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Rigenerazione urbana del 'Terzo comprensorio PEEP' della città di Modena Stampa E-mail
Scritto da Damianos Damianakos   
martedì 04 agosto 2015
AutoreEmma Sorbelli
RelatoreProf. Michele Zazzi
Correlatore
UniversitàUniversità degli studi di Parma
Data di discussione2014-09-25
Anno Accademico2013/2014
LuogoZona Morane, Modena
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INTRODUZIONE [Estratto] 



Il tema dell’edilizia sociale è stato, fin dalla fine dell’Ottocento, una priorità dell’amministrazione pubblica per rispondere alla mancanza di un alloggio per i ceti meno abbienti e più disagiati. Si apriva così una nuova fase nella politica del territorio: la maggioranza delle trasformazioni e delle nuove realizzazioni avvenute da sempre nella sfera della proprietà privata subiva un arresto; l’edilizia pubblica diventava uno degli elementi fondamentali nel processo di trasformazione della struttura urbana. Il caso della città di Modena costituisce un esempio significativo di come gli Enti locali possano contribuire a rendere meno gravoso il problema della casa per tutti i cittadini. I risultati che il Comune ha ottenuto in cinquant’anni di politica nel settore delle abitazioni testimoniano in modo inequivocabile che, quando c’è una precisa volontà riformatrice sostenuta dalle forze politiche e sociali, è possibile incidere significativamente sui tradizionali meccanismi che regolano il mercato. La capacità di comprensione politica dei nodi sostanziali dello sviluppo urbano, e di conseguenza l’iniziativa per contrastarne i meccanismi speculativi, ha radici molto profonde che risalgono ai primi anni Cinquanta, quando insieme a quello della ricostruzione si dovettero affrontare i problemi connessi al decollo dell’industria locale caratterizzata soprattutto dalla presenza di piccole e medie imprese artigiane. Risale dunque a quegli anni la prima iniziativa che, con grande anticipo nei confronti del quadro legislativo nazionale e anche nei confronti della cultura urbanistica, tendeva ad un intervento diretto dell’ente pubblico sulla gestione delle aree. In presenza dunque di un tessuto produttivo composto, come si e detto, da numerosissime imprese artigiane e di un mercato delle aree dove regnava incontrastata la rendita fondiaria, l’Amministrazione comunale introdusse l’insediamento del primo villaggio artigiano: acquistò le aree, le urbanizzò e le rivendette poi a prezzo di costo sottoponendole ad una precisa e rigida normativa anti speculativa nei confronti degli eventuali successivi passaggi di proprietà. Iniziava in questo modo la politica patrimoniale del Comune di Modena, elemento cardine del controllo e anche della promozione democratica e della programmazione dello sviluppo cittadino. ln questo quadro l’iniziativa del Comune per il villaggio artigiano poteva svolgere evidentemente soltanto un ruolo limitato e settoriale, ma quel primo passo compiuto nel 1953 ha dato l’avvio ad una politica delle aree che, condotta sempre con continuità e coerenza e sostenuta da strumenti urbanistici via via più incisivi, ha prodotto notevoli risultati nella direzione di uno sviluppo ordinato della città e verso la soluzione del problema della casa per tutti, consentendo il controllo e la gestione da parte dell’ente pubblico di gran parte dei processi insediativi: il 70% del fabbisogno di aree residenziali, il 90% del fabbisogno di aree industriali e produttive in genere, il 100% delle aree per i servizi. Le finalità e i benefici per tutti i cittadini di questo tipo di politica sono evidenti e consistono nel «sottrarre la più vasta parte del territorio comunale alla speculazione privata sulle aree, per regolare la dinamica dell’espansione nel modo più confacente all’interesse dei cittadini, disporre delle aree necessarie alla realizzazione delle scuole, del verde, degli impianti per la vita civile e il tempo libero, affrancare gli investimenti produttivi dell’artigianato e della industria dalle pretese dei proprietari delle aree edificabili, mettere a disposizione con tempestività le aree necessarie ai programmi di realizzazione di case popolari, ridurre il costo della casa per chiunque, abbattendo i plusvalori speculativi. 



 



 

Tipologia tesiProgetto urbanistica
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Ultimo aggiornamento ( martedì 05 luglio 2016 )
 
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