficie delle attivita commerciali mq
Superficie delle attivita direzionali mq
Superficie delle attivita ricettive mq
Superficie delle attivita artigianali e industriali mq
Densità abitativa
Descrizione sintetica generale

La ricerca di un nuovo equilibrio nell’assetto del territorio comunale, ha orientato l’Amministrazione del comune di Pesaro a programmare, a partire dal 1981, la localizzazione dei Piani per l’edilizia economica e popolare in nuclei decentrati. Sono stati scelti luoghi in prossimità di alcune delle molte frazioni in cui si articola il comune, dove la costruzione di interventi edilizi con progetto unitario, anche di piccole dimensioni appariva utile per riqualificare l’abitato esistente e proporre un’alternativa all’espansione periferica del nucleo maggiore.
Il progetto dell’Amministrazione locale comprende in totale otto piani distribuiti in sei diverse frazioni, per un totale di 424 alloggi. I due insediamenti maggiori previsti a Borgo S. Maria e a Villa Ceccolini, ciascuno dei quali con circa 120 alloggi, località situate in prossimità di importanti infrastrutture che percorrono la valle del Foglia; mentre nelle parti restanti più collinari la dimensione dell’intervento è minore, con circa 30-40 alloggi.
Le soluzioni insediative proposte sono composte principalmente da strade basse e aggregate a formare tessuti edilizi compatti.
Questa scelta, oltre a rispondere alla richiesta degli abitanti di vivere in un’ambiente costruito che tuteli le esigenze di individualità e identità, è sembrata la più adatta alla costruzione di nuovi nuclei in prossimità dei piccoli centri storici esistenti. Questi sono caratterizzati da una qualità ambientale molto elevata che discende da valori di spazio, di relazione e d’uso amalgamati nel tempo in modo da costituire un sistema equilibrato di elementi, costruiti e non costruiti.
È questa qualità urbana, ovviamente reinterpretata ed espressa in forma contemporanea, che questi interventi si sono proposti di raggiungere. Unitamente allo studio e alla definizione delle abitazioni, si è posta grande attenzione alla progettazione degli spazi aperti.
Sulla base di queste considerazioni si individuano i criteri generali alla base della progettazione degli insediamenti:
a) Disegnare spazi aperti di piccole e medie dimensioni in modo da soddisfare l’esigenza degli abitanti di esercitare un dominio su queste aree;
b) progettare una sequenza di ambiti differenziati per dimensione e forma, in relazione a vari modi d’uso e di gestione prevedibili;
c) caratterizzare gli spazi aperti attraverso una progettazione estesa a tutti i livelli del microambiente.
Il progetto di piano definito per villa Ceccolini che mira a stabilire regole precise per la progettazione, contraddice l’idea che sembra prevalere oggi in tema di pianificazione urbana, quella cioè, che tutti i problemi del territorio possano essere risolti attraverso progetti isolati che ritroveranno da soli la necessaria coerenza, idea che se da un lato può far emergere eccezioni legate alla capacità e all’impegno del professionista dall’altra non impedisce uno scadimento qualitativo.
Il modo di procedere adottato evidenzia come obbiettivo quello di individuare e definire, alla scala insediativa, i principali nodi problematici che condizionano il raggiungimento sia di una minima qualità urbana che di una identità riconoscibile e di tracciare un quadro di coerenze al quale tutti possono riferirsi. Per questo la definizione delle principali caratteristiche fisiche e morfologiche (accanto al disegno urbano), come: la tipologia, le altezze, i distacchi, i tipi di coperture e gli attacchi a terra e i materiali, ha consentito di creare un quadro di coerenze tale da “omogeneizzare” gli interventi edilizi successivi.
Il piano di Villa Ceccolini ha costituito un’esperienza particolare: in tempi relativamente brevi si è concluso l’ iter del piano, iter che è stato seguito in tutte le fasi: dalla individuazione dell’area (1982), alla progettazione del piano (1983), allo studio dei tipi edilizi inteso come elaborazione di pre-progetti e di numerose varianti, alla definizione in scala 1:50, delle sistemazioni esterne, fino alla progettazione esecutiva di un nucleo di alloggi. Il piano di Villa Ceccolini si attesta lungo un asse viario che, dopo aver attraversato una zona destinata al centro civico, distribuisce sul lato destro gli edifici residenziali e sul lato sinistro le future attrezzature sportive e ricreative. La via principale è quindi fiancheggiata, su un lato, da un fronte continuo di case a due e tre piani, mentre sul lato opposto è delimitata da un filare di alberi; due piazzette con caratteristiche funzionali e formali diverse ne definiscono l’inizio e la conclusione.
Le aree per la residenza sono organizzate in unità ripetibili, disegnate ed aggregate in modo da racchiudere spazi a corte chiusi su tre lati e aperti verso la collina.
Le corti hanno la qualità di un ambiente “domestico” , determinato dalla dimensione contenuta dello spazio aperto e dall’altezza degli edifici che non supera i tre piani.
Tre strade ortogonali alla strada principale distribuiscono altrettante unità edilizie e si concludono in piccoli slarghi sui quali affacciano terrazzi semiprivati posti ad una quota superiore.
L’unità tipo, ma anche le altre che da quella derivano per semplici addizioni o sottrazioni, e costituita da più edifici strettamente connessi tra loro, diversi per tipo e dimensione. La presenza di più tipi edilizi, oltre ad offrire una possibilità di scelta tra diversi modi d’abitare, consente la costruzione di un ambiente residenziale caratterizzato da una varietà di soluzioni che, pur salvaguardando l’unità architettonica, eviti la monotonia derivata dalla ripetizione di modelli uguali.

 

Bibliografia
Edilizia Popolare n. 208, maggio/giugno 1989
Qualita' progettuale - componenti del progetto urbanistico
Urbanistica



Il piano di Villa Ceccolini si attua lungo un asse viario che,attraversa una parte del Centro civico, distribuisce sul lato destro gli edifici residenziali e sul lato sinistro le future attrezzature sportive e ricreative. Questo asse è quindi fiancheggiata, su un lato, da un fronte continuo di case a due o tre piani, mentre sul lato opposto è delimitata da un filare di alberi; due piazzette differenti per caratteristiche funzionali e formali definiscono l'inizio e la conclusione. Le aree per la residenza sono organizzate in unità ripetibili, disegnate ed aggregute in modo da racchiudere spazi a corte chiusi su tre lati e aperti verso la collina.


Edilizia



I Tipi edilizi adottati sono i seguenti:



1) case unifamiliari aggregate a schiera o a patio con numerose varianti su due piani o più livelli sfalsati tra loro di mezzo piano;


2) case plurifamiliari (3/4 piani) organizzate in modo che gli alloggi possano avere caratteristiche simili alle case unifamiliari e il sistema della distribuzione interna consenta di arricchire il rapporto d’uso tra ambiti collettivi.


Infrastrutture



Non sono presenti infrastrutture di grande interesse, mentre per quanto riguarda le strade abbiamo una strada principale che risulta essere l’asse seguito per la conformazione del quartiere.


Ultimo aggiornamento ( giovedì 06 marzo 2014 )
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il nuovo quartiere di Riosecco, Città di Castello Stampa E-mail
Scritto da devid   
domenica 20 luglio 2008
Autore schedaDevid
ProgettistaR. Panella, E. Bruschi, A. Montenero
Anno di Progettazione1990/1991
Anno di Realizzazione1992
PaeseITALY
Committenza/Soggetti promotoriComune di Città di Castello
Strumenti urbanistico
Dati quantitativi
Popolazione insediata1400 abitanti
Superficie territoriale (St) mq
Superficie o volume utile edificati (Su) mq o mc
Superficie fondiaria (Sf) mq
Superficie coperta residenziale (Scr) mq
Superficie delle strade mq
Superficie dei parcheggi pubblici mq
Superficie dei servizi pubblici mq
Superficie del verde pubblico attrezzato mq
Numero alloggi (reali o presunti)
Superficie delle attivita commerciali mq
Superficie delle attivita direzionali mq
Superficie delle attivita ricettive mq
Superficie delle attivita artigianali e industriali mq
Densità abitativa
Descrizione sintetica generale

Nel mezzo della periferia industriale che si sviluppa seguendo il tracciato della via Tiberina, a nord della città antica, il Comune ha riservato un’area all’insediamento di un nuovo quartiere attento alle questioni ambientali, in conformità agli impegni assunti dalla municipalità nel corso della Fiera della Utopie Concrete del 1989. Da qui nasce l’esigenza di un’approccio multiscientifico al progetto del quartiere il quale dovrà essere in grado di :
• Porsi come ricucitura di parti di città esistenti e di fattore di attrazione per l’intera città;
• Costituirsi come in un rapporto più maturo con l’ambiente, sia per l’uso delle risorse di sole, acqua, suolo, aria sia nel destino dei prodotti residuali; di sollecitare, contemporaneamente, un comportamento degli uomini più attento all’ambiente, utilizzando anche un apposito laboratorio di quartiere;
• Di costruire strutture urbane che consentano processi di identificazione fra utenti e luogo;
• Di assumere la funzionalità, l’economicità e la durata come fattore constitutivointerno e non come qualità in più
• Di dare adeguato spazio alla sperimentazione in materia energetica e ambientalistica.

Bibliografia
Edilizia popolare 232
Qualita' progettuale - componenti del progetto urbanistico
Urbanistica

Il progetto prende forma dalla valorizzazione di due strutture territoriali esistenti: una cava di argilla in disuso e una bella strada interpoderale che collegava un tempo la via Tiberina al podere di Pantano, detto lo stradone. La cava , collegata alla vecchia dei Massetti, suggerisce la formazione di un di un piccolo laga e di un parco, sui quali si affacciano la piazza del belvedere e le case case-terrazza.
Lo stradone diverrà il corso del nuovo quartiere.

Edilizia

L’abaco insediativo del P.P. di Riosecco raggruppa in quattro schede i sette modelli insediativi insediativi messi a punto nel piano.
Il modello I si riferisce ai due edifici siti ai lati della strada di accesso alla piazza belvedere in corrispondenza dell’incrocio con l’asse primario del quartiere. Il tema architettonico è quello di una ideale porta di ingresso della piazza. I due edifici sono perfettamente simmetrici; saranno dotati di un portico loggiato nello sviluppo dei primi tre piani.
Il modello II si riferisce all’edificio che fa da fondale alla piazza belvedere e al parco della cava. Il tema architettonico è quello dell’esedra che fa da margine all’intero recinto e incamera la densità dei valori spaziali, plastici e cromatici del parco antistanti. L’edificio ha un doppio fronte, lineare verso il resto del quartiere, arcuato verso il parco. La concavità di questo fronte accoglie la profondità del parco.
Il modello III è caratterizzato dal tema architettonico della palazzina(6 alloggi, due per piano). Si rompe la tradizionale tessitura ortogonale delle unità d’uso ai fronti, introducendo giaciture più funzionali all’esigenza di un buon orientamento. I soggiorni posssono prospettare con una cascata di serre, mentre la copertura è predisposta per portare un traliccio di pannelli solare orientati a sud o un solarium o entrambi.
Il modello IV è rappresentato dalla casa terrazza. Esse si affacciano sul parco della cava dal fronte nord dello stradone. Per conseguenza il tema architettonico è quello del margine con il duplice compito di far da quinta al recinto e di consentire – come soglia – l’affaccio del quartiere al lago. Lo spazio porticato al di sotto del corpo si protende verso il parco assumendo il carattere di una terrazza, il cui carattere è rafforzato dalla presenza di rampe e scalinate che raccordano le differenti quote di imposta del quartiere e del parco. Anche la copertura ha il carattere di terrazza e per conseguenza sarà piana.
I modelli V, VI e VII fanno parte dell’isolato della corte degli alberi. Il nome dell’isolato deriva dal doppio filare di alberi che ne segna longitudinalmente l’invaso. Si tratta di una forma di edificazione semiperimetrale su tre lati, eccetto il lato verso al campagna. I tre lati corrispondono ai tre modelli insediativi diversi in rapporto al ruolo che ciascun pezzo gioca nella città e a un’esigenza molto avvertita di differenziare anche il tipo degli alloggi.
Il modello V si riferisce ai blocchi di testata dell’isolato sullo stradone. Il tema architettonico è dunque quello del margine ma anche della soglia di ingresso alla corte. Si predispone allora un edificio a forma di portale con portici e unica cornice di ingresso alla corte.
Il modello VI si riferisce a una delle due ali della corte, precisamente quella definita da case a patio. Ogni patio serve quattro alloggi a uno e due piani. Tutti i corpi edilizi saranno coperti a terrazza tranne quelli trasversali, per i quali saranno previste coperture a tetto a due falde. Analogamente, ad eccezione dei corpi trasversali, tutti i rimanenti si svilupperanno per una profondità stanza+corridoio, per garantire a tutti gli ambienti eguali condizioni di esposizione.
Il modello VII occupa l’ultima ala della corte. Il tema architettonico è quello del recinto-muro, risolto nello sky line con una sorte di merlatura costituita da corpi edilizi di diversa altezza. Al tema centrale si aggiunge si aggiunge il tema della casa con suoli artificiali all’aperto per tutti gli alloggi(i primi due piani in duplex). Solo il vano scala è coperto a falde inclinate.

Infrastrutture

Il punto del raccordo dello stradone con la via Tibertina costituirà un nodo di scambio tra diversi tipi di trasporto poiché in quel punto il luogo è attraversato dalla Ferrovia Centrale Umbra da cui si staccherà una nuova stazione in sostituzione di quella esistente. Una “torre solare” segnerà questo sito e il luogo del quartiere nel paesaggio industriale circostante.

Ultimo aggiornamento ( giovedì 15 dicembre 2011 )
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