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Riqualificazione MOI di Torino (ex Mercati Ortofrutticoli all’ Ingrosso) Stampa E-mail
Scritto da antonio   
lunedì 21 luglio 2008
Autore schedaAntonio
ProgettistaArch. Benedetto Camerana
Anno di Progettazione2002
Anno di Realizzazione2003-2005
PaeseITALY
Committenza/Soggetti promotoriCittà di Torino, Agenzia Torino 2006
Strumenti urbanisticoPiano di recupero
Dati quantitativi
Popolazione insediata2005 abitanti
Superficie territoriale (St) mq
Superficie o volume utile edificati (Su)56872 mq o mc
Superficie fondiaria (Sf)7781 mq
Superficie coperta residenziale (Scr)60000 mq
Superficie delle strade13980 mq
Superficie dei parcheggi pubblici4000 mq
Superficie dei servizi pubblici20000 mq
Superficie del verde pubblico attrezzato14454 mq
Numero alloggi (reali o presunti)
Superficie delle attivita commerciali20000 mq
Superficie delle attivita direzionali mq
Superficie delle attivita ricettive9000 mq
Superficie delle attivita artigianali e industriali mq
Densità abitativa
Descrizione sintetica generale

L’obbiettivo era progettare una nuova parte di città, pensata non solo per ospitare atleti e giornalisti durante i Giochi, ma soprattutto per dare vita a molte diverse funzioni urbane dopo il marzo 2006. Ma se, come è ovvio, le attività per il periodo olimpico erano chiare e definite, le funzioni per il post-olimpico erano ancora più incerte. Non poteva essere altrimenti in una Torino teatro di una profonda trasformazione produttiva e di vocazione, e dunque di un vivo dibattito sulle strategie del proprio cambiamento.
Il progetto si proponeva di lavorare su 4 temi principali suddivisi in 8 lotti funzionali.
Il primo tema era il vero e proprio Villaggio Atleti, un nuovo quartiere residenziale da 750 appartamenti per ospitare 2500 atleti.
Il secondo tema era la riorganizzazione di un grande complesso produttivo come l’ex MOI, i vecchi Mercati Ortofrutticoli all’ Ingrosso, un grande sistema di edifici razionalisti di riconosciuto valore architettonico, progettati da Umberto Cuzzi tra il 1932 e il 1934. Il bando richiedeva che il MOI venisse recuperato e trasformato in 25.000 mq di servizi agli atleti e al sistema olimpico in genere.
Il terzo tema era una lunga passerella pedonale che, scavalcando i circa 368 m del parco ferroviario del Lingotto, avrebbe collegato le rinnovate strutture dell’ex MOI con la stazione della metropolitana, allora prevista dietro il Lingotto, in seguito spostata in altra area.
Il quarto tema era il Villaggio Media, un grande albergo destinato ad ospitare circa 1000 giornalisti, subito a nord del Villaggio.
La scelta dell’ente promotore di localizzare il Villaggio Olimpico in aree urbane attualmente poco valorizzate attribuisce all’intervento il compito di volano della riqualificazione per l’intero distretto.
La progettazione ha voluto quindi conferire un carattere peculiare agli edifici al fine di rendere riconoscibile il quartiere nel futuro ed identificarlo con il titolo di quartiere olimpico, come era già avvenuto a Torino negli anni sessanta per il complesso di Italia ’61.
Il villaggio diventa inoltre un elemento connettivo tra il quartiere di matrice razionalista e il complesso del Lingotto al di là della ferrovia e riduce, sia visivamente che fisicamente, questa parte di città.

Bibliografia
Officina Città di Torino, Torino MOI da mercati generali a villaggio olimpico, Racconti Multimediali, Torino 2005
Casabella, n 755, Maggio 2007: “Torino città post-olimpica”
Progettare un Villaggio Olimpico, Benedetto Camerana
www.agenziatorino2006.it
www.comunetorino.it
Qualita' progettuale - componenti del progetto urbanistico
Urbanistica

L’ area di progetto era un lotto molto lungo e stretto affacciato su un grande parco ferroviario,come su un waterfront dimenticato, e sull’altra “sponda” l’immensa struttura industriale della Fiat Lingotto, reinventata da Renzo Piano come grande contenitore di funzioni urbane,collegato al Villaggio tramite una passerella pedonale che voleva un “segnale”,nel contempo olimpico e urbano.
Il principio base era quello della continuità tra il quartiere olimpico e la città circostante. Il che voleva dire riprendere il ritmo degli isolati esistenti, prolungare dentro i nuovi lotti le vie trasversali e le forti linee parallele delle arcate del MOI, elevare verso via Giordano Bruno un fronte urbano tendenzialmente lineare, piuttosto denso se pur discontinuo, e infine aprire verso la città gli spazi dei vecchi mercati.
Il quartiere segue una composizione interessante, perché riesce a conciliare un’alta densità con una soluzione paesaggisticamente aperta. Gli edifici più alti ai margini dell’area verso l’interno si abbassano progressivamente,aprendo viste diagonali sul Lingotto e la collina.
Come detto precedentemente sono otto i lotti di intervento (vedi foto 1)
LOTTO I
Prevede la costruzione di un albergo che durante i giochi ospiterà i giornalisti.
LOTTO II
Nell’ambito delle opere per la realizzazione del Villaggio Olimpico è prevista la conservazione e ristrutturazione delle strutture poste nell’area centrale storica soggetta a vincolo della Soprintendenza per i ortofrutticolo ha come obbiettivo la realizzazione della zona di servizio al Villaggio (centro logistico). Il bando richiedeva che il MOI venisse
trasformato in 25.000 mq di servizi agli atleti (ristorante,palestre, policlinico, piccoli negozi, banca).
LOTTI III-IV-V
Ospiteranno le residenze per gli atleti.
LOTTO VI
Il progetto del lotto VI scaturisce dall’esigenza di riqualificare e di valorizzare un’importante spazio individuato come sito destinato ad ospitare il Villaggio. L’obbiettivo primario è quello di realizzare uno spazio confortevole per il periodo olimpico e post olimpico che svolga pienamente le sue funzioni sociali, di ritrovo e sosta per la cittadinanza di Torino, nonché ricreative e naturalistiche. Esso rappresenta il centro dello spazio pubblico della sistemazione esterna del Villaggio. In particolare esso è costituito da tutto l’asse orientale al confine con le pertinenze ferroviarie, e da un ampio spazio centrale tra i lotti III e IV sopra l’esistente sottopassaggio stradale.
Il verde dei cortili avranno un disegno che si differenzia nei singoli isolati e che ricorda le “tracce” degli sport olimpici: le curve dello sci, i solchi lineari dello sci di fondo, le tracce spezzate dell’hockey, le linee morbide disegnate dal pattinaggio artistico.
LOTTO VII
sarà destinato ad un percorso ciclo-pedonale che ospiterà un corpo di risalita, esattamente in asse con l’edificio centrale dei mercati, che condurrà sulla passerella-segnale che, traverso una passeggiata in quota, porterà ad usufruire anche dei servizi del Lingotto.
LOTTO VIII
Un ultimo intervento riguarderà la ristrutturazione di Piazza Galimberti.
Prima che andassero via i Mercati era una piazza utilizzata come parcheggio per i camion, una zona molto rumorosa e disordinata. Dopo la riqualificazione la piazza ha assunto un aspetto più <..signorile..>.
Ci saranno aree con giochi per i bambini, campi di bocce per anziani, vialetti secondari in cui ognuno potrà trovare un'oasi di tranquillità, una fontana ricostruita con blocchi di cemento facenti parte dell'arredo urbano precedente. Adesso,con il giardino, è diventata un punto di aggregazione per i giovani e soprattutto uno strumento di rilancio degli esercizi commerciali della zona.

Edilizia

Una soluzione a scacchiera quindi, una articolata distribuzione di elementi di uguale base rettangolare: una quarantina di palazzine, disposte in modo più fitto e continuo sul fronte urbano e più discontinue verso il vuoto ferroviario e il Lingotto.
Il masterplan era impostato per fare in modo che le espressioni compositive di ognuno dei partecipanti alla progettazione dell’area residenziale, si sarebbero esplicitate negli alzati, in modo da ottenere una nuova parte di città costruita su linguaggi e soluzioni differenti, pur nella razionalità costruttiva generale.
Di fatto nasceva un progetto che era una ricomposizione del tessuto urbano tradizionale, fatto di isolati, fronti stradali, piazze, in uno schema a scacchiera, sul quale disporre, lungo le diagonali, gli edifici staccati,” free standing solitaries” ( definizione data da Camerana e Steidle), incrociati a piccoli cortili-piazza che, in un mix di pubblico e privato, permettevano di dare una chiara individualità alle diverse abitazioni e di sviluppare un forte sistema di spazi pubblici interni all’isolato.
Un fattore fondamentale della proposta è statala libertà dalle indicazioni del PRG,premessa dalla procedura concorsuale che avrebbe tradotto il progetto prescelto i un piano particolareggiato. Si è voluto, infatti, marcare una differenza da certe indicazioni del Piano, evitando sia la tipologia a torre, sia lo schema tradizionale dell’isolato chiuso a corte e di conseguenza il risvolto negativo di esso e cioè le stecche continue, i muraglioni urbani, strutture che con una certa pesantezza sono cresciute a Torino in questi anni, non senza qualche polemica.
Un’ altro segno Olimpico è quello dei colori. Il progetto prevedeva infatti che le facciate dei nuovi edifici fossero vivamente e variamente colorate, per avere una facile e immediata associazione con i colori delle bandiere, simbolo più evidente delle nazioni partecipante ai giochi.
I progetti definitivi erano gia molto ben studiati dal punto di vista della sostenibilità ambientale attraverso l'uso di tecniche bioclimatiche, come la connessione degli appartamenti a una rete di teleriscaldamento, i pannelli solari e le serre applicate, che immagazzinano calore durante l'inverno e catturano il vento d'estate, sistemi di recupero dell'acqua piovana per irrigare le aree verdi e divieto di circolazione della macchine.
Lotto III
La struttura del lotto è stata pensata in modo tale che si creino spazi
privati e pubblici ben distinti, ciò comporta la presenza di piazze, strade e cortili, ed è
proprio in questi luoghi di separazione tra pubblico e privato che si integrano tra loro diverse funzioni come mezzi di trasporto, servizi per il tempo libero ed aree di ristoro.
Sulla via Giordano Bruno si ritagliano spazi dedicati per accogliere attività commerciali come negozi, bar, uffici. In particolar modo la piazza nata dall’incrocio delle vie interne funge, oltre che da luogo di smistamento anche da punto di ritrovo per gli abitanti della zona.
Gli edifici hanno una superficie di 20,37x13,77 m con un interpiano di 3,10 m talea consentire un altezza libera interna per ogni alloggio di 2,71 m. La qualità degli alloggi è stata pensata soprattutto per il periodo post-Olimpico, ed è appunto perseguendo i massimi standard abitativi che si è cercato di realizzare edifici con ottimali confort termici, acustici e visivi. Ogni alloggio possiede almeno due arie, ma ciò che li caratterizza di più è che tutti gli alloggi rispettano le normative sui disabili.
Gli alloggi tipo al piano terreno sono pensati come duplex, cioè su due livelli, in modo da poter suddividere la zona giorno da quella notte. Il duplex al piano terreno risulta essere la miglior soluzione adottabile per massimizzare il confort abitativo, poiché permette di avere l’area giorno adiacente al piano giardino, mentre la zona notte in elevato protetta dai rumori e dal passaggio di persone. Gli appartamenti nei piani superiori sono distribuiti su un unico piano e occupano ciascun almeno un angolo dell’edificio. Dal quarto piano in poi, arretramenti al filo della facciata permettono il nascere di pregevoli terrazze per i diversi alloggi. Ogni appartamento possiede almeno un balcone. Di particolare valore architettonico è la scala interna che partendo da un atrio a doppia altezza attraverso l’edificio fino a raggiungere i muri esterni vetrati che la illuminano naturalmente, fruendo anche dell’illuminazione zenitale che dall’alto dell’edificio la illumina. La scala permette inoltre di raggiungere all’ultimo piano la terrazza accessibile a tutti, da cui si può godere del panorama.
Lotto IV
Il lotto IV presenta un fronte compatto su via Pio VII che raccorda le architetture dei lotti III e V, mentre all’interno gli edifici a torre seguono la maglia ortogonale definita dai percorsi viari che riprendono gli assi urbani del quartiere. La redazione del progetto IV è volta a rispondere alle esigenze proprie della doppia vocazione dell’intervento: da un lato il Villaggio Olimpico e dall’altro la sua riconversione in edilizia residenziale. Alla prima fase in cui il complesso architettonico ospita gli atleti ed è quindi una struttura funzionale e funzionante per l’evento sportivo, segue una seconda fase in cui l’edilizia olimpica si adegua senza spese significative di riconversione in edilizia residenziale e l’architettura diventa parte integrante della città. Le esigenze legate al Villaggio sono quelle proprie di una struttura ricettiva che garantisca il confort e la sicurezza degli atleti, ma al tempo stesso sfrutti al massimo gli spazi abitativi a disposizione. Ogni edificio è quindi stato pensato come un hotel e organizzato in nuclei residenziali di taglio variabile da una a quattro camere con almeno un servizio igienico visitabile da un disabile. Per garantire minimi costi di riconversione in residenza sono state scelte tipologie di appartamenti che senza alcuna modifica strutturale ben si adattano al futuro uso abitativo, anche per quanto concerne il profilo impiantistico.
Lotto V
Il lotto confina a nord-ovest con al via Giordano Bruno a sud-ovest con al via Bossoli, a sud-est con al via Zino Zini e con uno spazio pubblico di rispetto dove è prevista una
pista ciclabile, a nord-est con un giardino collettivo che lo divide dal lotto IV. Il lotto a forma circa quadrata misura complessivamente 10,324 mq circa. Il lato da nord-est
verso sud-ovest ha una leggera salita con una differenza di quota di circa 1,50 m. Nel lotto sono previsti 13 edifici, otto di questi allineati sulle vie Bossoli e G. Bruno, cinque
situati all’interno del lotto. La disposizione e l’articolazione formale degli edifici intende creare spazi ed immagini differenziate, ciascun edificio pur concorrendo alla formazione
della composizione complessiva si evidenzia per i suoi caratteri particolari per dimensione, forma, materiali, decorazioni. L’altezza media degli edifici è di sette piani con alcune parti che si ergono sino a otto piani. Soltanto un edificio centrale cresce in una sua parte limitata a nove piani costituendo una “torre” con funzioni di segnale visivo. Tutti gli edifici posti lungo la via Bossoli e la via G. Bruno hanno al piano terra spazi commerciali e sono collegati da un porticato continuo in struttura leggera.
Uso post-olimpico
Le aree sono di proprietà della Città di Torino che, attraverso apposita convenzione, le mette a disposizione dell’Agenzia Torino 2006 per la realizzazione delle opere e del TOROC (TORino Organising Committee, ovvero Comitato per l'Organizzazione dei XX Giochi Olimpici Invernali) per l’esecuzione dell’evento olimpico, al termine del quale le aree ed i sovrastanti edifici verranno resi alla Città per l’esecuzione delle opere di riconversione ed il successivo utilizzo definitivo. Ad oggi si prevede che le palazzine residenziali dei lotti III, IV, V verranno destinate all’edilizia convenzionata mentre non si sa ancora cosa avverrà dell’area centrale storica.
Lotto II
Il complesso dei Mercati Generali di via G. Bruno n. 181 è stato realizzato in epoche diverse dal dopoguerra ad oggi, espandendosi in funzione delle necessità e dei fabbisogni. È formato da costruzioni in cemento armato suddivise in stalli gia utilizzati per la vendita dei prodotti ortofrutticoli all’ingrosso; tettoie in ferro ed in c.a., fabbricati ad un piano destinati ad uffici e servizi, locali per l’immagazzinamento delle derrate alimentari e porticati destinati all’operazione di carico e scarico. Il progetto di riconversione prevede la realizzazione di spazi polifunzionali destinati alla zona internazionale e di servizio al Villaggio Olimpico durante le Olimpiadi ed ai servizi per i residenti nella successiva gestione post-olimpica.
Per il recupero degli edifici storici, l’intenzione di Albert Constantin, architetto incaricato della progettazione della zona internazionale, era quella di valorizzare i punti forti del progetto di Cuzzi. La parte più importante, per dimensione ma anche per valore spaziale, sono i due corpi, nord e sud, delle arcate, strutturati come delle halles con illuminazione zenitale. Per la loro chiusura si ripreso i disegni di Cuzzi progettando delle grandi vetrate ad arco, arretrandole in modo da realizzare un sistema di porticati sulle testate. Negli spazi delle arcate cosi riordinate sono stati inseriti dei mezzanini, strutture leggere in acciaio e legno, facilmente smontabili dopo i Giochi, che hanno permesso di raggiungere i 20.000mq di superficie coperta necessaria agli atleti e ai giornalisti.

Infrastrutture

Steidle e Dutton, progettisti incaricati della realizzazione della passerella, avevano gia pensato di dare ad essa il ruolo di “segnale” emergente, nel contempo olimpico e urbano,immaginando una struttura innovativa, di forza e leggerezza, in grado di confrontarsi con le emergenze high tech e simboliche del Lingotto: la Bolla e lo Scrigno. Cosi, con una passeggiata in quota, volutamente prolungata fin dentro al Lingotto stesso, oltre i limiti previsti dal bando di concorso, creando in questo modo una connessione diretta tra due grandi sistemi urbani rinnovati, due strutture del razionalismo architettonico produttivo, nel segno di una città olimpica, alla ricerca di una nuova centralità urbana per la Torino del futuro.
Il progetto si è sviluppato rapidamente: una passerella strallata a campata unica di 156 m senza appoggi, a oltrepassare il sedime ferroviario,sorretta da un grande arco, alto 69 m, posizionato alle spalle del complesso storico. Alle due testate si aggiungono le parti non strallate, per altri 212 m di lunghezza, e il collegamento con la passerella del Lingotto di R. Piano.
Alle spalle degli edifici storici dei Mercati e per tutta la lunghezza del lotto verrà realizzata una pista ciclo-pedonale che non solo metterà in collegamento i nuovi poli residenziali ma si inserirà all’interno della rete infrastrutturale della mobilità esistente.

Ultimo aggiornamento ( mercoledì 14 dicembre 2011 )
 
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