Nuova città di Guastalla
Scritto da Francesca Papaleo   
giovedì 05 marzo 2009
Autore schedaFrancesca Benevelli, Giulia Irene Bertolini, Daniela Ghini
ToponimoGuastalla
StatoITALY
Anno di progetto
Docente tutorprof. Paolo Ventura - Prof Damianos Damianakos
CollocazioneIndipendente
Sito{sito}
Idrografia
Tipologia funzionale
Abitanti30000
Superficie0 ha
Densità abitativa
PREMESSE
Il progetto è mirato alla fondazione di una città che si sviluppa su un territorio di 6 kmq di
superficie territoriale con capacità insediativi da 30000 a 40000 abitanti, suddivisa in sei
quartieri da 5000 abitanti, nel territorio dove attualmente è ubicata una città storica,
distrutta da un evento calamitoso.
L’obiettivo è quello di progettare una nuova città che tenti di superare le problematiche di
quella attuale e che non sia slegata dal territorio poiché nell’esercizio vengono mantenuti i
limiti principali che ne caratterizzano il sito.
La città viene articolata in parti componenti, in ognuna delle quali saranno localizzati i
servizi di base, mentre i servizi superiori saranno ubicati nella zona centrale.
Lo schema da seguire prevede come primo passo la scelta del sito di insediamento del
quale si devono poter raccogliere il materiale cartografico di base e il piano urbanistico,
oltre a notizie di carattere funzionale e distributivo per superare le problematiche della città
attuale.
Inizialmente abbiamo analizzato la città esistente in base alla storia, alla tipologia edilizia,
alla densità fondiaria e ai servizi.
Dopo la fase di analisi sono state presentate diverse ipotesi progettuali legate a diverse
collocazioni e alla tipologia di città che si voleva costruire. Cercando di riunire le qualità di
ogni progetto, dal punto di vista della collocazione e dei servizi è emerso il risultato finale
della nuova città.
La scelta della città
La scelta è stata indirizzata verso la città di Guastalla perché collocata in posizione
centrale tra le provincie di Reggio Emilia, Parma e Mantova e poiché fortemente
caratterizzata dalla presenza del fiume Po e del torrente Crostolo.
La vicinanza alle tre città e l’ambiente su cui è fondata la rendono favorevole a uno
sviluppo da renderla protagonista nell’ambito regionale.
Tale sviluppo non si è verificato e la città non ha aumentato la sua popolazione e
l’Ottocento ha segnato più un elemento di arresto per la crescita della città che di sviluppo.
La finalità dell’esercizio è quella di fondare una nuova città collegata con queste tre città
principali ma indipendente dal punto di vista economico, dei servizi e delle attrattive.
La città attuale presenta una popolazione di 15000 abitanti quindi l’obiettivo è quello di
raddoppiare la sua popolazione.
Nel progetto si sono mantenuti come vincoli i corsi del fiume Po e del torrente Crostolo, il
tracciato della ferrovia e le principali strade di collegamento extraurbane.
Si è immaginato un evento catastrofico, una straordinaria esondazione del fiume Po, che
ha costretto la nuova fondazione, e del successivo aumento della popolazione a causa
dell’ insediamento di nuove industrie e dell’ingrandimento della storica sede locale della
SMEG.
Notizie storiche
Da diversi ritrovamenti archeologici, il primo insediamento nell’attuale territorio di Guastalla
risulta ascrivibile al periodo etrusco.
Si trattava di un centro già ben organizzato, come documentano i frammenti di vasellame
e altri oggetti in metallo,sviluppatosi grazie alla vicinanza del fiume Po, antichissima via di
comunicazione verso il mare, nonché luogo di scambi e di trasporti.
Non mancano inoltre segni di centuriazione romana.
Secondo la tradizione, il toponimo avrebbe invece un’origine longobarda: Guastalla infatti
sarebbe stata fondata, quale presidio militare, nei primi anni del VII secolo da Agilulfo, che
la chiamò appunto Wardestall o Warten-Stall “posto di guardia”.
Il primo documento in cui si trova diretta menzione alla città risale tuttavia all’anno 864,
quando l’imperatore Ludovico II donava Guastalla alla moglie Angilberga. Concessa in
seguito da questa al monastero femminile di San Sisto di Piacenza, negli anni intorno al
Mille passò in proprietà ai Canossa. Fu in questo periodo che l’abitato cominciò a
svilupparsi e a rendersi consapevole della propria posizione strategica. A conferma di tale
importanza la chiesa di Pieve ospitò ben due Concili: il primo nel 1095 con Urbano II e il
secondo nel 1106 con Papa Pasquale II.
Nei primi anni del Trecento i Da Correggio governavano su Guastalla; fu poi la volta di dei
Visconti nel 1346, i quali la concessero ad Ottone Terzi che a sua volta la donò al fedele
Guido Torello. L’investitura ai conti Torelli venne confermata nel 1406. Con essi la città
cominciò ad organizzarsi dal punto di vista urbanistico.
Nel 1539 passò a Ferrante Gonzaga: si aprì per Guastalla un periodo di grande splendore,
durante il quale vennero chiamati importanti architetti come il Giunti e il Volterra ad
abbellirla e vi soggiornarono artisti come il Guercino e il Campi e poeti come Torquato
Tasso e il Guarini.
Divenne così una delle città fortificate più importanti del nord Italia.
Tale connotazione bellica tuttavia, fu foriera della sua futura rovina: nel 1689, infatti,
Guastalla venne attaccata dagli spagnoli, i quali ne demolirono i baluardi e la rocca.
La città si avviò così ad una lenta decadenza, aggravata anche dal ruolo subalterno che i
Borbone di Parma, subentrati nel frattempo ai Gonzaga, le imposero.
I primi segni di ripresa si registrarono solo all’alba del Novecento, quando anche per
Guastalla l’economia, fino ad allora strettamente agricola, si aprì a nuove produzioni di tipo
industriale ed artigianale.
Forma e significato di una struttura urbana
Nel 1550 fu commissionato a Domenico Giunti quello che possibile definire il piano di
rifondazione della città, chiaramente ispirato ai principi dei Trattatisti del Cinquecento:
all’interno di una cinta fortificata pentagonale già in via di realizzazione, la maglia urbana
tracciata dall’architetto pratese si impernia sul fulcro centrale rappresentato dalla “chiesa
principale”, attestava il pieno rispetto di alcuni dei fondamentali canoni urbanistici proposti
nella prima metà del XVI secolo.
Ragioni militari e scelte ideologiche si assommano nel progetto del Giunti: se la
realizzazione del poligono pentagonale di fortificazione era un dato acquisito dalle
vicende storiche precedenti la metà del cinquecento, lo sforzo dell’architetto di Ferrante
Gonzaga consistette nel coniugare le esigenze dell’ingegneria militare con la volontà di
costruire una vera capitale per Ferrante Gonzaga.
Tuttavia il suo progetto non ebbe realizzazione: dopo la morte di Ferrante nel settembre
1557, il compito di riorganizzazione della città fu assunto dal figlio Cesare che chiamò alla
sua corte il Volterra , il quale individuò l’impossibiltà di seguire i progetti del Giunti poiché
si trovava all’interno della città un fossato storico di difesa al castello che ne rendeva
difficile e onerosa la sua chiusura e l’edificazione in quel sito del tempio principale.
Egli ideò quindi uno schema cruciforme ai cui vertici programmò il sorgere di quattro
significativi insediamenti religiosi, così che la piazzaforte militare voluta da Ferrante
Gonzaga assunse una chiara struttura di città votiva.
Problematiche urbane
I problemi che oggi Guastalla è chiamata ad affrontare in merito all’asseto della città e del
suo territorio sono totalmente riconducibili al dibattito urbanistico odierno.
All’esigenza di modernizzazione delle infrastrutture stradali, ferroviarie, impiantistiche, si
affianca infatti alla necessità di ridefinire l’assetto territoriale, anche alla luce delle nuove
dinamiche che l’economia e la società locale evidenziano; al tempo stesso la
valorizzazione del patrimonio naturalistico ed ambientale che caratterizza il territorio
guastallese deve sapersi coniugare con la capacità di indurre fattori di trasformazione e
riqualificazione di significative porzioni della città odierna.
Gli spalti
L'area degli spalti rappresenta, per la città di Guastalla, un luogo di confine tra il margine
della struttura urbana ad ovest e la zona golenale, che si estende fino al grande fiume: il
Po.
L'elemento fisico e caratterizzante del contesto è rappresentato dallo spalla; termine antico
per indicare l'argine, ma anche per indicare una fortezza. Quindi una struttura di difesa, di
contenimento per le inondazioni del fiume e nel passato per difendere la città dalle
invasioni del nemico. La forma a "balaustra", ha nella struttura geometrica, la necessità
d'essere elemento di "protezione". L'argine è quindi per la città, margine e percorso
urbano, poiché confine che separa la terra dall'acqua. Il suo sopraelevarsi gli conferisce la
preminenza visiva d'ogni punto dell'insediamento.
Contenuti generali del progetto
Il progetto ha sviluppato i seguenti contenuti:
• Inquadramento delle caratteristiche generali dell'ambiente e del territorio
considerato;
• Inquadramento degli strumenti programmatici di più stretta rilevanza ai fini
del progetto;
• Descrizione dettagliata della realtà fisica esistente nell'area di pertinenza
progetto, rappresentata attraverso il mosaico delle unità ecosistemiche;
• Analisi della progettualità esistente sulle aree considerate in grado di
interferire positivamente o negativamente con gli obiettivi del progetto;
• Definizione di uno scenario ecosistemico di prospettiva per le aree
considerate;
• Analisi delle politiche e degli strumenti di governo in grado di supportare lo
scenario individuato;
• Identificazione delle azioni da prevedere per il raggiungimento degli obiettivi
del progetto;
• Progettazione di una rete ecologica polivalente in grado di conseguire gli
obiettivi del progetto;
• Produzione di indicazioni progettuali su alcune aree esemplificative;
• Precisazione di obiettivi inseribili in un piano d'azione;
• Esplicitazione del modello semantico alla base del progetto.
Bibliografia
Tav.1 - Progetto 1:50000
Tav2. Planimetria nuova città 1:5000
Tav3. Mappa dei percorsi 1:20000 e sezioni stradali 1:100
Tav4. Densità 1:20000 e sezioni generali
Tav5. Quartiere in esame 1:2000
RELAZIONE
Ultimo aggiornamento ( martedì 06 ottobre 2009 )