PREMESSA

Questa tesi è frutto di una constatazione, o meglio, della nascita di una consapevolezza: quella di non prestare abbastanza attenzione al paesaggio che ci circonda mentre si viaggia in automobile. Ciò probabilmente avviene perché si è concentrati alla guida, ma capita ogni tanto di essere seduti al posto del passeggero e di non dedicarsi quasi mai all'osservazione dello scenario che avvolge le strade percorse. Si guarda avanti, verso la strada, talvolta per non soffrire di mal d'auto, talvolta per "imparare" il percorso intrapreso o per indicare la strada da seguire e talvolta anche per poca fiducia nel guidatore: non che cambi molto, perché comunque non si può fare niente in caso di pericolo, ma forse si preferisce sapere a cosa si va incontro. Inoltre osservare il paesaggio mentre si è seduti al fianco del guidatore è un po' come volersi estraniare dall'abitacolo dell'auto: la maggior parte delle volte si guarda il paesaggio quando non si ha nulla da dire, o quando ci si sente a disagio con la persona che sta alla guida. Mentre invece se è in atto una conversazione, allora si guarda avanti, convinti che il suono della nostra voce arrivi meglio all'interlocutore; probabilmente in questo vi è un fondo di verità: parlare con qualcuno guardando da tutt'altra parte, in effetti, non è molto comodo e la voce può risultare più debole. Detto questo, si è deciso di approfondire questo tema appunto per dare maggior consapevolezza su ciò che si vede mentre si viaggia, in questo caso in automobile a velocità sostenuta, soprattutto in virtù del fatto che lo studio della percezione del paesaggio dalla tangenziale di Parma non è mai stato affrontato, fino ad ora.