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Villaggio operaio Crespi d'Adda Stampa E-mail
Scritto da Riccardo Silingardi   
sabato 06 settembre 2008
Autore schedaRiccardo Silingardi
ToponimoCapriate San Gervasio
StatoITALY
Progettista(i)Ernesto Pirovano
Iniziativaprivata
CollocazioneIndipendente
SitoPianeggiante
IdrografiaSu grande fiume
TipologiaIndustriale
Abitanti700 abitanti
Superficie65 ha
Densità abitativa
Data progetto1878
Data costruzione1878
Data completamentoca. 1928
Regione: Lombardia Provincia: Bergamo Comune: Capriate San Gervasio Coordinate: 45°36′N 9°32′E Altitudine: 180m.s.l.m. Abitanti: ca. 700 CAP: 24040 Nome abitanti: Crespesi " Tutto ebbe inizio quando due capitani d'industria illuminati -Cristoforo Crespi e il figlio Silvio - vollero costruire sulle rive dell'Adda un villaggio ideale del lavoro, un piccolo feudo dove il castello del padrone fosse simbolo sia dell'autorità sia della benevolenza, verso gli operai e le loro famiglie. Dichiarato dall'Unesco "esempio eccezionale di villaggio operaio, il più completo e meglio conservato del Sud d'Europa", ed incluso di conseguenza nella lista dei Patrimoni Mondiali dell’umanità, Crespi d'Adda sorse intorno al 1878 per iniziativa dell'imprenditore tessile Cristoforo Benigno Crespi e fu poi sviluppato dal figlio Silvio. Era questa l'epoca dei grandi capitani d'industria illuminati, al tempo stesso padroni e filantropi, ispirati a una dottrina sociale che li vedeva impegnati a tutelare la vita dei propri operai dentro e fuori la fabbrica, colmando in tal modo i ritardi della legislazione sociale dello Stato stesso. La geografia del luogo, una sorta di penisoletta chiusa tra il fiume Adda e il Brembo - e quindi al di fuori dei flussi di passaggio - assicurava quel relativo isolamento, sorta di protezione dal mondo 'esterno', che meglio si prestava al progetto di realizzare un complesso che non fosse solo una unità per produrre ma un grande esperimento economico e sociale: costruire una comunità modello dove si armonizzassero le dure necessità della produzione di fabbrica con l'esigenza di assicurare ai lavoratori condizioni di vita decorose, con tutti i servizi necessari per ogni fase della vita individuale e sociale (educazione, svago, assistenza sanitaria e spirituale, ecc.). Il Villaggio di Crespi d’Adda è certamente la più importante testimonianza in Italia del fenomeno dei villaggi operai: ha costituito una delle realizzazioni più complete ed originali nel mondo e si è conservato perfettamente integro – mantenendo pressoché intattom il suo aspetto urbanistico e architettonico. Crespi d'Adda è un autentico modello di città ideale; un interessantissimo, quasi perfetto, microcosmo autosufficiente dove la vita dei dipendenti, insieme a quelle delle loro famiglie e della comunità intera, ruotava – in un piano ideale di ordine e di armonia – attorno alla fabbrica; una città-giardino a misura d’uomo, al confine tra mondo rurale e mondo industriale. Crespi d’Adda: realtà o metafora? Comunque sia ha costituito un polo di progresso industriale, abitativo e sociale, le cui soluzioni rappresentano ancor oggi un prezioso modello di riferimento. L'idea era di dare a tutti i dipendenti una villetta, con orto e giardino, e di fornire tutti i servizi necessari alla vita della comunità: chiesa, scuola, ospedale, dopolavoro, teatro, bagni pubblici... Anche questo esperimento paternalista ebbe inesorabilmente termine - alla fine degli anni Venti - con la fuoriuscita dei suoi protagonisti e a causa dei mutamenti avvenuti nel XX secolo. Oggi il villaggio di Crespi ospita una comunità in gran parte discendente degli operai che vi hanno vissuto o lavorato; e la fabbrica stessa è rimasta in funzione fino al 2004, sempre nel settore tessile cotoniero. La progettazione architettonica ed urbanistica del villaggio e della fabbrica fu affidata per circa 50 anni all’arch. Ernesto Pirovano. La fabbrica è situata lungo il fiume; accanto il castello della famiglia Crespi, simbolo del suo potere e monito per chi vi giunge da fuori. Le case operaie, di ispirazione inglese, sono allineate ordinatamente a est dell'opificio lungo strade parallele; a sud vi è un gruppo di ville più tarde per gli impiegati e, incantevoli, per i dirigenti. Le case del medico e del prete vigilano dall'alto sul villaggio, mentre la chiesa e la scuola, affiancate, fronteggiano la fabbrica. Segnano la presenza e l'importanza dell'opificio le sue altissime ciminiere e i suoi capannoni a shed che si ripetono in un'affascinante prospettiva lungo la via principale, la quale, quasi metafora della vita operaia, corre tra la fabbrica e il villaggio, giungendo infine al cimitero. A Crespi d'Adda si annovera notevole diversità di stili, oscillante tra classicismo e romanticismo. La villa padronale ripropone lo stile medioevale trecentesco mentre la chiesa è copia esatta della rinascimentale S.Maria di Busto Arsizio, paese d'origine dei Crespi. Le altre costruzioni sono tutte di gusto neomedioevale, con preziose decorazioni in cotto - care al romanticismo lombardo - e finiture in ferro battuto. Neomedioevale anche l'opificio, che esprime la massima celebrazione dell'industria nell'ingresso centrale, tra le fastose palazzine degli uffici dirigenziali. Il cimitero, di gusto esotico e di stile eclettico, è monumento nazionale: al suo interno la cappella Crespi, una torre-piramide di ceppo e cemento decorata si erge ad abbracciare le tombe operaie, piccole croci disposte ordinate nel prato all'inglese. La fabbrica L'ingresso del cotonificio di Crespi è oggi l'immagine più conosciuta dai visitatori. Quasi una cattedrale al lavoro a all'industria, dove la ciminiera, le palazzine dirigenziali e il cancello in ferro battuto creano una superba composizione architettonica, ormai simbolo dell'architettura industriale a cavallo tra Otto e Novecento. Le Case Operaie Le file di case operaie disposte ordinatamente costituiscono sicuramente l’immagine più caratteristica di Crespi, nonchè il cuore del Villaggio. Queste abitazioni dall’aspetto semplice ma gradevole erano soluzioni abitative d’avanguardia. Fu Silvio Crespi, figlio del fondatore, a voler imitare gli esempi di abitazioni operaie visti nei suoi viaggi in Inghilterra. Le case sono caratterizzate dalla presenza di orto e giardino. Le Ville Le case operaie non sono l'unico tipo di abitazione presente nel Villaggio: a queste si aggiungono le ville volute dai Crespi nella seconda metà degli anni Venti, in stile eclettico. Estrose, eleganti, incantevoli, erano assegnate principalmente a direttori, capireparto e impiegati. Il Castello La villa padronale dei signori Crespi, è simile a un imponente castello. Oggi come ieri il castello medioevale rievoca la presenza del feudo: una sorta di nuovo feudalesimo, dove il signore governa dal suo castello il suo moderno “feudo industriale”: la sua fabbrica, il suo villaggio e i suoi abitanti-operai. La Scuola La presenza della scuola nel villaggio era motivata dal desiderio di fornire un servizio educativo alla comunità che via via si formava, e dall’esigenza di formare i futuri dipendenti, elevandone il livello della preparazione tecnica. Insomma, si imparava a leggere e scrivere e far di conto ma non solo. La chiesa La chiesa di Crespi è la perfetta copia di quella di Busto Arsizio, edificio di scuola bramantesca. La famiglia Crespi la volle infatti riproporre nel villaggio, segno di affetto verso il paese d'origine e verso la cultura italiana: presenta infatti, armoniosi e puliti, i caratteri tipici dell’architettura rinascimentale. Il Cimitero Il cimitero di Crespi si trova al termine della via principale. Vi è al suo interno una sorta di piramide a gradoni: questa costruzione eclettica, imponente e maestosa, è il famedio della famiglia Crespi. Il monumento funebre si erge possente sulle tombe dei dipendenti, piccole lapidi poste in ordine nel prato, simboleggiando, con le esedre che si aprono ai suoi lati, un grande abbraccio.
Bibliografia
AAVV., Villaggi operai in Italia, La Val Padana e Crespi d'Adda, Einaudi, 1981 Bricchetti E., Crespi d'Adda. Un villaggio operaio fine ottocento, in "Spazio e società", n.19 (sett. 1982) Bossaglia R., Un esempio italiano di villaggio operaio: Crespi d'Adda, in Atti del convegno di archeologia industriale, Milano 1977. Carion G., Crespi d’Adda, Memorie di un'utopia, Milano 1993 Cortesi L., Crespi d’Adda, villaggio ideale del lavoro, 2005. Pedroncelli M., Visitare Crespi d'Adda - Villaggio operaio di fine Ottocento, Crespi d'Adda, 2002. Treccani G., Crespi Benigno - Crespi Cristoforo Benigno - Crespi Silvio Benigno, in Enciclopedia italiana, vol. XI, Roma, 1931, p. 842. http://www.crespid'adda.it http://www.wikipedia.it
Cristoforo Crespi
Silvio Crespi
Il vilaggio e il fiume
Case operaie
Vista d'insieme di Crespi d'Adda
Ingresso alla fabbrica
Planimetria- La fabbrica
Planimetria- Il Castello
Vista del Castello
Planimetria- La chiesa
Planimetria- Le case operaie
Planimetria- Il cimitero
Planimetria- La fabbrica
Planimetria- Le ville
Planimetria- La scuola
Ultimo aggiornamento ( giovedì 06 marzo 2014 )
 
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