INTRODUZIONE

Temi come immigrazione ed integrazione sono argomenti e problematiche chiave nel panorama sociale e politico dell'Italia contemporanea. L'apertura verso alter culture, seppur positiva, spesso genera fenomeni malsani. La concausa di questo risultato è la comune tendenza a rimandare o peggio non considerare, nella pianificazione urbana, le nuove necessità derivanti da questi temi. Il risultato è il fiorire, nel nostro Paese, di numerosi sobborghi ed enclave caratterizzati da fenomeni di auto-inclusione e degrado. Per meglio comprendere le possibilità che possono invertire questa tendenza, è necessario osservare ed analizzare casi in cui il contesto multi-etnico ha dato occasione ai progettisti di trasformare una problematica in un'opportunità. Ed è proprio da questa osservazione che nasce la mia tesi. Attraverso uno studio ed un interesse personale perla paesaggistica ho avuto la possibilità di conoscere esempi progettuali già realizzati, nei quali si può osservare la risoluzione di queste problematiche sociali. In seguito ai miei studi nasce l'obiettivo di applicare la stessa soluzione in un contesto italiano dove il tema dell'immigrazione riveste un ruolo importante all'interno dell'ambito urbano. Il mio elaborato prende in considerazione un'area verde che necessiterebbe di una riqualificazione e, quindi, predisposta a questo tipo di progetto. La scelta di quest'area e della città di Roma è conseguente alla volontà di ubicare questa ipotesi progettuale in un contesto multietnico e multiculturale. Il quartiere da me scelto risulta essere uno dei quartieri dove la presenza di stranieri è maggiore: il quartiere Prenestino-Labicano. All'interno di questo quartiere ho, successivamente, individuato l'area verde di mio interesse: il Parco delle Energie. Il parco delle Energie è situato in un'area di 14 ettari dove negli anni venti sorgevano gli stabilimenti della storica fabbrica Snia Viscosa. Questa superficie è divisa in due parti: la prima che ospita il parco delle Energie e la seconda dove sono ancora presenti, abbandonati e degradati, gli edifici del vecchio stabilimento. La mia proposta di riqualificazione include, quindi, entrambe le aree.

Il lavoro è stato suddiviso in più fasi: una prima fase basata soprattutto sulla documentazione e ricerca bibliografica, attraverso libri, cartografie, siti web, per conoscere in maniera più approfondita il territorio ed in particolare la città e la sua storia. Fondamentali sono stati, perla seconda fase, la consultazione e l'utilizzo dei portali messi a disposizione dalla Regione Lazio e dei censimenti Istat, che ho rielaborato per ottenere i dati su cui basare il mio progetto, all'interno del quartiere Prenestino-Labicano. La fase successiva mi ha permesso di effettuare un vero e proprio zoom sull'area urbana del Pigneto, ubicato all'interno del quartiere preso in esame, approfondendo la mia conoscenza dell'area di studio, della storia che la caratterizza e degli strumenti urbanistici vigenti. Tutti questi aspetti hanno fatto emergere le potenzialità e criticità dell'area permettendomi di elaborare, nella fase finale, un'ipotesi di riqualificazione. Questa ipotesi progettuale, mira a creare un'area che si allontani dall'aspetto attuale di degrado e, soprattutto, a trasformare questa non solo in un'area verde più grande, ma anche in un luogo di interesse e di integrazione per tutti i cittadini. Per la proposta di un parco multiculturale, basandomi sugli studi svolti sui dati ISTAT, ho individuato le cinque etnie di maggiore rilevanza del quartiere e per ognuna ho ipotizzato una tipologia di giardino. Il risultato è un parco dove coesistono e si mescolano tradizioni paesaggistiche differenti.