Il quartiere sorge nei pressi della laguna vicino a Mestre ed è stato previsto come autosufficiente , è suddiviso in unita di circa 500 abitanti ciascuna ,essendo giudicata nei programmi tale entità come limite superiore per lo sviluppo di relazioni di vicinato.
L’urbanistica del quartiere è incentrata su una strada centrale percorsa dalla sola rete ferroviaria che collega li quartiere alla città di Mestre e Venezia, questa è sottolineata da una serie di case alte fino a 7 piani , la maggioranza di edifici residenziali è costituita da casse in linea tre piani e da case a schiera con alloggi in duplex.
Il traffico veicolare si svolge all’esterno con penetrazione a bracci viari dotati di racchette termali di ritorno.
Le attrezzature di quartiere comprendono : un scuola industriale, una scuola elementare tre scuole materne un mercato coperto la cooperativa di consumo negozi uffici pubblici centro culturale e ricreativo chiesa e parrocchia autorimessa campo sportivo inoltre sono installate tre sottostazioni di filovia.
L’idea del’’inizio del 1949, dopo l’approvazione del “Piano Fanfani” per l’edilizia popolare.
Per il suo tipico carattere lagunare la zona di S. Giuliano vince la concorrenza di Marghera e Sacca Fisola. In sede politica si crede che tale caratteristica faciliti la spostamento dei veneziani in terraferma.
IL lotto del quartiere circa 55.000 metri quadri di terreno si trova tra tra il Canal Salso e l’Osellino.
Luigi Picconato e Giuseppe Samonà, lavorano alla realizzazione di un progetto, il cui punto di forza sta in un organizzazione del quartiere per piccoli nuclei autonomi detti “corti”. Queste nel pensiero dei progettisti, devono far si che “gli abitanti si riconoscano, si ritrovino all’aperto e vivano insieme come una frazione di paese”.
La “corte” deve essere vissuta come prosecuzione della casa all’aperto, per favorire così i rapporti con gli altri abitanti. Il progetto si articola quasi totalmente in case su due piani disposte a schiera, con due ingressi: uno nello spazio comune alla corte, l’altro sul retro con la funzione di rispettare l’esigenza di intimità della famiglia.
Limitatamente al nucleo urbano delle corti e della zona di Piazza Canova, tra il 1954 e il 1957, erano costituite da circa 2400 abitanti, per un totale di 527 famiglie, distribuite in 492 numeri civici. Guardando alla media del numero dei componenti di ogni famiglia (4,4 persone), emerge che il nucleo familiare medio è formato, nella maggior parte dei casi, di due genitori più due o tre figli.
Nel 1951 viene inserita nel Gruppo architetti e ingegneri veneziani coordinato da Samonà e da Luigi Piccinato per la progettazione del nuovo Villaggio San Marco nell’area di San Giuliano a Mestre, secondo un programma attuativo scandito in due fasi settennali.
Le attrezzature di quartiere comprendono : un scuola industriale, una scuola elementare tre scuole materne un mercato coperto la cooperativa di consumo negozi uffici pubblici centro culturale e ricreativo chiesa e parrocchia autorimessa campo sportivo inoltre sono installate tre sottostazioni di filovia.
Piccoli nuclei autonomi detti “corti” Villette a 2 piani e edifici a torre edifici in linea.
L’urbanistica del quartiere è incentrata su una strada centrale percorsa dalla sola rete ferroviaria che collega li quartiere alla città di Mestre e Venezia.
Il traffico veicolare si svolge all’esterno con penetrazione a bracci viari dotati di racchette termali di ritorno. Inoltre sono installate tre sottostazioni di filovia.