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Schede Lab. B
quartiere san felice (mi) Stampa E-mail
Scritto da stefania   
martedì 22 luglio 2008
Autore scheda
ProgettistaGiorgio Pedroni, Luigi Caccia Dominioni, Vico Magistretti
Anno di Progettazione1967
Anno di Realizzazione1967-1975
PaeseITALY
Committenza/Soggetti promotorianna bonomi
Strumenti urbanistico-------
Dati quantitativi
Popolazione insediata4500 abitanti abitanti
Superficie territoriale (St) mq
Superficie o volume utile edificati (Su)86000 mq* mq o mc
Superficie fondiaria (Sf)464.000 * mq
Superficie coperta residenziale (Scr)75000 mq
Superficie delle strade50000 (strade+parcheggi) mq
Superficie dei parcheggi pubblici mq
Superficie dei servizi pubblici11000 mq
Superficie del verde pubblico attrezzato75000 mq
Numero alloggi (reali o presunti)
Superficie delle attivita commerciali------- mq
Superficie delle attivita direzionali------- mq
Superficie delle attivita ricettive------ mq
Superficie delle attivita artigianali e industriali------- mq
Densità abitativa
Descrizione sintetica generale
Situato al confine nord-est di Milano, non lontano dallo scalo aereo di Linate il quartiere San Felice si pone come espressione di una tendenza che si manifesta a partire dalla fine degli anni Sessanta, e tenta di rispondere ad un’esigenza di fuga dal caos cittadino da parte di un particolare settore della borghesia milanese. Rappresentativo di una serie di iniziative che caratterizzeranno le nuove esperienze abitative nell’hinterland milanese, questo quartiere fu commissionato da Anna Bonomi a Luigi Caccia Dominioni e Vico Magistretti, insieme all’ingegnere Giorgio Pedroni, e destinato all’area vicina all’aeroporto di Linate, nei pressi del lago Malaspina, a est del Capoluogo lombardo. Si tratta di un insediamento per quattromilacinquecento persone distribuito su seicentomila metri quadri, nel quale vengono espressi i maggiori interessi e principi urbanistici dei due progettisti: vera e propria città giardino moderna dal disegno unitario e con netta distinzione tra traffico veicolare e percorsi pedonali, secondo un' urbanistica a “golfi di verde e a ordinamento visuale”.
Bibliografia
http://www.san-felice.it http://www.provincia.milano.it Maria Antonietta Crippa,Luigi Caccia Dominioni. Flussi,spazi e architettura,fa parte di Universale di architettura, Bruno Zevi(a cura di),testo & immagine editore,Torino, 1996
Qualita' progettuale - componenti del progetto urbanistico
Urbanistica
Il centro dell’insediamento è definito da una strada anulare, al cui interno il terreno viene rialzato e raccordato al sedime viario, con rampe erbose e gradinate. Esso è delimitato da una serie di torri distribuite lungo il perimetro circolare e destinate quasi completamente ad attività terziarie. Gli edifici residenziali caratterizzano il quartiere con la loro ripetitività e l'andamento ondulatorio.
Completano il quartiere alcune strutture di servizio: un centro sportivo in riva al lago con palestra, campi da tennis e un campo da golf, e un centro commerciale situato in zona periferica.
All’ingresso del quartiere un edificio ellittico con scheletro in calcestruzzo e metallo, involucro vetrato e copertura in lastre di rame ospita la portineria e gli uffici amministrativi.
Edilizia
Le residenze si susseguono in una cortina continua che, seguendo il disegno ondulato dei percorsi, si basa sulla ripetizione, in innumerevoli variazioni di posizionamento, di pochi e semplici tipi edilizi: la torre, l’edificio a schiera e la villa unifamiliare. Le case più periferiche sono intonacate in color mattone scuro, le altre in bianco-celeste.
Si può riconoscere all’interno di questo progetto, seppur unitario e coerente, i differenti interventi dei due progettisti: evidente la mano di Magistretti negli edifici a torre, mentre le case basse sono riconducibili a Caccia.
Infrastrutture
Alla strada centrale dell'insediamento confluiscono le strade di servizio alle abitazioni, a fondo cieco e andamento ondulato, così da rallentare il traffico. I percorsi pedonali si sviluppano in golfi di verde attrezzato con campi da gioco e spazi comuni.
Dall’anello stradale si accede inoltre ai garage sotterranei e all’area dei servizi commerciali.
Ultimo aggiornamento ( giovedì 06 marzo 2014 )
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Hammarby Sjostad Stampa E-mail
Scritto da silvia romiti   
martedì 22 luglio 2008
Autore schedaSilvia Ramiti
ProgettistaTengbom Arkitekter
Anno di Progettazione1990 (primi disegni di progetto); 1991 (piano particolareggiato)
Anno di Realizzazione1993-2015
PaeseSWEDEN
Committenza/Soggetti promotoriCittà di Stoccolma, Stockholm Water Company, Forum e Stockholm Waste Management Administration, Carl Bro Stockholm Konsult AB
Strumenti urbanisticoPiano Particolareggiato di esecuzione
Dati quantitativi
Popolazione insediata10.000 abitanti abitanti
Superficie territoriale (St) mq
Superficie o volume utile edificati (Su)330.000 mq o mc
Superficie fondiaria (Sf)800.500 mq
Superficie coperta residenziale (Scr)220.000 mq
Superficie delle strade160.000 mq
Superficie dei parcheggi pubblici35.000 mq
Superficie dei servizi pubblici110.000 mq
Superficie del verde pubblico attrezzato195.000 mq
Numero alloggi (reali o presunti)
Superficie delle attivita commerciali250.000 mq
Superficie delle attivita direzionali150.000 mq
Superficie delle attivita ricettivenon specificata mq
Superficie delle attivita artigianali e industrialinon specificata mq
Densità abitativa
Descrizione sintetica generale

Hammarby Sjostad è situato nella parte meridionale della città di Stoccolma e si affaccia su una sponda del lago Hammarby Sjo per il quale è anche definito “Hammarby Lake City” .
Il quartiere fa parte di una strategia di sviluppo urbano che ha come obiettivo principale il riuso e la riqualificazione delle aree industriali dismesse che, sorte in passato nelle periferie più esterne della maggior parte delle città europee, sono state successivamente inglobate nel tessuto urbano durante le varie fasi di espansione della città (Fig.1,2).
Il nuovo quartiere è il risultato di un progetto di trasformazione e bonifica di una vecchia area portuale e industriale attualmente riconvertita in una zona residenziale, commerciale e per i servizi terziari (Fig.3).
Il fattore rilevante per lo sviluppo dell’area è costituito dall’acqua che, oltre ad un valore estetico, rappresenta un elemento di pianificazione dell’intervento di sviluppo urbano, che si pone come obiettivo quello di massimizzare lo sfruttamento delle risorse climatiche minimizzando gli impatti ambientali.
Gli obiettivi della realizzazione del progetto sono:
 la riduzione del 50% dell’impatto ambientale dei nuovi edifici rispetto alle costruzioni attuali;
 la riduzione al minimo del consumo totale di energia e al consumo di acqua pulita, per mezzo di sistemi fotovoltaici, pannelli solari, tetti verdi, impianti di riciclaggio dell’acqua;
 l’utilizzo di materiali edilizi rinnovabili e riciclabili, contenenti una quantità minima di sostanze nocive sia alla salute ambientale che pubblica;
 la bonifica del suolo di tutta l’area e il risanamento del lago;
 la riduzione dei trasporti.
Tecnologie per il trattamento delle acque ed energia elettrica, calore e biogas, prodotti da fonti rinnovabili e dal riuso dei rifiuti umidi, garantiscono il risparmio e il recupero di energia per altri usi compatibili. Da sottolineare è il fatto che tutte le soluzioni e le misure adottate non devono provocare un aumento dei costi e che attualmente la maggior parte dell’energia è fornita dall’impianto di Hogdalen dove è utilizzato il combustibile proveniente dai rifiuti.
La pianificazione urbana del nuovo quartiere è basata su un modello ad alta densità abitativa poiché il numero di abitanti per ettaro è 133 ed è anche per questo motivo che si è cercato di migliorare la qualità della vita attraverso sistemi sostenibili più compatibili con l’ambiente.
Per ciò che concerne la storia del quartiere, si fissa la data di nascita nel 1991 quando la City of Stockholm Planning Department propose un piano particolareggiato dell’area in seguito al quale, nel 1993 iniziarono i lavori per la realizzazione.
In seguito alla candidatura della città di Stoccolma ai giochi Olimpici del 2004, il quartiere ecologico sarebbe dovuto diventare il villaggio olimpico. Nonostante l’insuccesso della candidatura rimase l’ambizioso programma di realizzare un intero quartiere secondo i principi di uno sviluppo sostenibile e di rispetto dell’ambiente, ma il fatto di non avere più un’imminente necessità di realizzazione ha permesso di suddividere l’intera costruzione in più fasi.
Così, tra il 1993 e il 1999 è stata edificato il comparto di Norra Hammarbyhamnen (più esattamente il margine est di Sodermalm) situato a nord ovest dell’intera area di progetto, caratterizzato da 1250 appartamenti e da un nuovo complesso scolastico. Lo step successivo ha visto la realizzazione di Sickla Udde (Fig.4,5), una sorta di piccola penisola bagnata a nord e ad ovest dal lago Hammarby e a sud dal Sickla Kanal e caratterizzata ad est dalla forte presenza del nuovo raccordo autostradale, in avanzata realizzazione, separato dagli edifici da un vasto parco naturale.
Il piano urbanistico ha previsto una sorta di boulevard in direzione nord-sud che dividerà la penisola in due parti che, seppur mantenendo nel complesso caratteristiche comuni, sono state trattate nel progetto in modo differente. In particolare la parte occidentale, che si affaccia verso la città e il lago Hammarby assume un carattere urbano essendo caratterizzata da due grandi corpi al “L” che terminano con due edifici che si protendono sul lago. Tra i corpi ad “L” è previsto un percorso verde pedonale che connette, sia visivamente che fisicamente il lago, sul quale si trova anche l’osservatorio (Fig.6), e la riserva naturale Nackareservat collocata sulla collina al di là del boulevard.
La terza fase ha previsto la realizzazione di Sickla Kaj bagnato a nord dal Sickla Kanal e caratterizzato da edifici che si affacciano sull’acqua (Fig.7), con funzione prevalentemente residenziale che seguono una tipologia a corte, all’interno della quale è stato progettato un verde privato che si connette tramite percorsi pedonali ad aree pubbliche attrezzate. Da sottolineare in questo comparto è la presenza del GlashusEtt, il centro informativo ambientale di Hammarby (Fig.8).
In seguito, sono state edificate le zone di Sickla Canal e Luma. Quest’ultima si estende sul lago ed è caratterizzata oltre che da numerosi edifici anche da vaste aree verdi pubbliche. Il comparto di Luma fa da cerniera tra le aree ad est, già quasi interamente portate a termine, e quelle a sud ovest la cui realizzazione è prevista entro i prossimi 10 anni.
Un’altra area degna di nota, seppure non ancora realizzata è la penisola di Lugnet, a nord di Sickla Udde, dove attualmente sono in corso i lavori di bonifica dei terreni. In questa zona, infatti, in passato si erano sviluppate attività di piccola scala alcune delle quali semi-legali e illegali, che avevano inquinato sia il terreno che l’acqua con sostanze tossiche.
Il fatto che alcune aree erano state gravemente contaminate non ha costituito un ostacolo, ma anzi ha dato uno stimolo maggiore alla realizzazione di un progetto eco-sostenibile.
In conclusione, l’idea di progetto è stata quella di creare un nuovo quartiere nel quale le persone possano abitare e lavorare in edifici confortevoli, caratterizzati dalla bella vista del lago, dalla grande quantità di luce naturale, da un ambiente circostante costituito da aree verdi, parchi e acqua e da una buona rete di trasporti (Fig.9,10).

 

Bibliografia
L. Di Bartolomeo, "Quartiere eco-sostenibile a Stoccolma, Svezia", in Industria delle costruzioni, vol. 41, n. 393, pp. 74-81, Gennaio 2007.
http://www.hammarbysjostad.se
http://www.stockholm.se//hammarbysjostad
http://greenlineblog.com//hammarby-sjstad
http://stockholmsustainableregion.se
http://urbandesigncompendium.co.uk/hammarby
http://www.tengbomgruppen.se/client/files/images/projects/h-bysjostad
http://www.myra.nu/hammarbysjostad.html
http://www.building.co.uk/hammarby
http://www.malmo.se
Qualita' progettuale - componenti del progetto urbanistico
Urbanistica



Attualmente il quartiere, prevalentemente residenziale, presenta una vasta area destinata alle attività commerciali, un complesso scolastico, una biblioteca, una chiesa e ampi parchi e spazi attrezzati comuni all’aperto.


Gli spazi per le attività commerciali e ricreative sono localizzati principalmente lungo il boulevard di Sickla Udde e in due padiglioni più periferici. Attualmente il quartiere ha 24 tra ristoranti e bar, 20 negozi e 15 centri per la salute e benessere.


Edilizia



La maggior parte degli edifici realizzati si affacciano sull’acqua al fine di garantire loro un’elevata qualità urbana, architettonica e abitativa. Essi, inoltre, offrono molti spazi comuni in modo che le persone che ne usufruiscono abbiano la possibilità di sfruttare la natura e il luogo come risorse. Per massimizzare l’affaccio degli edifici sull’acqua nello studio distributivo dell’area è stata utilizzata la tipologia a corte, in cui è previsto un verde privato condominiale connesso ad altre aree verdi pubbliche e a percorsi pedonali e ciclabili comuni. Da sottolineare, oltre alle nuove architetture, una presenza abbastanza rilevante di edifici industriali riqualificati soprattutto nel comparto di Luma.


Infrastrutture



Per ciò che riguarda la viabilità, la maggiore arteria di circolazione è lunga 3,5 km e larga 37,5 m. Per il trasporto pubblico sono state realizzate una linea tranviaria (Tvarbanan tram service), un battello che attraversa il Canale Hammarby e una rete di bus per garantire la riduzione del traffico. E’ stato anche progettato un parcheggio per automobili che in seguito dovranno essere alimentate con impianti a biogas. Inoltre il piano prevede numerosi percorsi pedonali e ciclabili, lungo le sponde di Hammarby Kanal, finalizzati a diminuire l’uso privato dell’auto e quindi la quantità di emissioni di gas inquinanti nell’aria. A partire dal 2010 l’obiettivo è che l’80% dei residenti e dei lavoratori giornalieri si sposti con i trasporti pubblici, a piedi o in bicicletta.


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quartiere casanova Stampa E-mail
Scritto da ilaria schiaretti   
martedì 22 luglio 2008
Autore schedaIlaria Schiaretti
ProgettistaGruppo di lavoro interdisciplinare coordinato da Frits van Dongen
Anno di Progettazione2002
Anno di Realizzazione2005
PaeseITALY
Committenza/Soggetti promotori▪ assessori all’urbanistica e all’ambiente del Comune di Bolzano ▪ staff tecnico dell’Ufficio Pianificazione e dell’Ufficio Ambiente del Comune di Bolzano ▪ responsabili degli Uffici Mobilità e Infrastrutture della Ripartizione Lavori Pubblici del Comune di Bolzano ▪ responsabili tecnici di SEAB, SASA e AE ▪ rappresentanti a livello direttivo e tecnico dell’IPES e delle Associazioni Cooperative (ACLI, LEGA, UNIONE e KVW) ▪ delegazione del Consiglio di Circoscrizione Don Bosco
Strumenti urbanistico▪ 2002_Prima normativa edilizia per l’introduzione della procedura CasaClima ▪ 2004_Certificazione RIE (riduzione impatto edilizio) ▪ 2007_Nuovo regolamento edilizio comunale, che prevede come standard minimo l’appartenenza alla classe B (consumo < 50 kwh/mq/anno) per tutti gli edifici pubblici e privati di nuova costruzione e per quelli sottoposti a una ristrutturazione che coinvolga almeno il 50% del volume o della superficie utile e l’uso obbligatorio di pannelli solari termici o fotovoltaici per almeno il 25% del fabbisogno termico totale equivalente
Dati quantitativi
Popolazione insediata3500 abitanti abitanti
Superficie territoriale (St) mq
Superficie o volume utile edificati (Su)62699 mq o mc
Superficie fondiaria (Sf)69954 mq
Superficie coperta residenziale (Scr)49172 mq
Superficie delle strade18684 mq
Superficie dei parcheggi pubblici-------- mq
Superficie dei servizi pubblici6336 mq
Superficie del verde pubblico attrezzato23799 mq
Numero alloggi (reali o presunti)
Superficie delle attivita commerciali7200 mq
Superficie delle attivita direzionali-------- mq
Superficie delle attivita ricettive-------- mq
Superficie delle attivita artigianali e industriali-------- mq
Densità abitativa
Descrizione sintetica generale

Il progetto CasaNova è finalizzato a soddisfare il fabbisogno di casa nel settore dell’edilizia sociale con una pianificazione fortemente promossa e guidata dallo stesso Comune di Bolzano. L’iniziativa assume grande importanza perché costituisce un modello insediativo esemplare, capace di garantire alta qualità di vita all’interno del nuovo quartiere e al tempo stesso propone una riqualificazione di tutto il contesto urbano periferico, mettendo a disposizione di tutta l’area limitrofa l’ampia quantità di verde pubblico e di servizi pubblici e privati.
Il quartiere CasaNova sorgerà nella periferia ovest di Bolzano, a nord del fiume Isarco (figura 1). La collocazione del nuovo intervento è stata una conseguenza dell’acquisto da parte del Comune di aree agricole disponibili a nuovi utilizzi. La zona scelta comprende dieci ettari in un’unica area direttamente adiacente alla città, per evitare dispersione ed eccessivo decentramento. L’area è posta ai limiti del territorio urbanizzato, ma si trova nelle vicinanze dei punti nevralgici della città ed è quindi costretta ad un continuo confronto con essi. La forte presenza del fiume Isarco, la vasta campagna del Kaiserau, il rigido sistema viario governato da via Resia, da un lato sono stati elementi che hanno dato forza al progetto, ma dall’altro sono stati fonte di non pochi problemi. L’area oggetto di intervento era infatti caratterizzata dalla presenza di scarsi collegamenti alle reti infrastrutturali, dalla permanenza di alcuni edifici residenziali-rurali preesistenti e da problematiche condizioni idro-geologiche determinate dal livello molto alto della falda e dalla prossimità del fiume Isarco. Un’ulteriore minaccia al successo dell’intervento è stata l’opposizione da parte degli abitanti del quartiere Ortles-Similaun, immediatamente contiguo all’area, preoccupati per le possibili conseguenze di un ulteriore edificazione nelle vicinanze del proprio quartiere. Notevole è anche stato il malessere del mondo contadino, che ha visto nell’intervento una minaccia al patrimonio rurale del Comune.
La progettazione del piano è stata affidata, attraverso gara internazionale, al gruppo di lavoro coordinato dall’architetto olandese Frits van Dongen, con la partecipazione diretta di vari soggetti; il progetto quindi nel complesso è stato frutto di grande confronto e collaborazione. I progettisti sono stati affascinati dal rapporto tra la grande città e la campagna del Kaiserau. L’obiettivo è stato quello di far penetrare il nuovo quartiere nella campagna, che non viene così eliminata, ma lascia alcune tracce nell’ampio parco verde con le tessiture fondiarie, i percorsi e gli allineamenti.
L’intervento è basato su un impianto urbanistico formato da “castelli” di forma e dimensione variabili, immersi nel verde pubblico. Questo forte impianto mostra dal punto di vista sociale la volontà di formare micro-comunità, mentre dal punto di vista formale si propone di realizzare nuclei abitativi fortemente caratterizzati e riconoscibili, generati da una chiara logica insediativa, contro la soluzione tradizionale basata sulla ripetizione di blocchi abitativi uguali ed allineati. Dal punto di vista urbanistico infine la qualità consiste nel collocare le residenze in una vasta area di verde pubblico, articolata in piccoli parchi, in opposizione alla soluzione tradizionale che privilegia il verde privato, solitamente separato dalle residenze e difficile da gestire.
Il nuovo quartiere pone grande attenzione al tema dell’eco sostenibilità, puntando sulle tecnologie a basso consumo energetico e a minor impatto ambientale. I progettisti si sono infatti concentrati su alcuni aspetti, come l’orientamento solare dei fabbricati, assecondato anche dalla graduazione delle altezze degli edifici che si abbassano verso sud e la forma degli isolati a corte semi-aperta in funzione del vento, sia per protezione che per ventilazione favorevole. La sensibilità verso l’aspetto ambientale si esplica anche a scala di quartiere attraverso alcune scelte, come la gestione integrale in loco delle acque meteoriche, la conservazione di un’ampia superficie permeabile verde, le coperture verdi degli edifici e la formazione di una zona umida (biotipo) lungo la ferrovia, capaci di produrre effetti favorevoli sul microclima. Altri importanti interventi sono la realizzazione di un teleriscaldamento di quartiere, l’ampia dotazione di pannelli solari e la formazione della barriera anti-rumore sulla linea ferroviaria.

 

Bibliografia
http://www.comune.bolzano.it
C. Bisceglia, "Progettazione urbana sostenibile nei paesi a clima mediterraneo", in L’industria delle costruzioni, n. 398, pp. 94-103, 2007
Qualita' progettuale - componenti del progetto urbanistico
Urbanistica



Il principio insediativo è fondato sui “castelli”, nuclei residenziali formati da tre o quattro imponenti edifici raccolti attorno ad una piccola corte verde; viene così sintetizzato il tema del rapporto “città-campagna”. Le otto corti residenziali, immerse in un vasto parco pubblico, si distribuiscono su una grande piastra basamentale rialzata di un metro circa rispetto al piano campagna. Ogni nucleo è diverso, come ogni edificio. In posizione quasi centrale rispetto al nuovo insediamento sorge una grande corte, formata da sei fabbricati con funzione mista residenziale-commerciale-terziario (figura 2). La localizzazione di questa corte suggerisce già l’importanza che questa assume all’interno del progetto; essa infatti racchiude la piazza principale del quartiere, spazio di aggregazione e di incontro e luogo in cui si svolgono tutte le attività basilari del nuovo insediamento. Alla corte centrale giungono tutti i percorsi, non solo pedonali, che attraversano l’area. Molto importante è il percorso pedonale che collega la corte principale al quartiere adiacente; questo mostra la forte volontà di integrare il nuovo insediamento con l’intorno urbano già consolidato.


Edilizia



Tutti gli edifici che costituiscono il nuovo quartiere, sia quelli residenziali che quelli a destinazione mista, presentano una caratteristica forma a corte (figura 3). Tutti i lotti interpretano il tema del “castello” e sono accomunati da tre elementi:


 la corte, cuore dell’isolato, su cui si affacciano tutti gli alloggi e in cui si snodano tutti i percorsi che permettono di accedere ai singoli edifici e di giungere agli spazi più pubblici del quartiere. La corte è il punto di riferimento per gli abitanti, è il luogo in cui si svolge la vita sociale quotidiana dei residenti, ma rappresenta anche lo spazio in cui si realizza la mediazione tra lo spazio esterno e la vita privata (figura 4).


 l’involucro, in generale varia a seconda della funzione; all’esterno si presenta più austero, compatto e unitario, mentre all’interno è costituito da elementi più leggeri (figura 5).


 il recinto, elemento che fornisce agli isolati un carattere di introversione. Gli edifici che circondano la piccola corte si ergono imponenti, in modo da formare verso l’interno uno spazio più privato (figura 6).




Il quartiere CasaNova dimostra, attraverso una serie di scelte (materiali isolanti impiegati, spessore dei muri, dimensione e numero di aperture in funzione dell’orientamento dei fronti), l’attenzione posta verso l’ambiente e la volontà di giungere ad una consistente riduzione dei consumi energetici e delle emissioni di sostanze inquinanti. In particolare, gli obiettivi principali che il progetto si è prefissato sono tre:



 RIDUZIONE DEL FABBISOGNO ENERGETICO PER IL RISCALDAMENTO INVERNALE E LA PRODUZIONE DI ACQUA CALDA SANITARIA.


Nel rispetto delle norme vigenti è stato fissato il limite di 30 kWh/mq/anno (CLASSE A) per gli edifici di volume maggiore o uguale a 20000 m3 e di 50 kWh/mq/anno (CLASSE B) per gli edifici di volume minore o uguale a 5000 m3. Tutti gli edifici residenziali del nuovo quartiere quindi rientrano nella CLASSE A o al massimo in quella B. Per gli edifici con altra destinazione d’uso (edifici per il terziario, scolastici, sportivi, …) è prescritto il rispetto della CLASSE A, indipendentemente dalla volumetria. Con queste innovative soluzioni è stato possibile raggiungere un risparmio del fabbisogno energetico annuo del 42% rispetto agli edifici di tipo tradizionale.


 UTILIZZO RAZIONALE ED EFFICACE DELLE FONTI ENERGETICHE NON RINNOVABILI.


Per la produzione e distribuzione di energia termica è stato realizzato un impianto di teleriscaldamento per l’intero quartiere. Questa soluzione presenta numerosi vantaggi, come il controllo delle emissioni inquinanti, che vengono in questo modo concentrate in unico punto, in modo da consentire una costante manutenzione dei valori minimi ed un controllo continuo sulla tipologia e la quantità di emissioni. Con questa innovativa soluzione è stato possibile raggiungere un risparmio del fabbisogno energetico annuo del 31% rispetto ad una soluzione con impianti a caldaie autonome per singola unità abitativa.


 OTTIMIZZAZIONE DELLO SFRUTTAMENTO DELLE FONTI ENERGETICHE RINNOVABILI.


Per una maggiore efficienza energetica e copertura del fabbisogno termico per la produzione di acqua calda sanitaria è stato realizzato un impianto centralizzato a collettori che sfrutta l’energia solare. La maggior parte dei collettori sono stati installati lungo la ferrovia tangente al nuovo quartiere, in posizione ottimale per l’orientamento solare e per l’ampia superficie sfruttabile. E’ inoltre prevista l’installazione di un impianto di refrigerazione ad assorbimento e di un impianto di raffrescamento estivo delle unità abitative, che utilizzi anch’esso l’energia solare come fonte energetica. Con queste innovative soluzioni è stato possibile raggiungere una riduzione del 36% del fabbisogno energetico annuo rispetto a quello prodotto con fonti energetiche tradizionali.




Il nuovo quartiere prevede inoltre innovativi accorgimenti anche per la distribuzione di acqua potabile e di gas ad uso domestico, per lo smaltimento delle acque nere, per la distribuzione di energia elettrica e per lo smaltimento delle acque bianche, sia pubbliche che private, raccolte in cisterne o vasche e successivamente utilizzate per l’irrigazione.


Infrastrutture



L’attuazione del progetto comporta la realizzazione di alcuni interventi al di fuori dell’area, necessari per l’accessibilità al nuovo quartiere e per il collegamento al quartiere adiacente e al sistema della mobilità urbana esistente.


L’integrazione tra l’area di intervento e la città è stata raggiunta mediante l’apparato urbano del verde, il sistema di accessibilità e mobilità, costituito da percorsi pedo-ciclabili e linee di trasporto pubblico, con l’intento di diminuire in modo consistente il traffico automobilistico privato, mantenendo così il sistema della mobilità interna a basso traffico.


La viabilità dell’area di progetto, che presenta attualmente un unico collegamento diretto a Via Resia, sarà integrata con la sistemazione e l’utilizzo della strada arginale esistente, che sarà messa in comunicazione con via Ortles e con la strada centrale del nuovo quartiere con la creazione di un secondo attacco a Via Resia all’altezza del ponte sul fiume Isarco. Si realizzeranno poi due ulteriori collegamenti stradali per congiungersi a Via Resia all’altezza dell’incrocio con Via Bari e Via Sassari.


Il sistema pedo-ciclabile interno al nuovo quartiere sarà connesso al sistema pedo-ciclabile urbano, sia sull’asse che collega il fiume al centro storico che sull’asse perpendicolare a questo, in modo da garantire il collegamento del nuovo quartiere con le attrezzature pubbliche, come scuole e parrocchie.


L’area di progetto coinvolge la presenza della linea ferroviaria che attraversa la città e questo costituisce un’importante occasione per attivare il progetto della “ferrovia metropolitana”. Una scelta importante nell’ambito del nuovo intervento è stata quella della posizione della nuova stazione, forte elemento di riconoscimento e snodo fondamentale per la mobilità di tutta l’area (figura 7).


Ultimo aggiornamento ( giovedì 06 marzo 2014 )
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Nuovo Quartiere Cornaredo Stampa E-mail
Scritto da silvia romiti   
martedì 22 luglio 2008
Autore schedaSilvia Romiti
ProgettistaFOA Federico Oliva Associati e CZA Cino Zucchi Architetti
Anno di Progettazione2004_ concorso di idee; 2006_Masterplan; 2007_Piano Regolatore Generale
Anno di RealizzazioneRealizzazione prevista nel periodo 2008-2015
PaeseSWITZERLAND
Committenza/Soggetti promotoriRepubblica e Cantone del Ticino
Strumenti urbanisticoPRG (Piano Regolatore Generale)intercomunale, Piano Particolareggiato di esecuzione;PTL (Piano Regionale dei trasporti del Luganese), PD(Piano Direttore Cantonale), PVP (Piano della Viabilità del Polo luganese) Piano di zona, Piano del paesaggio, Piano delle Infrastrutture e della mobilità
Dati quantitativi
Popolazione insediata1.600 nuovi abitanti + 5.500 posti di lavoro abitanti
Superficie territoriale (St) mq
Superficie o volume utile edificati (Su)205.000 mq o mc
Superficie fondiaria (Sf)275090 mq
Superficie coperta residenziale (Scr)90.500 mq
Superficie delle strade63.340 mq
Superficie dei parcheggi pubblici20.200 mq
Superficie dei servizi pubblici40.500 mq
Superficie del verde pubblico attrezzato80.500 mq
Numero alloggi (reali o presunti)
Superficie delle attivita commerciali120.000 mq
Superficie delle attivita direzionali40.800 mq
Superficie delle attivita ricettive1200 mq
Superficie delle attivita artigianali e industriali39140 mq
Densità abitativa
Descrizione sintetica generale

Il nuovo quartiere Cornaredo, che verrà realizzato nella periferia settentrionale di Lugano, andrà a costituire la nuova porta alla città da nord, rappresentando un’aggregazione di città, paesaggio, infrastruttura, luogo pubblico.
Il nuovo progetto vuole avviare un importante programma di riorganizzazione territoriale, che attraverso la rete viaria e gli spazi pubblici, permetterà la trasformazione dell’area da periferia a nuova porta urbana. L’apertura di una nuova galleria non sarà, così, solo un nuovo elemento dell’infrastruttura viaria, ma il motore di un nuovo assetto ambientale e urbano di tutta la zona (Fig.1). La riforma della viabilità che, dall’uscita della galleria si connette con la maglia della città storica, diventa la spina dorsale di una serie di spazi pubblici e di tessuti edilizi che si innestano sul territorio esistente caratterizzato dal fiume Cassarate, che unisce il lago e il nucleo storico di Lugano con i comuni limitrofi e le valli a nord. E’ proprio la presenza del fiume a potenziare l’intervento, coinvolgendo non solo le aree interessate, ma l’intero territorio urbano (Fig.2).
Attualmente la zona di Cornaredo è costituita da nuclei residenziali e produttivi, sorti a partire dagli anni ’60, che impoveriscono il paesaggio circostante creando un sistema discontinuo e frammentato. Il quadro urbanistico-ambientale complessivo presenta componenti naturalistiche che caratterizzerebbero positivamente l’area da un punto di vista paesaggistico, ma che purtroppo fino ad oggi non sono mai state sfruttate.
Per ciò che riguarda gli aspetti ambientali, i principali obiettivi risultano:
 Tutela e valorizzazione paesaggistica;
 Rispetto del quadro di risanamento dell’aria del territorio luganese;
 Tutela delle componenti abiotiche del territorio, con particolare riguardo alla protezione delle acque;
 Protezione degli utenti dalle immissioni dannose con particolare riguardo all’inquinamento acustico;
 Dotazione di sistemi di approvvigionamento energetico alternativi;
 Realizzazione di una vasta rete di percorsi pedonali e ciclabili per ridurre l’utilizzo di mezzi motorizzati.
Dal Piano del Paesaggio (Fig.3), si nota quanto il verde, attrezzato e non, abbia un ruolo quasi predominante all’interno del nuovo quartiere (Fig.4). In particolare si distinguono tre ambiti paesaggistici principali: il parco sul fiume Cassarate, il bosco collinare di latifoglie e il cosiddetto “pratone del Trevano”.
Il parco fluviale si sviluppa lungo le sponde del Cassarate modificandone l’aspetto sulla riqualificata via Sonvico. Mentre ad est, il parco assume un disegno più regolare, geometrico in modo da ospitare le attrezzature sportive di vicinato del quartiere, nella zona occidentale la piazza sul fiume rappresenterà, invece, il luogo di aggregazione e fruizione del paesaggio fluviale.
Il bosco di latifoglie, situato nella parte nord-ovest del quartiere dove sorgono gli edifici scolastici, crea una sorta di anfiteatro naturale sulla piana di Trevano. Attraverso la rinaturalizzazione della Roggia Molinara, che confluisce nel Cassarate, è stato progettato un collegamento ambientale e naturalistico tra la collina e il fiume.
Il “pratone del Trevano”, invece, risulta essere un grande parco da utilizzare per manifestazioni culturali e ricreative che si relaziona al nuovo viale urbano sul quale si affaccia il quartiere.
Uno degli aspetti che caratterizzano il progetto è lo studio di via Sonvico (Fig.5), posta tra il fiume Cassarate e il quartiere, al fine di renderla una strada urbana a tutti gli effetti per numero di corsie, equipaggiamento ambientale e permeabilità pedonale. La via diventerà una sorta di boulevard urbano sul quale si affacciano insediamenti commerciali e direzionali e andrà a costituire l’asse portante del nuovo quartiere e l’arteria d’ingresso alla città da nord (Fig.6).
Dal Piano delle Zone (Fig.7) si può notare come la strada di quartiere, adiacente al pratone, che va da sud-ovest a nord-est crea un lungo e basso fronte edilizio a destinazione prevalentemente residenziale che si affaccia verso la collina definendo fisicamente il bordo del prato. Tra quest’ultimo e la riprogettata via Sonvico è situata una larga fascia che permette l’insediamento di edifici di tipo commerciale e terziario di diversa altezza. L’entrata nella città di Lugano dalla nuova rotonda risulta, così, caratterizzata a est dal parco fluviale sul Cassarate e a ovest da un nuovo fronte edilizio.
A est di via Sonvico, l’ansa del fiume Cassarate e il parco fluviale sono ridefiniti da un complesso amministrativo in prevalenza pubblico che rappresenta la testata del progetto verso nord. In questa area, i vari edifici di altezze differenti sono unificati da una piastra comune che si colloca tra il fiume e la nuova rete viaria.
Ad ovest della via, invece, verrà disposto un vasto parcheggio interrato sopra il quale si troveranno una serie di funzioni commerciali e terziarie di tipo pubblico e privato.
A sud, vicino allo stadio a al cinema multisala esistente, nuovi edifici a destinazione mista pubblica e privata rinforzano l’ipotizzata funzione di nodo intermodale trasformando il luogo in una porta urbana.
L’intero complesso risulterà collegato sia da una serie di percorsi ciclabili e pedonali che da un sistema di spazi aperti costituiti dal nuovo parco fluviale, dal Pratone del Trevano e dalla piazza nell’area degli edifici sportivi. Inoltre, sono state progettate anche una serie di passerelle che permettono l’attraversamento del Cassarate da una sponda all’altra mettendo in relazione le aree verdi esistenti, le principali funzioni pubbliche e i tessuti residenziali ai piedi della collina.
Dall’analisi effettuata si può considerare il nuovo quartiere Cornaredo come il primo passo di un progetto di riqualificazione dell’intera vallata del fiume Cassarate e come cerniera tra città e territorio, aree residenziali e aree produttive, verde urbano e verde agricolo e ambientale.
La realizzazione dell’intero quartiere, prevista a partire dal 2008 si concluderà nel 2015 (Fig.9,10,11).

 

Bibliografia
http://www.cornaredo.ch
http://www.lugano.ch/ambiente
http://www.europaconcorsi.com
http://www.planum.net
Qualita' progettuale - componenti del progetto urbanistico
Urbanistica



Il tessuto residenziale si sviluppa principalmente ai piedi della collina e a nord del quartiere. Lungo la fascia tra il pratone e via Sonvico, invece si trovano gli edifici con destinazione prevalentemente terziaria e amministrativa con un’integrazione di residenze verso il parco del Trevano. Le attrezzature di interesse collettivo sono disposte a sud dell’area, mentre quelle produttive sono situate nella zona del Cassarate.


Le principali aree all’aperto sono costituite dal pratone del Trevano, dal parco fluviale e dalla piazza sul Cassarate.


Edilizia



Gli edifici presenti avranno in prevalenza funzioni residenziali, per la maggior parte dei quali sarà adottata la tipologia a corte, e terziarie-amministrative disposte in fabbricati in linea.


Nella parte meridionale è prevista l’edificazione di un palazzetto con funzione sportivo-fieristica e un nuovo stadio da calcio. Inoltre saranno riqualificate le due piste da ghiaccio che costituiscono oggi una delle strutture sportive più importanti della città.


Infrastrutture



La rete stradale, come si può notare dal piano delle infrastrutture e della mobilità (Fig.8), si sviluppa in una viabilità:


_principale, di collegamento della galleria con la rete stradale urbana rappresentato da


Via Sonvico che assumerà le caratteristiche di un boulevard urbano


_secondaria, di connessione con i quartieri limitrofi. Essa sarà costituita da due assi in


direzione nord-sud, ciascuno ai due lati opposti del fiume


_di distribuzione interna al quartiere a traffico moderato


_locale, di accesso ai complessi residenziali


_a traffico limitato, riservata ai mezzi di trasporto pubblico e all’accesso puntuale alle


funzioni insediate.


L’uscita della galleria Vedeggio-Cassarate è raccordata all’asse urbano di Via Sonvico attraverso una rotatoria collocata a ponte sul fiume Cassarate.


Per ciò che concerne l’organizzazione della mobilità lenta, una rete di percorsi ciclo-pedonali garantiscono il raggiungimento dei poli ricreativi, commerciali e sportivi del quartiere. Inoltre, due passerelle attraversano il fiume a metà di via Sonvico.


Un altro elemento determinante per la viabilità è costituito dal nodo intermodale che ha la funzione di raccogliere il traffico in ingresso a Lugano e permetterne l’interscambio con i mezzi pubblici al fine di ridurre la quantità di automobili all’interno della città.


Ultimo aggiornamento ( giovedì 06 marzo 2014 )
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Villaggio fotovoltaico Stampa E-mail
Scritto da ilaria schiaretti   
martedì 22 luglio 2008
Autore schedaIlaria Schiaretti
ProgettistaCollaborazione tra soggetti pubblici e privati
Anno di Progettazione2001
Anno di RealizzazioneIl primo comparto è stato inaugurato nel 2005, mentre il termine dei lavori del secondo è previsto per il 2009
PaeseITALY
Committenza/Soggetti promotori▪ Consulta per l’Edilizia Residenziale e le infrastrutture della Provincia di Alessandria ▪ A.T.C., Agenzia Territoriale per la Casa della Provincia di Alessandria ▪ C.I.E.P.A., Consorzio Imprenditori Edili della Provincia di Alessandria ▪ UNI-C.A.P.I., Cooperativa di abitazione a proprietà indivisa a.r.l. ▪ CONSORZIO EDILIZIO UNIONE ▪ A.R.C.Ab Alessandria, Associazione Regionale Cooperative Abitazione Piemonte
Strumenti urbanisticoProgramma Integrato (art. 5 L.R. n. 18/96) promosso dall’A.T.C. e dalla Consulta e adottato dall’Amministrazione comunale di Alessandria
Dati quantitativi
Popolazione insediata1000 abitanti abitanti
Superficie territoriale (St) mq
Superficie o volume utile edificati (Su)57000 mq o mc
Superficie fondiaria (Sf)18000 mq
Superficie coperta residenziale (Scr)47128 mq
Superficie delle strade25476 mq
Superficie dei parcheggi pubblici3300 mq
Superficie dei servizi pubblici396 mq
Superficie del verde pubblico attrezzato22536 mq
Numero alloggi (reali o presunti)
Superficie delle attivita commerciali-------- mq
Superficie delle attivita direzionali-------- mq
Superficie delle attivita ricettive-------- mq
Superficie delle attivita artigianali e industriali-------- mq
Densità abitativa
Descrizione sintetica generale

Il Villaggio Fotovoltaico è inserito in un importante progetto promosso dal Comune di Alessandria e finanziato dall’Assessorato all'Edilizia Residenziale della Regione Piemonte, al fine di sostenere i costi aggiuntivi di realizzazione. L’importanza del progetto risiede nel fatto che l’intervento non è stato attuato esclusivamente grazie a finanziamenti privati, come nella maggior parte dei casi, ma è stato caratterizzato dall’integrazione di investimenti da parte di enti pubblici, cooperative edilizie e soggetti privati. Il progetto è stato realizzato dai componenti della Consulta Operatori Edilizia Residenziale della Provincia di Alessandria, un’associazione tra operatori edili, istituzioni pubbliche, enti privati ed istituti bancari, che, svolgendo un ruolo di collegamento e di coordinamento locale, permette la realizzazione di importanti progetti nell’ambito dell’edilizia residenziale. Il piano, primo esempio di intervento integrato in Italia, utilizza come strumento di riqualificazione urbana e ambientale dell’area il Programma Integrato promosso dall’A.T.C. e dalla Consulta e adottato dall’Amministrazione comunale di Alessandria.
Il Villaggio Fotovoltaico di Alessandria è situato nel quartiere Cristo, alla periferia sud-ovest della città, che necessitava di interventi di riqualificazione non solo a livello urbanistico, ma anche socio-ambientale. Il progetto infatti interviene anche sul piano sociale, dotando l’area di attrezzature ludico-sportive e di servizi comuni, aperti a tutto il quartiere e alla popolazione residente nelle zone limitrofe, studiati per favorire l’integrazione sociale dei vari nuclei insediati (figura 1). Grazie a questo intervento l’area in esame si è trasformata da zona fortemente degradata a complesso residenziale quasi autosufficiente. Il valore dell’intervento non risiede tanto nella qualità architettonica e urbana perseguita attraverso l’impianto volumetrico e l’ampia dotazione di spazi aperti e servizi di quartiere, quanto nella volontà di portare la sostenibilità ed il risparmio energetico all’interno di un piano di edilizia economica e popolare così esteso. Questo è testimoniato dal fatto che il progetto partecipa al programma europeo HIP-HIP (House Integreted PV-Hightech In Pubblic). L’obiettivo dell’intervento è quello di contribuire, mediante la standardizzazione internazionale e la realizzazione di numerosi impianti, alla riduzione dei costi della tecnologia fotovoltaica in Europa. In particolare, il programma promuove l’ ottimizzazione del bilancio energetico degli edifici dotati di impianti fotovoltaici attraverso l’uso di materiali e tecniche costruttive adeguate, mediante una sensibilizzazione degli utenti e attraverso una particolare attenzione a determinati fattori fisici dei fabbricati, come l’orientamento, l’inclinazione degli impianti, ecc.
Il Ministero dell’Ambiente, con la Legge n. 344 dell’8 Ottobre 1997 “Disposizioni per lo sviluppo e la qualificazione degli interventi e dell’occupazione in campo ambientale”, ha istituito dei premi per sostenere e promuovere lo sviluppo dell’eco sostenibilità ambientale, tramite la diffusione delle nuove tecnologie. Il Comune di Alessandria si è candidato per il “Premio per le città sostenibili 2000” con il progetto del Villaggio Fotovoltaico. L’intervento, denominato “Energie rinnovabili in ambiente urbano: il fotovoltaico ad Alessandria”, ha avuto uno dei sedici riconoscimenti previsti dal concorso ed è stato premiato col primo premio.

 

Bibliografia
http://ecoalfabeta.blogosfere.it
http://www.ilsolea360gradi.it
http://www.sanpaoloimprese.com
http://www.buoneinpratica.it
http://www.comune.alessandria.it
C. Bisceglia, "Progettazione urbana sostenibile nei paesi a clima mediterraneo", in L’industria delle costruzioni, n. 398, pp. 94-103, 2007
Qualita' progettuale - componenti del progetto urbanistico
Urbanistica



Il progetto si articola su due livelli, uno pubblico ed uno privato, fortemente connessi l’uno all’altro. La parte pubblica si concretizza in un percorso che attraversa tutte le aree oggetto di intervento e collega un ampio spazio destinato al gioco per i bambini collocato in Piazza Pertini, alle attrezzature ludico-spotive della Piazza Grande. La parte privata è costituita da otto edifici di edilizia economica, di cui tre sono case popolari, mentre le rimanenti sono state assegnate alle cooperative per l’edilizia sociale e ad operatori privati (figura 2).


Gli edifici residenziali del nuovo intervento si affacciano tutti su un’ampia area verde, una sorta di grande corte dotata di percorsi pedonali di collegamento. La presenza del verde e dell’acqua acquistano notevole importanza nello sviluppo del nuovo intervento; in fase progettuale sono stati infatti svolti numerosi studi ambientali sull’uso degli spazi, al fine di restituire alla zona, anche solo simbolicamente, gli elementi sottratti dalla costruzione degli edifici o che risultavano già assenti. L’intervento prevede inoltre la creazione di alcuni spazi bioclimatici attraverso lo studio della piantumazione, del disegno del verde e delle infrastrutture ad esso correlate, inserite in funzione degli orientamenti ergonomici degli edifici e delle esigenze dell’area.


Edilizia



Gli edifici residenziali previsti nel progetto ospitano circa 300 alloggi; nonostante si tratti di edilizia popolare, i fabbricati si presentano luminosi, colorati e sono inoltre dotati di significative soluzioni tecnologiche. Un aspetto innovativo di questi edifici, oltre alla dotazione di pannelli fotovoltaici, è l’abbinamento di alcuni materiali costruttivi, come legno e cemento. In aggiunta agli edifici adibiti a residenza il villaggio fotovoltaico comprende un centro di aggregazione sociale polifunzionale, attrezzature per giochi, impianti di supporto logistico di quartiere, ampie aree di verde pubblico dotate di spazi di sosta ombreggiati e piantumazioni di folta vegetazione e infine uno specchio d’acqua attraversato da un ponte pedonale in ferro e legno.




La parte di impiantistica fotovoltaica, curata dall’ANIT (Azienda Nuove Iniziative Tecnologiche), riguarda l’installazione di oltre 160 kW di moduli sulle coperture degli edifici non solo residenziali per circa 3000 mq di superficie complessiva. L’energia prodotta dagli impianti fotovoltaici sarà in grado di coprire al 100% il consumo di energia elettrica delle parti comuni dell’intero complesso (illuminazione spazi comuni e percorsi, funzionamento citofoni, ascensori e centrali termiche) e fino al 70% di quello dei singoli appartamenti. Gli impianti sono stati realizzati nell’ambito del programma nazionale “10000 tetti fotovoltaici”, curato dal Ministero dell’Ambiente, che ha permesso di usufruire di un finanziamento pari a circa il 70% del costo complessivo.



Negli edifici residenziali di Piazza Pertini, realizzati dall’ATC di Alessandria, i pannelli solari sono collocati sui tetti, quindi non sono direttamente visibili dall’esterno (figura 3). La piazza comprende anche un giardino con labirinto e un parco giochi per bambini. Altri edifici residenziali di edilizia privata presentano pannelli solari verticali in corrispondenza delle scale, in aggiunta a quelli sul tetto (figura 4). Questo dimostra la possibilità di aumentare la produzione di energia usando i pannelli anche come elemento decorativo. Sull’altra piazza presente nel comparto si affacciano altri edifici dotati di pannelli solari; la piazza comprende anche un laghetto con fontana, un pergolato anch’esso dotato di pannelli solari ed un’ampia pista per il pattinaggio (figura 5; figura 6). Anche il centro sociale polivalente è alimentato al 100% da pannelli solari, come i display di ogni fermata dell’autobus (figura 7). Il risparmio energetico accompagna e caratterizza quindi ogni luogo del nuovo intervento.


Infrastrutture



Per quanto riguarda le infrastrutture per la viabilità, oltre all’adeguamento del sistema viario locale, sono stati studiati gli elementi di connessione tra l’area che ospita il nuovo intervento e gli ambiti ad essa adiacenti, in modo da integrare il progetto con l’esistente e rendere accessibile il villaggio anche ai residenti delle zone limitrofe. Il programma ha permesso infine la realizzazione di 73 autorimesse nel sottosuolo per favorire l’aumento della dotazione di parcheggi privati per le utenze residenziali di tutta la zona.



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