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Nuova città di Gallipoli Stampa E-mail
Scritto da roberta de marini   
martedì 14 settembre 2010
Autore schedaRoberta De Marini- Sara Montoro
ToponimoGallipoli
StatoITALY
Anno di progetto
Docente tutorPaolo Ventura - Damianos Damianakos
CollocazioneIndipendente
Sito{sito}
Idrografia
Tipologia funzionaleTuristica
Abitanti29.072
Superficie670 ha
Densità abitativa

Introduzione

 

Principio base di questo Laboratorio di Progettazione Urbanistica è il fornire strumenti teorici e pratici per l'analisi critica delle trasformazioni urbane passate e future.

E’ noto che la cartografia è la disciplina che studia e realizza la rappresentazione del pianeta, mentre una mappa esprime il modo in cui l’uomo si pone in relazione con la terra, rispecchiandone come strumento del diritto e del potere l’organizzazione sociale e politica. Nell’ambito di studio proposto dal Laboratorio, quindi, si intende riuscire ad ottenere conoscenze avanzate circa le principali metodologie di pianificazione urbanistica e cognizioni tecnico metodologiche per l'impostazione del piano e del progetto urbanistico.

Per riuscire nell’intento sono stati trattati diversi temi generali, come ad esempio le definizioni secondo diverse linee interpretative e angolazioni disciplinari, e alcune materie specialistiche come la geografia e l’economia urbana, la sociologia, la storia urbana. E’ stato poi fondamentale studiare la morfologia, l'organizzazione, la pianificazione dello sviluppo urbano contemporaneo. La geografia e l'economia dello spazio urbano, il sistema infrastrutturale, la produzione, la residenza, le attività commerciali, direzionali, di servizio.

Tutto ciò ci conduce a quello che è il tema centrale di questa esercitazione: il progetto di una città ex-novo da 30.000 abitanti. Nel nostro caso abbiamo scelto di riprogettare ed ampliare Gallipoli, un  centro di circa 21.037 abitanti nella provincia di Lecce, in Puglia. Per riuscire ad aumentare il numero di abitanti ed ottenere una sorta di “città ideale”, ci siamo dovuti ovviamente interrogare sui vari aspetti che compongono lo scenario del progetto urbano contemporaneo, come la qualificazione dello spazio pubblico, il progetto di unità urbanistiche, le funzioni commerciali, l’animazione urbana e tutti gli altri aspetti che configurano l’organizzazione generale della città.

Dallo studio delle pre-esistenze nasce poi la valutazione delle sinergie e dei conflitti con il nuovo progetto. Questo aspetto evidenzia la fondamentale importanza delle più generiche relazioni tra la progettazione urbanistica e la tutela e la valorizzazione del paesaggio.

Nel quadro del tema del progetto urbano si sono svolti poi argomenti più specifici, come ad esempio il progetto contestualizzato di parti di città: il progetto di quartieri residenziali, il progetto del nuovo porto, il progetto del verde urbano. Il nuovo aggregato urbano è stato ovviamente basato su un preliminare studio funzionale della viabilità urbana che, visti gli standard e i ritmi di vita del giorno d’oggi, costituiscono il basilare sistema su cui far scorrere la linfa vitale che unisce e dà vita alle città stesse, su cui far scorrere ogni sorta di prodotti industriali, commerciali e di tutto ciò che contribuisce ad aumentare il benessere della collettività, ma anche, e soprattutto, le persone.

 

 

Inquadramento della città

 Provincia: Lecce

Altitudine: 12 m s.l.m.

Superfifie: 40 km2

Abitanti: 21.037

Densità: 525 ab/km2

Frazioni: Baia Verde, Lido Conchiglie, Rivabella

Comuni Contigui: Alezio, Matino,Sannicola,Taviano

Codice Catasto: D883

Nome abitanti: gallipolini

Santo Patrono: S.Sebastiano,S.Agata

Giorno festivo: 20 gennaio

 

“Come perla incastonata in un anel di mare, rifulgi di bellezza. Ti cinge, trepidando, e ti bacia il vento, geloso ti rapisce e porta con sé granelli di carparo, tua bellezza. Dall'ellenica fonte il riverbero di civiltà di storia e d'arte si spande verso i mari e gli oceani e in altre sponde approda.” Aldino De Vittorio

 

Gallipoli è un comune italiano della provincia di Lecce in Puglia posto lungo la costa occidentale della penisola salentina, è il quinto centro della provincia per numero di abitanti. Si affaccia sul mar Ionio ed è nettamente divisa in due parti, il borgo e il centro storico. Il primo corrisponde alla parte moderna della città ed è situato più ad est su di un promontorio, mentre il centro storico si trova più ad ovest  su un'isola di origine calcarea collegata alla terra ferma attraverso un ponte seicentesco  ad archi. La parte antica di Gallipoli è circondata da bastioni e mura di difesa lunghe circa un chilometro e mezzo, costruite con lo scopo di difendere la città dagli attacchi dei nemici provenienti dal mare.  Di notevole importanza storico-naturalistica è l'Isola di Sant'Andrea, circa un miglio al largo del centro storico.

 

 

Toponomastica

Si riteneva che l'antico nome della città, in epoca messapica, fosse Anxa, ma non si hanno conferme di questa ipotesi dai dati archeologici, già assai scarsi: è giusto ritenere, quindi, che Gallipoli fosse semplicemente uno scalo della messapica Alezio. Contrariamente a quanto suggerito dal gonfalone cittadino, su cui campeggia un gallo, la radice del nome Gallipoli non pare avere nulla a che vedere con l'animale. Secondo un'opinione diffusa la parola Gallipoli deriverebbe dal greco classico Καλλίπολις (Kallí Pólis o Kallípolis), che significa "città bella". Alcuni studi, invece, riconducono l'origine del nome al toponimo kal, in questo caso nella sua variante gal, presente anche nei toponimi salentini Calimera, Galugnano, Alliste (originariamente Calliste). Stando a quest'ultima ipotesi, Gallipoli significherebbe "città dello scalo" oppure "dell'emporio".

 

 

 

Assetto urbanistico

L’assetto urbanistico del centro storico è caratterizzato da vie strette e tortuose, secondo uno schema risalente alla prima metà del 900 d. C., quando la città fu conquistata dai Saraceni. Questa parte, più antica, è a sua volta suddivisa in due zone separate dalla strada principale,via Antonietta De Pace. L’isola su cui sorge il centro storico era un tempo unita alla terraferma da un lembo di terra naturale, denominato istmo, che rappresentava l'unico passaggio per accedere alla città. Nel 1484, la città passò in mano ai Veneziani che decisero il taglio dell’istmo al fine di accrescere la difesa dell'isola, che era stata depredata dai Turchi pochi anni prima. Tale progetto fu però eseguito solo alcuni anni dopo ad opera degli Aragonesi che nel frattempo avevano preso il possesso della città, sottraendola ai Veneziani.

L’attuale ponte di Gallipoli fu invece costruito tra il 1601 e il 1608 con una struttura a dodici arcate che terminavano in un ponte levatoio in legno. Ancora oggi esso rappresenta l'unico punto di contatto dell'isola con la terraferma, ma ha subito nel tempo delle variazioni: è stato eliminato il ponte levatoio ed è stata costruita una strada parallela per il passaggio delle rotaie del treno e delle auto.

 L’espansione della città al di fuori delle mura si ebbe, invece, a partire dal 1785 secondo il progetto di un ingegnere idraulico gallipolino, Vincenzo Ferraresi. Il  Borgo fu progettato in modo tale che la strada principale Corso Roma , dividesse la città nuova in due parti, una situata a scirocco e una a tramontana.
Gallipoli, tra le mete turistiche predilette della penisola salentina, è molto apprezzata sia per le sue bellezze naturalistiche sia per quelle monumentali. Una strada panoramica chiamata La Riviera  circonda Gallipoli vecchia e da qui è possibile ammirare una parte della costa gallipolina.

 

 

 

Cenni storici

Lo stemma di Gallipoli si compone dell'immagine di un gallo con la corona e di una scritta che recita "fideliter excubat" (vigila fedelmente). La leggenda narra che il gallo avrebbe impresso con la propria immagine lo scudo di Idomeneo di Creta, l'eroe che si crede fondatore delle città di Lecce e di Gallipoli.

Altre fonti attribuiscono le origini della città ad altri eventi. Plinio il vecchio, ad esempio, induce a dedurre che i Galli Senoni si siano insediati nel territorio; più credibile pare quella attribuita ai Messapi: è certo che Gallipoli fece parte della Magna Grecia controllando un vasto territorio comprendente l'attuale Porto Cesareo.

 

Periodo Romano e Bizantino

 

Nel 265 a.C. a fianco di Taranto e di Pirro, si scontrò con Roma subendo una sconfitta che la relegò a colonia romana fino a diventare "municipium". privilegio che mantenne fino al 476 d.C. anno in cui passò all'Impero Romano d'Oriente.
Questi migliorarono i sistemi di comunicazione della città, collegando Gallipoli alla Via Traiana, questo consentiva un rapido passaggio verso i Balcani, ed inoltre, ampliarono e svilupparono le attività portuali, trasformando così la città di Gallipoli in un centro militare, e in seguito in municipio.

Alle soglie del Medioevo, Gallipoli, fu devastata dai Vandali nel 428, poi dai Goti di Totila nel 542.
La città di Gallipoli venne ricostruita dai Bizantini che la fortificarono e ne fecero, con Otranto, una sicura testa di ponte per i traffici civili e militari tra le due sponde adriatiche.

Sede vescovile sin dal 551, appartenne dapprima alla chiesa di Roma, dalla fine del IX sec. alla seconda metà del XIV sec. obbedì a Bisanzio e il suo territorio divenne teatro delle lotte iconoclaste (VIII-IX sec.) e degli insediamenti del monachesimo greco di cui resta la memoria di ventuno centri tra cenobi, laure e cripte su una superficie territoriale di 89 kmq. Famosa è la storia dell'Abbazia di San Mauro, fervido centro di cultura e di spiritualità, i cui ruderi ancora oggi si scorgono in cima alla serra che da ponente guarda la città.

Nel 542 Dopo Cristo, Gallipoli, venne ricostruita da cima a fondo, dall’ Impero Romano di Onesti, che la potenziò di apparati difensivi, come la costruzione del castello in difesa del centro storico di Gallipoli. Gallipoli, divenne uno dei centri navali e militari più importanti dello Ionio. In questo periodo inoltre, Gallipoli, imparò come in tutto il Salento, la religione Greco- Ortodossa, le tradizioni e la lingua dei Bizantini. Nel 710, Gallipoli fu visitata da Papa Costantino, che passò di lì, durante il viaggio che stava compiendo da Roma a Costantinopoli.

 

Periodo Normanno e Angioino

 

Dal 915 al 945 Gallipoli soffrì il dominio saraceno. Nel 1071, Nel 1071, dopo una strenua lotta e resistenza, cadde in possesso dei Normanni di Roberto il Guiscardo.

Dopo tante guerre e tante devastazioni, la città prosperò sotto il governo degli uomini del nord, che la ricostruirono, la fortificarono nuovamente e la resero potente sul mare. Ma la pace non durò a lungo, nel 1184 l'imperatore Federico Barbarossa, dopo sette anni di assedio, rase al suolo Gallipoli rea di aver parteggiato per il papa che lo aveva scomunicato. Il nipote del Barbarossa, Federico II, che per parte di madre ereditò il regno normanno, risollevò le sorti di Gallipoli assegnandole grazie e favori, munendola di possenti mura e del castello, ma se da una parte concesse alla città l'autonomia municipale, dall'altra la legò al suo capriccio e alla sua tirannia. I gallipolini anelavano di scrollarsi di dosso la tirannia dello svevo tanto che alla morte di Federico II, istigati dal papa Innocenzo IV, insorsero contro la casata di Hohenstaufen, avendone però la peggio, vennero, infatti, sconfitti, nel 1256, da Manfredi, figlio del defunto imperatore. Dichiarata nuovamente la fedeltà alla casata sveva, Gallipoli si oppose agli Angioini, i quali una volta impossessatisi del regno meridionale, si vendicarono. La città subì dapprima un severo dominio e furono inalberate le insegne della casa D'Aragona, e poi subì la terribile vendetta di re Carlo I D'Angiò, che nel 1281 rase al suolo la città massacrando gli abitanti e disperdendone i superstiti che trovarono scampo a Sannnicola, Alezio, Casarano e in altre località limitrofe. Carlo II D'Angiò come il padre non si curò delle sorti di Gallipoli, fu poi il figlio terzogenito di quest'ultimo, Filippo, che regnò con pace e magnanimità e richiamò i gallipolini raminghi allo scopo di ricostruire e abitare la città, di cui restavano solo rovine. Nel 1342 sul trono di Napoli saliva Giovanna I, figlia di Carlo duca di Calabria e primogenito del re Roberto D'Angiò, costei alleviò la miseria dei gallipolini ripristinando gli antichi privilegi e sospendendo le imposizioni annuali. Fu in questo periodo che Gallipoli iniziò a riprendersi, cresceva il numero delle case e dei suoi abitanti ed ebbe circa un ventennio di relativa tranquillità. Fu in questo periodo che fu costruita la cattedrale e il convento dei Padri Francescani. La città, che fu demaniale, ebbe conferma dei vecchi privilegi da Carlo III D'Angiò, salito al trono nel 1382 e ne ottenne di nuovi nel 1385. Alla prematura morte di Carlo III, poichè l'erede Ladislao era di pochi mesi, Gallipoli fu concessa a Ramoindello Del Balzo Orsini, principe di Taranto. Alla morte di Raimodello Del Balzo Orsini, Gallipoli ritornò a Ladislao che manifestò la sua riconoscenza alla città che gli fu sempre fedele accordando altri privilegi e favori (1402). Gallipoli fu fedele anche a Giovanna II, tant'è che i suoi abitanti sventarono una congiura ordita contro la sovrana dal comandante militare della città. La regina fu riconoscente e donò la città a Giovanni Antonio del Balzo Orsini il quale, però, congiurò contro la regina alleandosi con Alfonso D'Aragona, sicchè le armate regie misero a ferro e a fuoco il principato di Taranto e Gallipoli che nel 1427 subì le offese del generale Giacomo Caldarola. Da questo momento inizia una lunga fedeltà della città alla casa D'Aragona; Gallipoli resistette agli Angioini fino al 1442, anno in cui cessarono le ostilità. Gli anni che seguirono pur rivi di guerre furono funesti per calamità naturali: terremoti, nevi copiose (1457), carestia cagionata dalla voracità dei bruchi (1458). Nel 1463 Gallipoli tornò alla Corona, essendosi estinta la discendenza dei principi di Taranto, e re Ferdinando concesse molti privilegi e grazie alla città.

I forti contrasti tra il regno aragonese e Venezia portarono quest'ultima ad aizzare contro gli aragonesi addirittura il Sultano Maometto II, le armate del quale nel 1480 compirono il massacro di Otranto. In questa circostanza Gallipoli venne ulteriormente fortificata. Cacciati i Turchi dalla Terra d'Otranto, Ferdinando pensò di vendicarsi, sicchè scoppiò il conflitto con Venezia che nel maggio del 1484 assediò Gallipoli con la sua flotta. In tre giorni Venezia prese la città che subì terribili atrocità, incendi e saccheggiamenti. L'occupazione veneziana durò quattro Vista del Borgo antico di Gallipoli del XVIII sec.mesi, furono giorni di indicibili sofferenze e schiavitù per i gallipolini. A settembre del 1484 Gallipoli fu liberata e ad ottobre il sovrano Ferdinando concesse nuove grazie e privilegi alla città; privilegi e favori che continuarono anche quando alla morte di Ferdinando gli succedette il figlio Alfonso II.

 

Periodo Spagnolo e Borbonico

 

Qualche anno di pace, poi fu di nuovo guerra tra Francia e Spagna per il possesso del regno di Napoli. L'accordo segreto stipulato a Granada nel 1500 tra Spagna e Francia, per cui i transalpini avrebbero attaccato il regno partenopeo e gli ispanici avrebbero finto di recare soccorso, fece cadere in trappola Federico III D'Aragona che, accortosi dell'inganno, preferì cedere i suoi diritti e privilegi a Luigi XII di Francia. Fu così che dopo 65 anni, si spegneva la dinastia aragonese del regno di Napoli. L'accordo tra Spagna e Francia fu di breve durata, un'aspra guerra per il possesso del Tavoliere delle Puglie, portò alla sconfitta dei francesi da parte delle armate spagnole che nel 1504 con la pace di Blois ripresero il regno di Napoli. Durante questo periodo Gallipoli fu coinvolta dagli avvenimenti: nel 1501 resistette agli spagnoli e poi ai francesi, che nel 1528 subirono una grossa sconfitta proprio ad opera dei gallipolini che ottennero come ricompensa la terra di Parabita che conservarono fino al 1533.

Il pericolo turco continuava a funestare la Terra d'Otranto, sicchè il vicerè spagnolo Don Pedro de Toledo, che governava il regno di Napoli, ordinò la fortificazione di molti siti, vennero costruite torri costiere e riedificate opere di difesa tra cui il castello di Gallipoli.

Nel 1540 furono espulsi gli ebrei dal regno di Napoli e quindi anche da Gallipoli, qui gli ebrei si erano stabiliti sin dalGente gallipolina in una foto dell'800 XIII sec., qui rimane la memoria della loro dimora nel quartiere da secoli denominato "giudecca".

Nel 1562, nella rada di San Giovanni presso Ugento, Gallipoli con le sue navi ebbe uno scontro con due fuste maomettane che ebbero la peggio. Nell'ottobre del 1594 una potente flotta turca veleggiò davanti a Gallipoli, ma le artiglierie della città impedirono lo sbarco ai nemici.

Tra il 1665 e il 1700 in più occasioni Gallipoli contribuì con denaro ai bisogni dello stato e per sostenere le varie guerre.

Nel 1731 Carlo di Borbone, per diritto ereditario si impossessò del regno di Napoli, inaugurando una dinastia che sarebbe stata spodestata solo con le vicende dell'Unità d'Italia. Il regno di Carlo di Borbone fu sicuramente il periodo più florido per la città di Gallipoli, che con i suoi “trappeti” e con i suoi traffici raggiunse alti livelli di prosperità, essendo divenuta l'emporio degli oli e per la presenza dei suoi agenti in tanti mercati europei. Nella seconda metà del XVIII sec. avvenne un fatto straordinario nella città di Gallipoli, in quell'anno i civili ossia, la borghesia, pretesero ed ottennero di essere rappresentati nel governo civico, che fino ad allora era rappresentato soltanto dai nobili e dal popolo. Una nuova classe di proprietari, imprenditori e professionisti aveva assunto coscienza del proprio ruolo, ed entrò nel governo della città.

 

Periodo Francese e Unità d’Italia

 

Con lo scoppio della rivoluzione francese le cose cambiarono radicalmente, Napoleone scese in Italia e le idee di libertà e di uguaglianza si diffondevano rapidamente. Nel 1799 venne proclamata la Repubblica Partenopea. Durante il periodo della dominazione francese (1806-1815) a Gallipoli si registrò il tracollo della fiorente attività economica che tanta prosperità aveva portato al tempo di re Carlo III. Gli inglesi posero il blocco economico, ogni attività si fermò, molte famiglie agiate piombarono in miseria e anche l'entroterra agricolo soffrì ed il porto perse d'importanza. Tramontava così il periodo aureo della città di Gallipoli, gelosa di tanti privilegi tra cui la franchigia piena di pagamenti fiscali ordinari e straordinari. Gallipoli aveva il privilegio che gli impiegati della dogana dovevano essere scelti tra i suoi cittadini; questo privilegio era antico, e fu confermato dall'imperatore Carlo V nel 1518. La città godeva e dava franchigia alle compravendite nei giorni di martedì e venerdì, e ciò restò in vigore fino al 1806, allorché entrò in vigore il codice francese. In quella data Gallipoli cessò di esercitare la prerogativa di fissare il prezzo dell'olio della provincia, di cui pure teneva il consolato di commercio per gli affari contenziosi. Fu abolita la corte bagliva, cessò di esistere l'antica regia corte trebellianica, la quale giudicava sulle questioni inerenti la quarta parte che all'erede era concesso trattenere nella restituzione delle fideiussioni universali.

Nella prima metà dell'800 nella penisola italiana si anelava l'unità, ci si voleva liberare delle monarchie tiranniche e reazionarie, sicché vi furono sommosse anche nel regno napoletano, erano sorte società segrete che congiuravano contro i Borbone; anche Gallipoli ebbe la sua Vendita carbonara, che si denominò "L'asilo dell'onestà".

Purtroppo ai liberali mancò l'organizzazione, sicché fu facile alla polizia scoprirli a arrestarli; tanti cittadini di Gallipoli subirono il carcere, altri dovettero darsi alla latitanza e all'esilio. Vennero le guerre di indipendenza, vi fu l'impresa garibaldina che fu salutata con tanto entusiasmo a Gallipoli, ove il 7 settembre 1860 sbarcò il maggiore Garcea, garibaldino, con altre camicie rosse, il quale proclamò la "caduta dei Borbone" e il nuovo Governo d'Italia con Vittorio Emanuele". Non tutti però furono contenti della caduta dei Borbone; in Terra d'Otranto, come in altre parti dell'ex regno napoletano, vi furono movimenti reazionari, fomentati da alcuni ambienti ecclesiastici. A Gallipoli un contegno di ostilità e diffidenza, venne tenuto dal vescovo, poi vi era il problema degli sbandati e il fenomeno dei renitenti alla leva. E proprio per questioni riguardanti il reclutamento sotto la bandiera italiana scoppiò a Gallipoli, il 24 novembre 1861, una sommossa da parte di un centinaio di popolani, pescatori e scaricatori di porto, i quali contestavano l'arruolamento del nuovo esercito.

Di li a qualche anno gli animi si erano placati, anche Gallipoli si integrò al nuovo Stato Italiano, e le sue vicende si omologarono a quelle più vaste della provincia, della regione, del meridione e del Paese.

 

 

L’isola di Sant'Andrea

 

Con la Legge n° 20 del 10/07/2006 è stato istituito il Parco Naturale Regionale ‘Isola di S. Andrea e litorale di Punta Pizzo’. Le finalità istitutive del Parco sono le seguenti:
a) conservare e recuperare le biocenosi, con particolare riferimento alle specie animali e vegetali e agli habitat contenuti nelle direttive comunitarie 79/409/CEE del Consiglio, del 2 aprile 1979, concernente la conservazione degli uccelli selvatici e 92/43/CEE del Consiglio, del 21 maggio 1992, relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche, nonché i valori paesaggistici, gli equilibri ecologici, gli equilibri idraulici e idrogeologici superficiali e sotterranei;
b) salvaguardare i valori e i beni storico-architettonici;
c) incrementare la superficie e migliorare la funzionalità ecologica degli ambienti umidi;
d) recuperare e salvaguardare la funzionalità del sistema dunale;
e) monitorare l’inquinamento e lo stato degli indicatori biologici;
f) allestire infrastrutture per la mobilità lenta;
g) promuovere attività di educazione, di formazione e di ricerca scientifica, nonché attività ricreative sostenibili;
h) promuovere e riqualificare le attività economiche compatibili con le finalità del presente articolo, al fine di migliorare la qualità della vita delle popolazioni residenti.


Caratteristiche ambientali del parco

 

L'isola di S.Andrea presenta una superficie calcarea piatta ad una altezza media s.l.m. di circa 2m. É caratterizzata da coste rocciose con la presenza di "habitat prioritari" sotto forma di steppe salate di salicornia e dell'endemismo Statice japigica (Limonium japigicum) inserito nella "lista rossa regionale".
Di assoluto valore internazionale è la presenza di una colonia nidificante del Gabbiano corso (Larus audonii), specie endemica del bacino del Mediterraneo. La colonia presente sull'isola di S. Andrea è l'unica lungo tutto il versante Adriatico e Ionico d'Italia.
Il litorale di punta Pizzo comprende diversi ambienti di notevole importanza, che formano un interessante mosaico ambientale in cui si alternano macchia mediterranea, pseudo steppe mediterranee, ambienti umidi e acquitrinosi.
La flora presente nella zona è costituita da specie che vanno da quelle della macchia mediterranea alta e bassa (corbezzolo, alaterno, erica arborea - ginestra spinosa, mirto, lentisco dafne, asparago spinoso) a quelle della gariga (rosmarino, timo, lentisco, erica arborea, ginestra spinosa) alla consistente vegetazione erbacea interna (orchidee, tra cui la rarissima orchidea italica, calendule, cardo santo, pratoline ecc.).

 

Bibliografia
vista centro storico
Isola di Sant'Andrea
Ultimo aggiornamento ( giovedì 15 dicembre 2011 )
 
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