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Nuova città di Casalmaggiore Stampa E-mail
Scritto da simone bettosi   
mercoledì 04 marzo 2009
Autore schedaArcangeletti - Germani
ToponimoCasalmaggiore
StatoITALY
Anno di progetto
Docente tutorPaolo Ventura - Damianos Damianakos
CollocazioneIndipendente
Sito{sito}
IdrografiaSu grande fiume
Tipologia funzionale
Abitanti30000
Superficie513 ha
Densità abitativa
INTRODUZIONE
CENNI STORICI
"Casalmaggiore da principio si chiamava Castra Majora et ebbe principio l'anno 69 dopo la venuta di Cristo, nel cui tempo guerreggiavano del Imperio Romano Ottone e Vittelio, che edificò Vitelliana, hora chiamata Viadana" così si esprimono le "Memorie Istoriche" di Ettore Lodi nella trascrizione di Enrico Cirani, ragionando sulle origini di questa città incastonata tra le province di Cremona, di cui rappresenta l'estremo lembo meridionale, Parma e Mantova.
Le origini di Casalmaggiore possono essere fatte risalire ai reperti archeologici rinvenuti nelle zone di Vicobellignano e Fossacaprara.
Le prime documentazioni attendibili risalgono però al 1012 e riguardano il Castello, realizzato in posizione geografica strategica, posseduto dai vari Estensi, Visconti, Repubblica di Venezia, Sforza e Gonzaga.
Nel rinascimento, nell'alternanza dei dominii, si hanno notizie, oltrechè della funzione militare, anche della funzione agricola: alla storia di battaglie, assedi, saccheggi si aggiunge quella degli eventi economici dei "dazi", "macine", calamità naturali quali inondazioni ed erosioni del Po, pestilenze, epidemie naturali, gelo, siccità, invasioni di cavallette e bruchi, ecc.
Dal secondo sedicesimo le notizie delle organizzazioni pubbliche diventano sempre più frequenti e confermano il ruolo cittadino (in senso polifunzionale) di Casalmaggiore, la cui istituzionalizzazione avverrà nel 1754 durante il governo di Maria Teresa d'Austria, duchessa di Milano.
E' in questo periodo storico che Casalmaggiore raggiunge la sua massima importanza nel territorio padano.
Il territorio Casalasco, il cui confine naturale verso il Parmense è costituito dal fiume Po, ha subito nel tempo notevoli modificazioni. Nel quindicesimo secolo infatti il corso del fiume attraversava il territorio più a sud (in corrispondenza degli attuali centri abitati di Mezzani). Le continue alluvioni e le opere di protezione costruite dai parmigiani hanno fatto sì che l'alveo si spostasse sempre di più nel territorio casalasco fino ad arrivare fino a ridosso dei centri abitati di Casalmaggiore, Fossacaprara e Roncadello.
Verso nord, ma mano che i laghi e gli stagni che invadevano la pianura si ritiravano (anche in seguito alle opere di bonifica), il territorio agricolo delle ville di Agoiolo, Vicobellignano, Vicoboneghisio, ecc., si ampliava sino al cavo Spinospesso; così avveniva anche verso est, dove il territorio casalasco giungeva allo scolo Ceriana.
Le prime documentazioni intorno all'agricoltura risalgono al 1424 anno in cui fu proclamato il codice dei "patrj nostri statuti" che regolano la costruzione e la manutenzione di ponti, strade, argini, canali, chiaviche, le istituzioni quali la mezzadria e i sistemi di coltivazione. In quel periodo la maggior produzione era quella del vino ma si coltivavano anche biade e zafferano; i terreni al di là di Vicobellignano e Villanova che sono forti e ferrigni erano incolti o usati come pascoli e prati stabili indivisi e goduti in comune.
La misura superficiale dei terreni è la biolca che equivale a tre pertiche; la pertica si suddivide in 24 tavole. Per le misure lineari è in uso il cavezzo o
trabucco equivalente a sei braccia. Rari sono i campi aperti e coltivati a semplice seminatura e rari i vigneti. Le vigne sono frammezzate da aree coltivate che si chiamano "piane", i filari sono tirati per lo più in linea tra mezzogiorno e tramontana così le viti restano esposte alle plaghe di levante e ponente.
Le piante che crescono nel territorio sono: salici, pioppi, ionizzi, noci e querce (olio combustibile, alimento per suini e manufatti), roveri (botti e tini), olmi e frassini (travi e travetti).
Nei boschi delle isole e alluvioni del Po crescono beole e pioppi. Crescono anche alberi da frutta: peri, pomi, ciliegi, persici e fichi; i gelsi, belli e ben fronzuti, hanno le foglie troppo grasse per l'allevamento dei bachi. Si coltivano ancora frumento e granoturco, legumi, canape e lino, fava e trifoglio e soprattutto vino. L'abbondante produzione vinicola non solo basta a soddisfare le esigenze locali, ma permette una notevole esportazione. Altre piccole esportazioni sono dovute ad alcune manifatture di canape "travagliate dalle donne di villa", fabbriche di fazzoletti tipici per i colori di cotone e di lino; esistono i seguenti altri opifici: "una nitriera, una calegaria, tre fabbriche di terraglia, due di vetro, una di maiolica".
Nel territorio di Casalmaggiore non mancano i negozi di ogni genere, nonché locande, caffetterie e trattorie; inoltre due volte la settimana si tiene il mercato nella piazza di generi vari, nel terraglio di bestiame, nel porticato della contrada del Monte di Pietà del lino.
Riguardo la popolazione le prime testimonianze precisano che nel 1623 gli abitanti nel borgo erano circa 6.000 e nel contado 9.000, ma la pestilenza del 1629, i saccheggi, le vessazioni da parte delle armate di passaggio negli anni che seguirono fecero dimezzare quasi la popolazione riportandola alle dimensioni di alcuni secoli addietro. Nel 1796 gli abitanti erano circa 4.700 in città e 9.400 nelle ville.

Figura 1 Inquadramento territoriale nella provincia di Creamona

Figura 2 Casalmaggiore e il suo comune
ANALISI TERRITORIALE
Il territorio del comune di Casalmaggiore si estende per 63,69 Kmq all'estremo sud est della provincia di Cremona. Oltre 7 Kmq sono compresi tra l'argine maestro ed il corso del fiume Po, che lambisce il comune per quasi dieci chilometri. La differenza di quota complessiva è pari a 11 metri, per una escursione tra 17,5 e 28,5 sul livello del mare. L'andamento altimetrico evidenzia che le parti più alte si concentrano nelle vicinanze dell'argine, lungo il fiume che con le sue alluvioni ha contribuito a costruirle. L'utilizzo del territorio ha subito notevoli cambiamenti: la tabella che segue riporta le dimensioni delle diverse quote di utilizzazione del suolo rilevate durante tre date di rilievo.

Vi si legge non solo il dato significativo della crescita urbana ma soprattutto una ancor più rilevante dinamica di trasformazione del territorio agricolo. Ciò che appare particolarmente significativo è la generale diminuzione della vegetazione. Il seminativo arborato, decimato già nel primo decennio, tende a scomparire. I vigneti e i frutteti sono praticamente dimezzati. Aumentano soltanto, e dannosamente, i pioppeti che invadono le fasce golenali dove il terreno di bordo è ormai ridotto a un quindicesimo, quasi inesistente.

Figura 3 Analisi del territorio nel PRG del 2001
STRUTTURA INSEDIATIVA E VIABILITA′
Il sistema urbano di Casalmaggiore è storicamente cresciuto in modo articolato, interessando la quasi totalità del territorio comunale, se si fa eccezione della lingua (la valle) che si protende lungamente verso est e dei Lamari (antiche aree alluvionali a nord-ovest).
Il Capoluogo e le dieci frazioni, pur confermando tra alterne vicende la popolazione complessiva di due secoli fa, invertono quasi il loro rapporto: da

4.700 abitanti nel Capoluogo contro 9.700 all'esterno del 1796 a 7.819 contro

5.956 nel 2000. Al di là del numero, le trasformazioni avvenute sono affatto significative per aver modificato decisamente l'antica struttura insediativa.

I poco più di quaranta ettari in cui era racchiuso l'antico centro storico si trovano oggi all'interno di un'area urbana centrale che raggiunge quasi due chilometri quadrati, oppure quattro se, più correttamente si considera il sistema insediativo industriale adiacente e la frazione di Vicobellignano ormai legata senza soluzione di continuità.
Le frazioni hanno quasi triplicato la loro dimensione residenziale e produttiva, con particolare accentuazione per quelle localizzate lungo l'asse di collegamento che, parallelo al Po, congiunge Cremona con Viadana.
La precedente organizzazione, polarizzata sugli undici centri, ha lasciato il posto a sistemi continui, lineari e di saldatura dai quali rimangono emarginate soltanto le vecchie frazioni che non affacciano direttamente sull'asse est-ovest.
Nel suo insieme l'attuale territorio urbanizzato, esclusi gli insediamenti sparsi, è pari a 583,6 ettari (circa sei volte quello di due secoli fa, a parità di popolazione).
La viabilità strutturale del comune appoggia sul crocevia delle due statali: quella che da Cremona attraversa il capoluogo e si dirige verso Viadana e quella che da Parma raggiunge Mantova incrociando la prima appena superato il Po, immediatamente ad est del capoluogo.
Mentre il primo asse, così come la sua deviazione a sud-ovest (provinciale bassa per Cremona), ha costituito luogo storico degli insediamenti urbani e dello sviluppo anche recente, il secondo ha mantenuto nel tempo il carattere di collegamento extraurbano, diventando soltanto in epoca recente asse di supporto per i nuovi insediamenti che hanno rapidamente costituito l'area industriale centrale del comune.
Il capoluogo è lambito dalla linea ferroviaria Parma-Asola-Brescia che, a Piadena, incrocia la Cremona Mantova. La stazione ferroviaria svolge oggi un ruolo logistico a servizio di insediamenti produttivi anche extra-comunali comportando, nonostante il flusso relativamente contenuto, un certo disagio per l'attraversamento del centro urbano da parte dei carrelli.

Figura 4 Analisi della viabilità comunale
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Figura 5 Dimensione territoriale e densità abitativa
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Figura 6 Orografia e idrografia del territorio
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ANALISI DEI SERVIZI
La tabella sottostante rappresenta la situazione dei servizi esistenti e delle aree pubbliche nei diversi centri abitati del territorio comunale e il relativo dimensionamento.
Popolazione residente al 2000: 13.755 abitanti

Questi dati non costituiscono compiuta verifica del dimensionamento ai sensi di legge, ma evidenziano in modo più significativo la situazione dello stato di fatto. Risulta infatti, del tutto sottodimensionata la dotazione di parcheggi, a fronte di una elevata dotazione di attrezzature generali. Buona la dotazione di verde pubblico, che è però prevalentemente concentrata nel Capoluogo. La maggior parte delle frazioni ne è pressoché priva. Diversa è la situazione scolastica che presenta una discreta dotazione ma pone ancora problemi di localizzazione. Il sistema di localizzazione sparsa della scuola elementare nelle frazioni è andato razionalizzandosi e si trova adesso articolato nei tre plessi del Capoluogo, Vicobellignano e Vicomoscano, in condizioni di spazio e di attrezzature ancora insufficienti. Il programma prevede la costruzione di un unico plesso in un'area centrale, di buona accessibilità e di adeguata dimensione. La scuola media è già organizzata in un unico plesso nel Capoluogo. Le scuole medie superiori, anch'esse concentrate in un'unica area nel Capoluogo, non hanno ancora posto problemi di spazio.

Figura 7 I servizi nel territorio
DINAMICA DEMOGRAFICA
La dinamica demografica ed insediativa di Casalmaggiore negli ultimi decenni è stata direttamente influenzata dai fenomeni che nell'Italia centro-settentrionale (e in generale nelle aree più sviluppate d'Europa), hanno interessato i comuni circostanti le città capoluogo. Dopo un periodo piuttosto lungo, i primi venticinque anni dell'ultimo dopoguerra, che ha visto la concentrazione nelle maggiori aree urbane delle attività economiche e della popolazione, verso la fine degli anni '60 si assiste ad una netta inversione di tendenza. Si avvia la cosiddetta fase diffusiva. I centri urbani maggiori denunciano prima una stasi e, quindi, un vero e proprio declino demografico. Le ragioni di questo processo di diffusione urbana sono state attribuite alle diseconomie che la congestione urbana crescente aveva prodotto, rendendo sempre più interessanti i fattori di localizzazione dei più piccoli centri urbani esterni alla città: la migliore accessibilità, le più accettabili condizioni ambientali, i minori costi di insediamento. Elementi, questi, di notevole importanza, spesso determinanti la scelta localizzativa sia per quanto riguarda le attività economiche che per la residenza. La diffusione degli insediamenti inizia dapprima come decentramento produttivo e, poco dopo, come decentramento abitativo. Essa si rivolge ad un territorio relativamente vicino alla città: chi esce non rompe con la città, la rifiuta per ragioni economiche ed ambientali ma vi rimane legato per la utilizzazione di servizi ed opportunità. Il comportamento dei piccoli comuni è stato però diverso in relazione sia alle diverse condizioni di partenza sia anche alla ubicazione territoriale. Sembra infatti che i comuni immediatamente limitrofi alle città (nel nostro caso, Parma) più facilmente accessibili, abbiano risentito immediatamente degli effetti del decentramento. Comuni come Colorno e Torrile, che sono in calo fino al 1971, registrano un aumento evidente della popolazione subito al 1981. Mentre altri comuni danno un segnale di inversione positiva sempre più tardi, man mano che aumenta la loro distanza dalla città, come Casalmaggiore dove il segnale si avverte soltanto verso la fine degli anni '80.


PROPOSTE DI PROGETTO INIZIALI
RIFERIMENTI E OBIETTIVI PER NUOVA CASALMAGGIORE
Il nostro approccio per la riprogettazione della città si è basato su diversi fattori, i più importanti dei quali sono il legame con il fiume Po e la centralizzazione della stazione ferroviaria come appoggio essenziale per lo sviluppo della città. Seguendo le indicazione per la nuova città che sono state date, la nuova casalmaggiore passerebbe da un'attuale popolazione di circa 15.000 abitanti a
30.000 abitanti, con una superficie di territorio urbanizzato di circa 6 Km², con una densità abitativa media di 50 ab/ha. Attualmente un alto argine separa la città dal fiume. Tutti i nostri progetti, pur avendo impianti diversi, vogliono sfruttare le differenze di quota del territorio perché la città non risulti più ingabbiata dalla protezione degli argini e dalla ferrovia, ma si possa affacciare direttamente sul fiume. Un altro tra i nostri obiettivi è rendere la città fruibile ad un facile accesso pedonale. In tutte le nostre proposte, il grande traffico diretto verso Cremona e Brescia è stato spostato al di fuori della città. Per fare questo abbiamo previsto il potenziamento della linea ferroviaria come importante allaccio tra le varie province e come trasporto merci da preferire a quello su gomma per limitare, o almeno arginare, il fattore inquinamento. Per questo la zona industriale sarà posta in modo tale che sia facilmente raggiungibile da binari ferroviari.
Sintetizzando, i nostri obiettivi sono i seguenti:
• Rapporto Città-Fiume
• Potenziamento della linea ferroviaria
• Rapporto Città-Ambiente
• Fruibilità pedonale
• Creazione di quartieri autonomi per un possibile sviluppo successivo


Figura 8 Ipotesi 1
Figura 9 Ipotesi 2

Figura 10 Ipotesi 3

Figura 11 Ipotesi 4

Figura 12 Ipotesi 5



IL PROGETTO
LA CITTA’
Si sviluppa su una superficie lorda pari a 513ha (larghezza 2280m, lunghezza 2250m). A differenza della condizione attuale per cui Casalmaggiore risulta costruita in una depressione lungo l’argine del Po, la nuova città è stata progettata in modo tale che il suo centro si possa affacciare direttamente sull’argine del fiume. Questa scelta ha dato la possibilità di interrare la ferrovia all’interno della città e ha creato una differenza di quota tra il centro e la campagna pari a 11m.
Il centro
Come già accennato precedentemente, il nostro progetto ha per intento quello di una città sostenibile, facilmente vivibile, accessibile a piedi. Per fare questo abbiamo reso centrale la stazione ferroviaria e l’abbiamo posta come fulcro di un percorso esclusivamente pedonale che collega i due poli della città individuabili a est con l’ospedale cittadino e a ovest con il porto turistico e la biblioteca comunale. Per rendere ancora più evidente questa nostra intenzione, abbiamo creato boulevard pedonali su cui si affacciano edifici con facciate allineate al fronte della strada. La maggior parte di queste costruzioni è stata prevista per un utilizzo pubblico e commerciale: per questo motivo, partendo dalla stazione, i servizi sono stati collocati all’interno di un raggio, per il quale è stato stimato un tempo di percorrenza massimo pari a dieci minuti a piedi.
Figura 13 Individuazione del percorso pedonale

I servizi collocabili all’interno di tale distanza sono stati identificati, in linea di massima, con l’elenco sottostante:
• municipio
• uffici comunali
• biblioteca comunale
• teatro comunale
• scuola media superiore
• magistrato del Po
• caserma dei Carabinieri
• sede A.U.S.L.
• pro loco
• polo commerciale

La biblioteca e l’ospedale sono stati immersi in parchi civici per favorire l’ottimale svolgimento delle proprie funzioni in quanto ognuna di queste strutture necessita di un ambiente tranquillo e isolato.
I quartieri
La città è stata suddivisa in quattro quartieri di diverse densità abitative. Ognuno di questi è stato progettato con impianto viario, disposizione dei servizi, unità abitative diversi perché sia più facile l’orientamento all’interno di essi. Ogni quartiere è fornito di servizi autonomi: scuole materne ed elementari, verde pubblico, fermate per il trasporto pubblico, attività commerciali e terziarie, percorsi protetti per il raggiungimento delle scuole sia a piedi che in bicicletta, uffici pubblici di pertinenza del quartiere.
Figura 14 Individuazione grafica dei quattro quartieri

Nei diversi quartieri sono state dislocate funzioni diverse per caratterizzare ogni area come i centri sportivi, la scuola superiore, il centro commerciale, il centro civico.
La viabilità
La viabilità strutturale della città appoggia ancora sul crocevia tra le statali che portano a Cremona e a Mantova, ma la viabilità che collega Cremona con Viadana è stata spostata all’esterno del centro abitato. È stata infatti creata una bretella per permettere al traffico pesante di evitare la città così da snellire il traffico e da ridurre l’inquinamento. All’interno della città sono state classificate quattro tipologie di strade a seconda della loro collocazione, della loro grandezza, della velocità massima permessa e del tipo di servizi che offrono all’utenza.
Figura 15 Sezioni stradali

Qui di seguito le tabelle esplicative delle varie caratteristiche delle strade:

All’interno della tabella sono stati spuntati i servizi che vi si possono trovare lungo le strade di pertinenza.
Alle sigle “E1” e “E2” sono state associate le strade extra urbane, adibite al traffico pesante e agli spostamenti esterni alla città. Con le sigle “S”, le strade urbane secondo il loro grado di importanza. Come si può notare, lungo la E1 non vi sono attrezzature poiché è una strada di grande scorrimento adibita alla sola circolazione del traffico a motore. La E2, pur restando una strada extra urbana, mette in collegamento la città con l’esterno e le frazioni limitrofe, oltre a essere la via di comunicazione sulla quale si affaccia la zona industriale a sud della zona urbanizzata.
Figura 16 Il sistema viario

La stazione ferroviaria
Fulcro del nostro progetto, la stazione ferroviaria è stata posta al centro della città così da poter essere una valida alternativa al trasporto individuale a motore. Data la nuova conformazione del terreno, l’arrivo dei treni è stato interrato poiché i binari sono a circa 5m sopra il piano campagna. Si è voluto centralizzare questo servizio per evitare anche quegli aspetti di degrado in cui spesso incappa una struttura come questa. Infatti se posta al centro di un percorso di rilievo con un alto flusso di passaggio, le probabilità che possa interessare attività abiette e uso improprio della struttura sono ridotte al minimo poiché la vigilanza nelle zone altamente frequentate è di norma sollecita.
Il trasporto pubblico
È stato previsto un servizio comunale di trasporto comprensivo di un autobus con percorso cittadino che attraversi i punti più ricettivi della zona urbana e un autobus che percorra nella sua interezza il percorso esterno
Figura 17 Individuazione grafica del percorso dell'autobus

Il verde pubblico e i parchi urbani
Il verde pubblico è stato dislocato in tutta la città in ugual misura, mentre i parchi urbani sono stati collocati lungo gli assi principali della città. I parchi principali sono affacciati sui boulevard pedonali del centro città e ospitano al loro interno l’ospedale e la biblioteca comunale. Il parco della biblioteca, inoltre, si affaccia sul fiume ed è collegato al bosco golenale detto di “Santa Maria”.
Figura 18 Individuazione grafica del verde pubblico

I parchi sono stati pensati con attrezzature per le attività ricreative dei bambini all’interno di aree protette. In ogni parco sono stati creati percorsi interni che permettono il collegamento tra le diverse entrate.
Le zone industriali
Poiché tra i nostri obiettivi spicca quello di limitare il traffico su gomma potenziando gli spostamenti su rotaia è stata prevista una zona industriale a nord della città lungo l’asse ferroviario di modo che quest’ultimo possa essere sfruttato per il trasporto alternativo delle merci. È stata inoltre collocata a sud della città lungo le principali vie di comunicazione una seconda zona industriale con prevalenza del trasporto su gomma. Perché la zona industriale non diventi motivo di degrado durante le ore non lavorative, è stata creata una area cuscinetto che divida le industrie dal centro abitato in cui sono stati previsti servizi che stimolino l’ingresso in tale area anche durante le ore notturne, come possono essere i cinema, i pub, le sale giochi. Poiché questi servizi attraggono un grande flusso di persone e quindi provocano rumore, decentrarli e accorparli in un’unica zona limitrofa a quella industriale è sembrata una soluzione coerente con il nostro progetto.
Figura 19 La zona industriale a sud del progetto

Figura 20 Il progetto

IL QUARTIERE
Figura 21 Studio del quartiere

Quartiere ideale
5000 abitanti
Superficie di suolo pubblico per abitante 18mqdi cui:
• 9mq verde pubblico
• 4.5mq scuole primarie
• 2.5mq parcheggi
• 2mq attrezzature collettive (luoghi di culto, sanità, attrezzature sportive, ecc.)

Scuola: primo servizio legato alla residenza. Arrivo alla scuola in un tempo preciso e ragionevole. Attorno si svilupperanno altri servizi legati ad essa e di pertinenza.
Scuole di quartiere: nido – materna – elementari – medie inferiori Superficie netta: 12mq ad abitante Superficie coperta: 30% della superficie totale
Percentuale degli scolari sulla popolazione totale:
• 3% nido
• 3% materna
• 5% elementari
• 3% medie inferiori

Commerciale: si sviluppa sulle strade più importanti ma senza intralciare la viabilità. Deve essere facilmente aggredibile da traffico pedonale.
Quartiere di progetto
6500 abitanti
Superficie di suolo pubblico per abitante 25mqdi cui:
• 15mq verde pubblico
• 4.8mq scuole primarie
• 3mq parcheggi
• 2.2mq attrezzature collettive (luoghi di culto, sanità, attrezzature sportive, ecc.)

Densità abitativa media: 56ab/ha
LE LIMITAZIONI PROGETTUALI
Pur consci che il progetto può subire cambiamenti e miglioramenti, all’interno della nostra città ci sono alcuni aspetti che caratterizzano a tal punto l’insieme dei fattori da non poter essere trascurati o modificati. Il più importante è l’allineamento degli edifici nel centro della città. Questi fronti,infatti, caratterizzano e disegnano i due boulevard pedonali che tagliano lungo l’asse est-ovest la città creando così un passaggio protetto e facilmente fruibile per la cittadinanza. Anche la disposizione degli edifici pubblici è da concentrarsi all’interno del perimetro centrale in quanto uno degli obiettivi iniziali della progettazione era la concentrazione dei servizi all’interno di un area limitata, raggiungibile in meno di mezzora di cammino e facilmente fruibile dalle diverse parti della città.
La collocazione dei parchi pubblici è soggetta a limitazioni in quanto il loro disegno e la loro collocazione contribuiscono alla forma della città. Quelli che si affacciano sul centro città e che circondano la biblioteca e l’ospedale non sono suscettibili a spostamento.
Il verde pubblico, come la disposizione dei fabbricati e l’individuazione dei lotti, può subire variazioni a seconda delle esigenze fermo restando che il rapporto tra la superficie pubblica e superficie privata, il rapporto tra i servizi e la superficie vengano mantenuti negli standard con cui sono ideati.
Dati generali
Totale abitanti: 30000 abitanti Superficie totale di intervento: 513ha Parchi pubblici: 84ha Verde pubblico: 46ha Superficie pubblica: 18ha Superficie commerciale: 14ha
Densità abitativa media: 58.5ab/ha


APPENDICI
RIFERIMENTI PROGETTUALI
La città
Figura 22 Immagine della stazione di Dresda nel 1898

Figura 23 Wallingby, Stoccolma

Figura 24 Le Marne La Vallee Noisy

Figura 25 Planimetria di Amsterdam

Figura 26 Pianta della città di Londra del 1600

Figura 27 Richard Neutra -Rush City Reformed

Le città giardino
Con il termine”Città giardino” si indica una città ideale a misura d'uomo.
Origine del nome: L'idea di Città Giardino ha origine in Inghilterra durante la metà del XIX secolo. In quel periodo, il crescente sviluppo delle industrie e l'aumento della popolazione nei centri urbani avevano creato un forte degrado alle città con conseguenti disagi e abbruttimenti che mal si conciliavano con la vita dell'uomo. Questa originaria idea fu ripresa e sviluppata da Ebenezer Howard, che aveva come principale obiettivo quello di salvare la città dal congestionamento e la campagna dall'abbandono. Lo scopo era raggiungere contemporaneamente due vantaggi: gli agi e le comodità della vita urbana e gli aspetti sani e genuini della vita di campagna. La progettazione di questo nuovo tipo di città doveva quindi tener conto di tutti gli aspetti della vita umana, rispettando le esigenze primarie dell'individuo. Si pensò quindi a nuclei abitativi formati da residenze unifamiliari, attorniate dal verde, collegate tra loro, con servizi, negozi, teatro, chiesa, zone produttive e zone amministrative, in modo tale da rendere questi centri completamente autosufficienti.
La prima Città giardino: Letchworth è stata la prima città giardino, fondata nel 1903 a circa 50 Km da Londra. Il nome "città giardino" deriva dall'inglese "garden city", che stava ad indicare, dei quartieri immersi completamente nel verde. Questa distanza doveva garantire la creazione di una fascia verde con un duplice scopo; fornire tutto il necessario alla sopravvivenza dei cittadini e frenare di conseguenza l'espansione incontrollata della città stessa. Altre città sono state progettate e sviluppate su questo principio (ad es. Cervia in provincia di Ravenna), ma non sempre l'idea originaria ha dato i risultati sperati. In molti casi la vicinanza con un grande centro ha finito per inglobare la città giardino, in altri l'ha resa semplicemente un quartiere dormitorio o una borgata. C'è da dire che non sempre l'idea originaria veniva rispettata: il concetto di giardino non era solo puramente estetico, ma doveva servire principalmente a rendere autosufficiente il nucleo abitativo. L'idea viene normalmente considerata abbandonata negli anni trenta, anche se è stata di ispirazione a grandi architetti come Le Corbusier, che ne hanno tratto principi ispiratori, e soprattutto per la successiva - 1946 - costruzione di New Towns (le eredi delle Città giardino, fra cui Harlow, dislocate per lo più, ma non solo, intorno a Londra), con la collaborazione dei migliori urbanisti dell'epoca, da Raymond Unwyn a Lewis Mumford. Di quest'ultimo, una descrizione approfondita del fenomeno Città giardino / New town, si trova nel libro "La città nella storia", Ed Bompiani, Ed orig. 1961. Qui è possibile, specialmente nel cap. XVI (Suburbia... e oltre), esaminare il vero substrato e le reali intenzioni, assai meno sbrigative e semplicistiche di come solitamente esse vengono liquidate, dell'intero movimento sotteso all'operazione urbanistica qui presa in considerazione.
New town
Le “new town” dette anche “città-giardino” sono sorte in Inghilterra a partire dal 1947 per controllare la crescita preoccupante di Londra. Le new town inglesi sono ben collegate con la capitale tramite servizi ferroviari ed autostradali provviste di tutti i servizi, dai cinema alle università. Vi vivono attualmente circa un milione di persone. Le new town seguono generalmente lo stesso schema urbanistico: al centro si trova un area amministrativa-commerciale, circondata interamente da quartieri residenziali, separati da parchi e piccole aree agricole caratterizzati da colorate villette a schiera con il tradizionale giardino (da cui il nome “città-giardino”). Le new town hanno conosciuto un successo internazionale e il loro modello è stato esportato in tutto il mondo.
La storia: Il concetto di città-giardino fu usato per la prima volta a New York, nel 1869 per indicare un sobborgo caratterizzato da case con giardino e venne teorizzato con precisione da Sir Ebenezer Howard, che lo applicò concretamente con la costruzione di Letchworth (1903) e Welwyn (1919). A partire dagli anni Quaranta venne applicato nella costruzione delle new town inglesi. Il successo di quest’ultime ha diffuso nel mondo il progetto delle new town. Tra le più famose i “goroda-sputniki” di Mosca, finanziate dall’ex Unione Sovietica, il “forstader” in Svezia, in Danimarca e in Giappone.
Pro e contro le new town: Oggi, i pareri degli urbanisti e degli architetti sono discordanti riguardo il modello delle new town. Gli ideatori e i suoi sostenitori hanno sempre sostenuto che le “new town” garantiscono ai suoi abitanti un ambiente ideale perché uniscono le comodità cittadine (presenti nella new town e comunque sempre vicina e ben collegata alla metropoli) all’amenità e alla pulizia della campagna, in quanto buona parte del territorio della new town è tenuto a parchi e giardini. Ma per molti architetti le new town rappresentano una sorta di ghetti moderni con casette monotone e sempre uguali e comunque seguendo sempre precisi piani e schemi regolatori, che l’urbanistica moderna tende a voler limitare.
Il parco pubblico
Figura 28 Nuovo giardino botanico

Figura 29 Parc Central Nou Baris

Figura 30 Parc del Futbol

Figura 31 Parc de la Riera Canyadò

Figura 32 Parc de la Fontsanta

CONFERENZA DEL 12 GIUGNO 2007
Figura 33 Casalmaggiore e riferimenti progettuali

Figura 34 Le citta -Biennale di Venezia 2006

Figura 35 Italo Calvino -Le città invisibili

Figura 36 Poster

ESERCITAZIONI
Figura 37 Esercitazione 1 -La città (D.A.)

Figura 38 Esercitazione 1 -La città (A.G)

Figura 39 Esercitazione 2 -L'isolato (D.A.)

Figura 40 Esercitazione 2 -L'isolato (A.G.)


Figura 41Esercitazione 3 -L'isolato 50mx100m (D.A.)
Figura 42 Esercitazione 3 -L'isolato 50mx100m (D.A.)

Figura 43 Esercitazione 4 -Il quartiere (D.A.)

Figura 44 Esercitazione 4 -Il quartiere (A.G.)

TAVOLE ESAME
Figura 45 Tavola 1 -Inquadramento territoriale

Figura 46 Tavola 2 -Il progetto

Figura 47 Tavola 3 -Viabilità principale

Figura 48 Tavola 4 -Il centro il quartiere

PLASTICO
Figura 49 Veduta dall'alto

Figura 50 Scorcio Nord-Ovest

Figura 51 Scorcio Sud-Est

Figura 52 Scorcio Sud-Est

Figura 53 Vista asse viario

Figura 54 Vista dal porto

INDICE GENERALE
INTRODUZIONE 1 CENNI STORICI 1 ANALISI TERRITORIALE 4 STRUTTURA INSEDIATIVA E VIABILITA′ 6 ANALISI DEI SERVIZI 10 DINAMICA DEMOGRAFICA 11 PROPOSTE DI PROGETTO INIZIALI 12 RIFERIMENTI E OBIETTIVI PER NUOVA CASALMAGGIORE 12 IL PROGETTO 17 LA CITTA’ 18 Il centro 18 I quartieri 19 La viabilità 20 La stazione ferroviaria 22 Il trasporto pubblico 23 Il verde pubblico e i parchi urbani 24 Le zone industriali 25 IL QUARTIERE 27 Quartiere ideale 28 Quartiere di progetto 28 LE LIMITAZIONI PROGETTUALI 29 Dati generali 29 APPENDICI 30 RIFERIMENTI PROGETTUALI 30 La città 30 Le città giardino 33 New town 34 Il parco pubblico 35 CONFERENZA DEL 12 GIUGNO 2007 38 ESERCITAZIONI 41 TAVOLE ESAME 48 PLASTICO 52
INDICE DELLE FIGURE
Figura 1 Inquadramento territoriale nella provincia di Creamona 3 Figura 2 Casalmaggiore e il suo comune 3 Figura 3 Analisi del territorio nel PRG del 2001 5 Figura 4 Analisi della viabilità comunale 7 Figura 5 Dimensione territoriale e densità abitativa 8 Figura 6 Orografia e idrografia del territorio 9 Figura 7 I servizi nel territorio Figura 8 Ipotesi 1 13 Figura 9 Ipotesi 2 14 Figura 10 Ipotesi 3 15 Figura 11 Ipotesi 4 16 Figura 12 Ipotesi 5 17 Figura 13 Individuazione del percorso pedonale 18 Figura 14 Individuazione grafica dei quattro quartieri 19 Figura 15 Sezioni stradali Figura 16 Il sistema viario 22 Figura 17 Individuazione grafica del percorso dell'autobus 23 Figura 18 Individuazione grafica del verde pubblico 24 Figura 19 La zona industriale a sud del progetto 25 Figura 20 Il progetto 26 Figura 21 Studio del quartiere 27 Figura 22 Immagine della stazione di Dresda nel 1898 Figura 23 Wallingby, Stoccolma 30 Figura 24 Le Marne La Vallee Noisy 31 Figura 25 Planimetria di Amsterdam 31 Figura 26 Pianta della città di Londra del 1600 32 Figura 27 Richard Neutra - Rush City Reformed 32 Figura 28 Nuovo giardino botanico 35 Figura 29 Parc Central Nou Baris 35 Figura 30 Parc del Futbol 36 Figura 31 Parc de la Riera Canyadò 36 Figura 32 Parc de la Fontsanta 37 Figura 33 Casalmaggiore e riferimenti progettuali 38 Figura 34 Le citta -Biennale di Venezia 2006 38 Figura 35 Italo Calvino -Le città invisibili 39 Figura 36 Poster Figura 37 Esercitazione 1 -La città (D.A.) 41 Figura 38 Esercitazione 1 -La città (A.G) 42 Figura 39 Esercitazione 2 -L'isolato (D.A.) 43 Figura 40 Esercitazione 2 -L'isolato (A.G.) 44 Figura 41Esercitazione 3 -L'isolato 50mx100m (D.A.) 44 Figura 42 Esercitazione 3 -L'isolato 50mx100m (D.A.) 45 Figura 43 Esercitazione 4 -Il quartiere (D.A.) 46 Figura 44 Esercitazione 4 -Il quartiere (A.G.) 47 Figura 45 Tavola 1 -Inquadramento territoriale 48 Figura 46 Tavola 2 -Il progetto 49 Figura 47 Tavola 3 -Viabilità principale Figura 48 Tavola 4 -Il centro il quartiere 51 Figura 49 Veduta dall'alto 52 Figura 50 Scorcio Nord-Ovest 52 Figura 51 Scorcio Sud-Est 53 Figura 52 Scorcio Sud-Est 53 Figura 53 Vista asse viario 54 Figura 54 Vista dal porto 54
Bibliografia
INSERIMENTO TERRITORIALE
PROGETTO CITTA' 30000 ABITANTI
VIABILITA' E SEZIONI STRADALI
QUARTIERE E SEZIONI
Ultimo aggiornamento ( lunedì 05 ottobre 2009 )
 
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