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Nuova città di Avezzano Stampa E-mail
Scritto da simone bettosi   
mercoledì 04 marzo 2009
Autore schedaCiliento - D'Avolio - Di Renzo
ToponimoAvezzano
StatoITALY
Anno di progetto
Docente tutorPaolo Ventura - Damianos Damianakos
CollocazioneIndipendente
Sito{sito}
Idrografia
Tipologia funzionale
Abitanti38000
Superficie104 kmq ha
Densità abitativa
INQUADRAMENTO TERRITORIALE 2
-CONTESTO FISICO 2 -COLLEGAMENTI CON I MAGGIORI CENTRI VICINI 3 -CONTESTO ECONOMICO 4 ANALISI FOTOGRAFICA 5


CENNI STORICI 7
L’ETA’ANTICA – EOMA E ALBA FUCENS 7 L’ETA’ MEDIEVALE – CRSINI E COLONNA 8 IL PROSCIUGAMENTO DEL FUCINO 9 IL TERREMOTO 11


GLI OBIETTIVI 13
LA NUOVA CITTÀ DI AVEZZANO
LA FORMA 14 IL LAGO E IL PARCO 15 LA STAZIONE 18 L’AREA INDUSTRIALE E L’AREA SPORTIVA 18


INDICE DELLE FIGURE 20

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Inquadramento territoriale
• Contesto fisico
Il sito d’intervento progettuale si colloca nella parte centrale dell’Abruzzo, la Marsica, sotto la provincia de L’Aquila, quasi equidistante da Pescara e da Roma sul percorso della Strada Consolare Tiburtina. Situata nel cuore dell’Appennino Abruzzese, Avezzano s’incunea tra due rilievi principali noti come Monte Salviano e Monte Velino e si estende sulla vasta pianura del Fucino, che fino al XIX secolo ospitava l’omonimo lago, poi prosciugato. Le altitudini, quindi, vanno dal massimo di 1398 metri s.l.m. dei “Tre Monti” e di 652 della Piana Fucense; l’abitato si trova mediamente a 700 metri s.l.m..
Il territorio attuale d'Avezzano è il risultato delle vicende storiche che, dal finire del Duecento e fino al termine del XX secolo, portarono lo stesso ad inglobare altri centri vicini con un'estensione attuale di 104 kmq su cui si muovono 38.858 abitanti, pari a 373,6 ab. per kmq.

Il letto prosciugato del Fucino fornisce una zona pianeggiante destinata all’agricoltura, in contrasto con l’ambiente circostante notevolmente montuoso.
• Collegamenti con i maggiori centri vicini

• Contesto economico
Avezzano è una città prevalentemente agricola, anche se nella seconda metà del secolo è notevolmente incrementata l’importanza di un’area industriale di carattere internazionale, vista la presenza preponderante dell’industria americana di elettronica MICRON (ex Texas-Instrumental). La presenza di quest’attività e della Telespazio (l’area di ricezione satellitare della tv araba che copre l’intero territorio nazionale) ha innescato un particolare fenomeno residenziale atipico per una città non decisamente turistica: il continuo susseguirsi di impiegati arabi e americani ha messo in moto un mercato attivo di compravendite immobiliari e di affitti. Le riflessioni sull’importanza preponderante dell’agricoltura e le possibilità di sviluppo che derivano da questa, ci hanno portato a notare l’assenza di una cooperativa agricola che unisca e tuteli tutti coloro che in questo settore lavorano e di questo settore vivono.

Analisi fotografica



Figura 2 -Lo stemma degli Orsini

Figura 4 -Il Santuario della Madonna di Pietracquaria

Figura 5 -La piscina comunale
Cattedrale

Figura 7 -Il nuovo teatro comunale Figura 8 -La struttura ospedaliera

Figura 9 -La biblioteca comunale (progettata Figura 10 -L'area industriale da Portoghesi)


Cenni Storici
L’ETA’ANTICA – Roma e Alba Fucens
Con la fine delle « Guerre Sannitiche », l'area marsicana possiede una notevole importanza strategica con la colonia di Alba Fucens posta nel crocevia di collegamento tra i territori dei Sanniti e dei loro vicini alleati, Umbri ed Etruschi. Questa importanza strategica contribuì anche ad un controllo commerciale dei sistemi viari diretti verso il sud della penisola con lo sviluppo economico delle ville poste nel territorio agrario coloniale.
Nel finitimo territorio marso il fenomeno del mercenariato italico è notevolmente attivo: la vicina Valle Roveto, probabilmente, continua ancora per tutta la prima metà del III secolo, ad essere attraversata dai mercenari Marsi diretti in Campania e Lucania per essere reclutati dalle potenze del Mediterraneo (Greci e Cartaginesi). Questi temibili guerrieri (« figli di Marte ») lasciano le loro tracce dal V al III secolo a.C. nei santuari fucensi, palentini e lirini, attestate da bronzetti di Marte ed Ercole loro numi tutelari e dalla monetazione in argento e bronzo delle città campane, della Magna Grecia, greche, sicule e puniche (Grossi 1990a, 288-292). Solo dal trattato romano¬cartaginese del 241 a.C., al termine della II guerra punica, che proibì ai Cartaginesi di arruolare mercenari in Italia, la mobilità sociale geografica italica, rappresentata dalla pratica del mercenariato, venne meno con la conseguenza di costringere i socii marsi al solo servizio militare a favore di Roma che sembra in sostanza adempiere la stessa funzione demografica ed economica in precedenza assolata dal mercenariato e dalle altre attività predatorie tradizionali.
Nella nuova realtà coloniale albense degli inizi del III secolo a.C., i centri fortificati marsi descritti sono ormai abbandonati ed i loro ambiti comunitari si trovano inseriti nel nuovo territorio della colonia di Alba Fucens (« Ager Albenses »). Con il III secolo a.C. la Marsica cambia il suo aspetto insediamentale con la nascita di nuovi abitati collinari e di pianura non fortificati, i « vici »; villaggi di piccole e medie dimensioni che nel tempo soppiantano i centri fortificati nelle funzioni territoriali, e che avranno lunga vita fino all'alto medioevo. È questo il periodo in cui si afferma una struttura insediamentale di tipo «oppido¬vicano» con grandi centri fortificati distrettuali retti da magistrati pubblici, meddices, e numerosi villaggi dotati di veri e propri santuari
interni o posti nelle vicinanze. Si sviluppano le arterie viarie con la creazione di vere e proprie strade (tagliate nella roccia o in terra battuta retta da muretti).
Agli inizi del I secolo a.C., dal 91 all'88, l'area presa in esame fu sicuramente interessata dagli avvenimenti legati al « bellum Marsicum », l'ultimo epico scontro fra Roma e gli ex Safini, con le inevitabili conseguenze sulle strutture insediamentali. Con la fine della Guerra Sociale, intorno alla metà del I secolo a.C., la romanizzazione del finitimo mondo marso sarà completa con la nascita dei municipia e le relative divisioni territoriali che ricalcheranno i confini fra i Marsi e le colonie romane dell'area.
L’ETA’ MEDIEVALE – Orsini e Colonna
Il ‘400 vede i numerosi conflitti fra Orsini e Colonna per il possesso delle contee di Tagliacozzo ed Albe, conflitti terminati sul finire del secolo con la vittoria dei Colonna. La sede comitale d'Albe, cui Avezzano apparteneva, era ormai, come abbiamo già detto, in abbandono ed Avezzano, il più importante feudo della contea, diventava ormai la sede permanente dei nuovi feudatari laziali.
Avezzano al termine del medioevo si presentava come un borgo ben accentrato con una “Via centrale” ed altre strade, il percorso perimetrale con supportici sulle mura dotate di torrioni angolari e rompitratta semicilindrici: sulle vie centrali, aperte sulle due piazze (“Centrale” e di “S. Bartolomeo”) le residenze signorili mostravano i loro arredi architettonici tardo-gotici. Sulle mura si aprivano tre porte: Porta S. Francisci verso il Castello, l'Aia pubblica e la chiesa di S. Francesco; la più antica Porta Sancti Bartholomaei aperta verso la pieve di S. Andrea e le rive fucensi; la Porta Sancti Felici in direzione della strada che portava ad Albe. Sul finire del medioevo il costante conflitto fra Orsini e Colonna trovò termine: importanti appaiono diversi diplomi di Federico II d'Aragona databili dal 1495 al 1499 in cui è ben chiara la vittoria dei Colonna sugli Orsini.
Figura 11 -il castello Orsini

La seconda metà del secolo, seppur fra i vari conflitti e passaggi di mano, segna lo sviluppo della mobilità geografica umana dell'area con specializzazioni dovute alle caratteristiche morfologiche e climatiche locali. Le migrazioni stagionali dei braccianti agricoli dei Palentini, del Piano di Vico e Valle di Nerfa verso la Campagna Romana, nei possessi degli Orsini e Colonna, si fanno più consistenti. Le popolazioni della Valle di Nerfa si specializzano nella pastorizia e nell'allevamento equino (i “cavallari”), utilizzato per i passi appenninici e la Campagna Romana: rinasce la vecchia strada romana che da Corcumello, per Pagliara, e Cappadocia, raggiunge Vallepietra e Subiaco; strada che diventa mèta di frequenti pellegrinaggi al santuario trinitario di Vallepietra da parte delle genti della Marsica occidentale.
IL PROSCIUGAMENTO DEL FUCINO
Il livello delle acque del lago era sempre variabilissimo e le sue continue escrescenze sui terreni e paesi limitrofi provocavano danni ingenti, tanto che già gli antichi regnanti romani si impegnarono nel tentativo del prosciugamento del Lago Fucino (Augusto e Claudio).
Dagli schiavi romani fu realizzato un lungo tunnel e, in seguito, furono scavati 30 pozzi per fornire aria ai lavoratori (Cunicoli Di Claudio, o di Nerone, fig.1). Svetonio racconta: "Compiuto l’emissario, dopo 11 anni di incessanti lavori con l’opera di circa 20.000 schiavi e circa 10.000 tra carpentieri, muratori, specialisti, ecc.. l’imperatore volle celebrare l’avvenimento con solennità che superasse ogni altro splendore."
Figura 12 -I Cunicoli di Nerone

L’apertura dell’emissario di Claudio, secondo Tacito, ebbe luogo verso la metà del 52 d.C., ma le acque smisero di defluire verso la fine del 55 d.C. per difetto di manutenzione e per la sospensione dei lavori di scavo del canale che riceveva le acque dell’emissario. Sebbene l’emissario Claudiano fosse stato oggetto di una corretta amministrazione, succeduto a Claudio il figlio Nerone, questi non manifestò più alcun interesse per la sua manutenzione, tanto che si ostruì.
Adriano fece abbassare ancora il tunnel e promosse anche la costruzione di un canale verso il centro del lago; grazie a queste attività si riuscì ad ottenere un deflusso continuo che durò più secoli e diede prosperità ai Marsicani.
Figura 13 -Il Canale dell'Incile in una foto d’epoca e oggi

Con la caduta dell’Impero e le invasioni barbariche degli Unni, dei Goti e degli Ostrogoti, venuta meno ogni manutenzione, l’emissario divenne rapidamente inefficiente ed a nulla valsero i successivi tentativi di restauro condotti dall’Imperatore Federico II di Svevia.
Altri tentativi di restauro furono condotti più tardi, verso il principio del XVII secolo, ed anche il principe Colonna, che possedeva gran parte della regione marsicana, tentò l’impresa con l’aiuto di vari comuni. I lavori iniziarono ma non furono mai portati a termine per la mancanza di fondi.
Solo con il principe Alessandro Torlonia comincia il definitivo prosciugamento. Egli affida la direzione dei lavori ad un ingegnere rinomato, De Montricher. In sua attesa, venne chiamato anche Bermont, colui che poi condusse effettivamente i lavori di prosciugamento, e nel 1862, vennero terminate le opere sull’Emissario e ne fu decisa l’attivazione per il 9 di Agosto. Nel giorno 1 ottobre 1878 gli ingegneri del Genio Civile Barilari e Betocchi scrissero nella loro relazione: "Perfettamente ultimata la grande opera del prosciugamento del Fucino."
IL TERREMOTO
Il 13 gennaio 1915 accadde la più grande catastrofe mai avvenuta nella Marsica, una delle più gravi nella storia dell'intera Italia. Il terremoto di Avezzano, di vastissima scala, scosse l'intero territorio marsicano provocando la sua distruzione e migliaia di morti. La mattina del 13 gennaio 1915, alle ore 7,48, (dal Telegramma inviato dal pro-Sindaco di Tagliacozzo al Ministero dell'Interno) ci fu la prima violentissima scossa, seguita da varie scosse di assestamento.
Figura 14 -Foto della macerie Figura 15 -Foto dei primi soccorsi

Figura 16 -Foto delle macerie

..."Non erano ancora le otto: l'orologio le avrebbe suonate fra qualche istante. Al centro della sua conca, il cuore del Fucino cessò di battere. Come un gigante che abbia resistito con lunga forza al dissanguamento, questo corpo che aveva resistito al prosciugamento, emise l'ultimo rantolo e si accasciò sul fondo. La terra non ebbe più regola e si contorse, oscillò, si eresse, si squarciò, sussultò, si scompose, urlò soffocata, tremò a lungo, invasa da una febbre a freddo. Il flagello si propagò per otto province. La morte sghignazzò per molte ore, ovunque. La neve cadde, infine" .....
Durante questa immane catastrofe naturale nella sola città di Avezzano, su un totale di 13.000 abitanti, 10.000 furono i morti,
2.000 i feriti. La maggior parte dell'amministrazione comunale (compreso il sindaco), perì travolta dal terremoto.
Numero ufficiale delle vittime nella Marsica: 30.000
Avezzano 9.238 Aielli 205 Cese 700 Albe 200 Cerchio 212 Aschi 400 Collarmele 847 Capistrello 96 Collelongo 5 Cappelle 160 Gioia dei Marsi
3.500 Carrito 7 Lecce dei Marsi 537 Castellafiume 19 Luco dei Marsi 300 Castelnuovo 9 Magliano dei Marsi 700
Celano 658 Massa d'Albe 115


Gli obiettivi
Le intenzioni primarie da cui siamo partiti sono state di carattere prevalentemente fisico, come:
• progettarla sullo stesso sito, ben localizzato dai rilievi montuosi che la proteggono e la delimitano ad ovest e a nord-est
• svilupparla intorno ad un unico centro, individuato nell’unico edificio medievale resistito ai sismi: il Castello Orsini-Colonna
• sviluppare un’evidente schema di collegamenti pedonali e ciclabili che uniscono le principali aree della città (stazione, centro sportivo, lago, area commerciale e centro)

Ed economico, come:
• mantenere la prevalenza dell’attività agricola
• creare una Cooperativa agricola che si occupi dell’organizzazione dei prodotti coltivati nell’area fucense, ne gestisca la raccolta, l’immissione nel circuito industriale, la vendita e il trasporto in tutto il resto d’Italia.
• sviluppare un’adeguata area industriale, decentrata ma non lontana dalla zona residenziale, strettamente collegata all’attività agricola
• mantenere gli efficienti assi di collegamento quali: Autostrada e Ferrovia (che collegano Roma con Pescara), Strada Consolare Tiburtina (che attraversa i piccoli centri circostanti mantenendoli ben in collegamento con la città) e Superstrada Sora-Cassino (che collega l’entroterra abruzzese con il Sud)
• incentivazione del turismo, creando un lago artificiale di non modeste dimensioni, offrendo così la possibilità ai turisti di usufruire del paesaggio montuoso vicino e di tutti i servizi più sedentari che il lago può offrire (ristoranti, sport acquatici, escursioni)



La nuova città di Avezzano
Figura 17 -Schizzi di diverse fasi di progettazione

La forma
Il cerchio è stato solo il punto di partenza. Inciso a sud da un’ulteriore cerchio/lago di 10 metri più basso; a nord ampliato da un vasto arco di cerchio concentrico che ospita l’area industriale; a ovest prolungato con una rettilinea striscia di isolati, poi con annessioni di diverse forme e dimensioni fino all’incontro con il lago; ed infine ad est “limato” secondo la naturale conformazione dei rilievi; della forma di partenza si nota ben poco. La superficie è considerevole, ma ogni area specifica è messa in relazione con le altre attraverso una tessitura stradale che, ad anelli concentrici e strade perpendicolari, abbraccia e circonda tutto il perimetro irregolare della città.
Figura 18 -Schizzo della piazza

Il Lago e il Parco
La volontà di riproporre la presenza del lago di Fucino, nonostante i numerosi tentativi di bonifica che ci insegna la storia, nasce dal fatto di fornire la città di una nuova caratteristica che oggi le manca: il turismo. Le ricche bellezze paesaggistiche che la circondano, e i numerosi siti archeologici nelle vicinanze e nella città stessa, non erano caratteristiche abbastanza forti da giustificare lo sviluppo di alberghi e agriturismi. Da qui la necessità di fornire un’ulteriore opzione al turista in visita ad Avezzano.
Per quanto riguarda la forma, la scelta di un contorno così ben delimitato vuole sottolineare l’artificialità dell’opera. Non ci devono essere dubbi per un ipotetico spettatore, il lago è stato costruito artificialmente, in una posizione diversa da quella che il lago precedente occupava, e in dimensioni notevolmente ridotte (il Fucino era il terzo lago d’Italia).
La volontà di accostare il lago al profilo delle montagne deriva da una considerazione visiva (per i viaggiatori che si spostano sulla Superstrada che lo costeggerà sulla sinistra) e una pratica (se fosse stato più centrale si avrebbe avuta la necessità di costeggiarlo per spostarsi da una parte all’altra. La posizione del lago di 10 metri più basso rispetto al livello del resto della città sottolinea ulteriormente il carattere del lago come paesaggio da guardare, che accompagna la vista del viaggiatore che si sposta in prossimità di qualsiasi parte del lago stesso (sia, cioè, che viaggi sull’autostrada, che passeggi lungo il fiume, o che si diriga nell’area sportiva).
Annessi al lago diversi servizi connessi: la zona sportiva sfrutta l’adiacenza all’acqua per proporre una tipologia di sport oggi sconosciuta ai cittadini avezzanesi: gli sport acquatici, da non poter praticare, però, a livello agonistico, viste le modeste dimensioni del lago stesso per un uso del genere. Una fascia attigua di servizi puramente turistici, quali agriturismi, ristoranti, sentieri per escursioni pedonali e a cavallo, sviluppata nella parte sottostante al lago ed estesa in maniera non uniforme.
Poi, più in evidenza di tutti, c’è il Parco: una forma quasi ellittica nata dall’intersezione dei 2 cerchi, quello della città e quello del lago, proprio nelle prime fasi della progettazione della città. Il parco è un luogo di incontro, collegato con il centro, che ne riprende chiaramente la forma, attraverso una strada esclusivamente pedonale e ciclabile indicata dal letto del fiume, posta allo stesso livello del lago (cioè 10 metri sotto il livello cittadino); strada che, da una parte, prosegue poi fino alla stazione, pur ammettendo il traffico meccanizzato e mantenendo comunque un carattere decisamente commerciale. Dall’altra arriva fino al parco fluviale, attrezzato con una serie di percorsi pedonali tra aree di verde attrezzato e di verde boschivo, fino poi ad un’ampia spiaggia e finalmente al lago. Intorno a questo parco, sui delimitati confini rialzati che lo circondano, un ampio belvedere da cui, attraverso una lieve discesa verde, si arriva fino al lago
Figura 19 -Sezione della strada che collega il centro al lago


Figura 20 -Il collegamento tra la piazza e il parco

La stazione
L’idea della stazione nasce dagli esempi illustri di stazioni in quota, la volontà di utilizzare questa tipologia tende a sfruttare la possibilità, per il turista, di avere a colpo d’occhio la struttura della città, e di capire immediatamente in quale parte dirigersi in base alle sue esigenze. I collegamenti pedonali esterni sono costituiti da una coppia di lunghe scale mobili che collegano la cima della collina su cui è posta la stazione, a quota 50 metri, con un casotto posto a 10 metri sopra la strada immediatamente sottostante la collina, casotto collegato a sua volta con l’area pedonale sottostante attraverso ulteriori scalinate; infine, da questa area pedonale, attraversando il centro, si arriva fino al Parco. L’ingresso meccanizzato si divide tra il parcheggio sotterraneo al quale si accede dalla parte posteriore, 10 metri sotto le rotaie, e un percorso in salita che, passando dietro la stazione, permette le operazioni di carico e scarico bagagli, pur non permettendo la sosta. L’ingresso pedonale, invece, è riservato alla parte anteriore della stazione, al livello terreno attraverso una grande galleria pedonale/commerciale che si collega con la parte superiore della stazione tramite capienti ascensori; e in quota dai percorsi già descritti. Dietro la collina della stazione, oltre un lembo di terra adibita a pineta, si estende l’area industriale.
L’area industriale e l’area sportiva
L’area industriale è parte essenziale della città, pur non essendo attiva nella vita di ogni cittadino. Definita anch’essa da uno sviluppo geometrico dello schema della città durante la fase progettuale, consiste nella successione consecutiva di aree concentriche con il centro della città, tagliate a sinistra dall’asse che unisce i due centri principali, quello della città stessa e quello del lago.
L’area sportiva è a ridosso del lago e la sua bizzarra organizzazione interna nasce semplicemente dalla riproposizione del logo dei giochi olimpici: i 5 cerchi intersecati, nei quali sono posizionate le diverse attrezzature sportive. Nei punti di intersezione dei cerchi sono posti dei punti di ristoro, casotti rettangolari coperti da tettoie semiellittiche. Intorno ai cerchi una continua area verde boschiva attrezzata per passeggiate, luoghi di relax e percorsi indicati per la corsa amatoriale.





Indice delle figure
Figura -Il Castello Orsini ____________________________________________________________________ 5 Figura -Lo stemma degli Orsini ______________________________________________________________ 5 Figura -L'edificio del Comune ________________________________________________________________ 5 Figura -Il Santuario della Madonna di Pietracquaria ___________________________________________ 5 Figura -La piscina comunale_________________________________________________________________ 5 Figura -Piazza Risorgimento e Cattedrale _____________________________________________________ 5 Figura -Il nuovo teatro comunale _____________________________________________________________ 6 Figura -La struttura ospedaliera _____________________________________________________________ 6 Figura -La biblioteca comunale (progettata da Portoghesi)______________________________________ 6 Figura -L'area industriale __________________________________________________________________ 6 Figura -il castello Orsini____________________________________________________________________ 9 Figura -I Cunicoli di Nerone _______________________________________________________________ 10 Figura -Il Canale dell'Incile in una foto d’epoca e oggi _______________________________________ 10 Figura -Foto della macerie_________________________________________________________________ 11 Figura -Fotodeiprimisoccorsi_____________________________________________________________ 11 Figura -Foto delle macerie_________________________________________________________________ 11 Figura -Schizzi di diverse fasi di progettazione______________________________________________ 14 Figura -Schizzo della piazza_______________________________________________________________ 15 Figura -Sezione della strada che collega il centro al lago ____________________________________ 16 Figura -Il collegamento tra la piazza e il parco ______________________________________________ 17
Bibliografia
INQUADRAMENTO TERRITORIALE
QUARTIERE
VERDE E PERCORSI PEDONALI
DENSITA'
PERCORSI E SEZIONI
QUARTIERE CENTRALE
Ultimo aggiornamento ( martedì 06 ottobre 2009 )
 
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