INTRODUZIONE
“Una denominazione geografica o un toponimo sono sempre l’esito di secolari sedimentazioni
storiche, sociali, culturali che, nel tempo, generano uno specifico sentimento del luogo. I moderni
sistemi di comunicazione, le problematiche della globalizzazione, la crisi d’identità e la caduta dei
valori, possono solo attenuare il significato di territorio, che ancora evoca l’intimità dell’abitare e
insieme il senso di appartenenza di una comunità”.
Questa citazione è utile per chiarire al meglio quello che è il principio base di questo Laboratorio di
Progettazione Urbanistica, che si propone di fornire strumenti teorici e pratici per l'analisi critica
delle trasformazioni urbane passate e future.
E’ noto che la cartografia è la disciplina che studia e realizza la rappresentazione del pianeta,
mentre una mappa esprime il modo in cui l’uomo si pone in relazione con la terra, rispecchiandone
come strumento del diritto e del potere l’organizzazione sociale e politica. Nell’ambito di studio
proposto dal Laboratorio, quindi, si intende riuscire ad ottenere conoscenze avanzate circa le
principali metodologie di pianificazione urbanistica e cognizioni tecnico metodologiche per
l'impostazione del piano e del progetto urbanistico.
Per riuscire nell’intento sono stati trattati diversi temi generali, come ad esempio le definizioni
secondo diverse linee interpretative e angolazioni disciplinari, e alcune materie specialistiche come
la geografia e l’economia urbana, la sociologia, la storia urbana. E’ stato poi fondamentale studiare
la morfologia, l'organizzazione, la pianificazione dello sviluppo urbano contemporaneo. La
geografia e l'economia dello spazio urbano, il sistema infrastrutturale, la produzione, la residenza, le
attività commerciali, direzionali, di servizio.
Tutto ciò ci conduce a quello che è il tema centrale di questa esercitazione: il progetto di una città
ex-novo da 30.000 abitanti. Nel nostro caso abbiamo scelto di riprogettare ed ampliare Reggiolo, un
piccolo centro di circa 9.000 abitanti nel cuore della pianura padana, al confine fra le province di
Reggio Emilia e Mantova, caratterizzata da un’importante presenza di stabilimenti del settore
tessile. Per riuscire a triplicare il numero di abitanti ed ottenere una sorta di “città ideale”, pur
mantenendo la predominante caratteristica industriale di questo centro, ci siamo dovuti ovviamente
interrogare sui vari aspetti che compongono lo scenario del progetto urbano contemporaneo, come
la qualificazione dello spazio pubblico, il progetto di unità urbanistiche, la specializzazione e lo
zoning, le funzioni commerciali, l’animazione urbana e tutti gli altri aspetti che configurano
l’organizzazione generale della città.
Dallo studio delle pre-esistenze nasce poi la valutazione delle sinergie e dei conflitti con il nuovo
progetto. Questo aspetto evidenzia la fondamentale importanza delle più generiche relazioni tra la
progettazione urbanistica e la tutela e la valorizzazione del paesaggio, delle strutture agrarie e degli
insediamenti rurali tradizionali.
Nel quadro del tema del progetto urbano si sono svolti poi argomenti più specifici, come ad
esempio il progetto contestualizzato di parti di città: la conservazione, il recupero e la riconversione
dei quartieri storici, il progetto di quartieri residenziali autosufficienti, il progetto di nuovi
insediamenti produttivi e di nuove infrastrutture, il progetto del verde urbano. Il nuovo aggregato
urbano è stato ovviamente basato su un preliminare studio delle strutture della mobilità e della
classificazione funzionale della viabilità urbana che, visti gli standard e i ritmi di vita del giorno
d’oggi, costituiscono il basilare sistema su cui far scorrere la linfa vitale che unisce e dà vita alle
città stesse, su cui far scorrere ogni sorta di prodotti industriali, commerciali e di tutto ciò che
contribuisce ad aumentare il benessere della collettività, ma anche, e soprattutto, le persone.
Reggiolo è un comune di 9.076 abitanti della Provincia di Reggio Emilia.
Situato sulla direttrice del Brennero, ha la stazione ferroviaria sulla linea
Modena- Verona ed il casello autostradale (Reggiolo-Rolo) sulla Modena-Brennero.
CENNI STORICI
“Una immensa, desolata e triste palude…”, così inizia il Paralupi la sua imponente e accurata Storia
di Reggiolo.
La zona di Reggiolo fu certamente abitata fin dai tempi più antichi: lungo il ramo meridionale del
Po, chiamato Po Morto, infatti, sono stati ritrovati reperti dell’età del Ferro e resti di insediamenti
romani, nel luogo in cui sorse l’antico centro etrusco di Flexum. Nel VI secolo d.C. si verificò una
grave inondazione, che rese completamente paludosa la regione compresa tra i fiumi Po e Secchia:
al termine di un lungo periodo di abbandono il territorio fu affidato a diversi monasteri, nella
speranza di renderlo produttivo, prima dai Longobardi e successivamente dai re Franchi. Infine,
dopo una prima bonifica, sorsero le corti di Pegognaga, Gonzaga, Luzzara, Cortenuova, Bondeno di
Roncore e Bondeno degli Arduini.3
Reggiolo viene citato, per la prima volta, in un atto di acquisto datato 1044: in esso, Beatrice di
Canossa si appropriò di sei corti tra cui, appunto, quella di Reggiolo, di campi e di boschi per
un’estensione di 970 biolche.
Nel 1071 Matilde di Canossa donò
queste terre al monastero di
Frassinoro e trascorse i suoi ultimi
giorni nella vicina località di
Bondeno di Roncore.
Nel secolo successivo, il monastero
di Frassinoro vendette alla città di
Reggio un terreno posto nei pressi di
Reggiolo, per l’edificazione di un
nuovo castello, poco più a nord di
quello esistente: la fortezza venne
eretta nel 1215 e il piccolo centro,
comprensivo anche di una chiesa e di
un alloggio per alcuni monaci,
divenne ben presto un importante
avamposto contro il Comune di
Mantova.
Il conflitto tra Reggio e Mantova si
protrasse per molto tempo, fino a
quando Obizzo d’Este concesse
Suzzara, Reggiolo e Gonzaga al
nobile Gilberto Corradi di Gonzaga.
Il borgo divenne, così, un
possedimento della famiglia
mantovana e subì radicali modifiche
urbanistiche, come la costruzione
della rocca, nella quale fu ricavata la residenza dei Gonzaga, abbellita successivamente, alla metà
del XV secolo, da Luca Fancelli.
Il ‘500 si rivelò come un lungo periodo di pace e si concluse con la bonifica voluta e realizzata da
Cornelio Bentivoglio, conte di Gualtieri. Questa grande opera migliorò le condizioni ambientali in
modo considerevole, tanto che la popolazione arrivò a superare i tremila abitanti; le case vengono
costruite (o ricostruite) in mattoni, le famiglie più ricche erigono alcuni palazzotti, si sistemano le
vie. Le attività produttive si intensificarono e Reggiolo divenne un vivace centro commerciale.
Nel 1632 il paese passò sotto il dominio del Ducato di Guastalla, dopo un periodo di aspri conflitti,
e vi rimase fino al 1748; successivamente, tutta questa area fu annessa al Ducato di Parma e
Piacenza.
Nel 1827 la rocca e il castello
vennero affidati alla comunità
cittadina e alla metà del XIX secolo
Reggiolo, Guastalla e Luzzara
furono cedute dai signori di Parma al
Duca di Modena, in cambio di
alcune terre nella Lunigiana. La zona
conobbe, così, anche la dominazione
modenese, almeno fino al 1869,
quando entrò a far parte dello Stato
Italiano.
Nei decenni successivi il comune
demolisce le mura esterne del
castello, mentre provvede alla
manutenzione della rocca che,
nonostante i secoli, costituisce
ancora oggi la caratteristica più
rilevante del paese. Ora sono in
corso opere di restauro che
permetteranno la visita del “più
completo complesso difensivo di
origine medievale”4 giunto a noi, tra
quelli appartenenti ai Gonzaga.
Il resto è in gran parte opera recente,
poiché la cittadina ha avuto uno
sviluppo economico consistente.
Sono ancora presenti due edifici di
rilievo storico: il palazzo Sartoretti,
ora di proprietà municipale, ed il bel
teatro cittadino costruito nel ‘600,
ristrutturato nella prima metà del
secolo scorso.
Nel 1632 il paese passò sotto il dominio del Ducato di Guastalla, dopo un periodo di aspri conflitti,
e vi rimase fino al 1748; successivamente, tutta questa area fu annessa al Ducato di Parma e
Piacenza.
Nel 1827 la rocca e il castello
vennero affidati alla comunità
cittadina e alla metà del XIX secolo
Reggiolo, Guastalla e Luzzara
furono cedute dai signori di Parma al
Duca di Modena, in cambio di
alcune terre nella Lunigiana. La zona
conobbe, così, anche la dominazione
modenese, almeno fino al 1869,
quando entrò a far parte dello Stato
Italiano.
Nei decenni successivi il comune
demolisce le mura esterne del
castello, mentre provvede alla
manutenzione della rocca che,
nonostante i secoli, costituisce
ancora oggi la caratteristica più
rilevante del paese. Ora sono in
corso opere di restauro che
permetteranno la visita del “più
completo complesso difensivo di
origine medievale”4 giunto a noi, tra
quelli appartenenti ai Gonzaga.
Il resto è in gran parte opera recente,
poiché la cittadina ha avuto uno
sviluppo economico consistente.
Sono ancora presenti due edifici di
rilievo storico: il palazzo Sartoretti,
ora di proprietà municipale, ed il bel
teatro cittadino costruito nel ‘600,
ristrutturato nella prima metà del
secolo scorso.
Al limite dell’antico castello, il Teatro
cittadino, bell’esempio di stile neoclassico
ottocentesco, è uno dei migliori di tutta la zona;
ha tre ordini di palco e, un tempo, era dotato di
scenari del Piazza e di un bellissimo sipario del
Martini, vandalicamente distrutto da un
incendio.
Sul lato meridionale, Piazza Martiri è chiusa
dalla mole scenografica dell’imponente
settecentesco Palazzo Sartoretti, portato allo
stato attuale all’inizio dell’Ottocento, con
l’aggiunta del lato orientale che era rimasto
incompiuto. È fornito di un magnifico piano
mobile finemente decorato e di uno splendido
salone per le feste. Il palazzo si apre su un vasto giardino interno, ribattezzato Parco Sartoretti.
Sul lato occidentale della rocca, circondata da un parco di discrete dimensioni e ancora in buono
stato, Villa Fassati, iniziata nel 1761 e in seguito portata allo stato attuale dal 1825.
Sul lato orientale della rocca, invece, troviamo il municipio e Villa Facchini del ‘700, dotata di ampio giardino-parco con laghetto.
Data quindi la conformazione della nuova città in progetto, il nucleo che fino ad oggi costituiva il
centro del paese si trasformerà in punto di accesso della nuova Reggiolo, costituendo una sorta di
“biglietto da visita” della città.
Le ipotesi per la nuova città si
basano principalmente sull’
idea di mantenere l’asse
principale che collega la
Rocca con la stazione
(l’odierna via Matteotti), di
non cambiare l’andatura della
ferrovia (nord- ovest) e
dell’autostrada (nord-sud). Si
evince dunque che l’attuale
centro storico diventerà
l’ingresso ovest della nuova
città. La città si sviluppa ad ovest rispetto a quella attuale,
ed è caratterizzata da 3 diversi
tipi di impianti viari: radiale
per la zona residenziale, ortogonale con maglie strette per le attrezzature comuni e, infine,
ortogonale con isolati più ampi per la zona industriale. L’impianto complessivo, comunque, è
spezzato dall’asse curvilineo che collega la Rocca con la stazione. In centro si trova la piazza che
viene affiancata dagli edifici pubblici e da due aree verdi destinate a parchi pubblici; questo nucleo
è pensato come divisore dell’area residenziale da quelle con le altre funzioni. Le aree commerciali
partono dalla stazione e si estendono sui lati delle sue strade mentre l’area industriale è stata pensata
più lontana possibile dalla città divisa da essa da una striscia di verde che servirà come filtro.
La città viene circondata dalla tangenziale che servirà a evitare il traffico dentro la città e a
collegarla con le altre direzioni. Una striscia di verde allontanerà la tangenziale dall’area
residenziale e servirà come filtro ai rumori stradali e allo smog.
Bibliografia
- R. Paralupi, Storia di Reggiolo nell’Emilia, Reggio E. 1930
- F. CANOVA, “Reggiolo, la storia”, a cura dell’Amm. Com., Reggiolo, 1977
- AA. VV., “La Piazza”, Touring Club Italiano, Milano, 1983
- “Nuovo dizionario italiano Garzanti”, 2a ed., Garzanti edizioni, Milano, 1984
- E. BALASINI, F. CANOVA, “La moneta nella storia di Reggiolo”,Circolo culturale Polaris,
Reggiolo, 1994
- C. PARMIGIANI, “La bonifica dell’Agro Mantovano-Reggiano”, Mantova, 1994
- AA.VV. “Comune di Reggiolo”, ed. Gruppo Media, Reggio Emilia, 1996
- F. CANOVA, “Le corti reggiolesi dai Gonzaga al sec. XX”, Circolo culturale Polaris, Reggiolo,
1996
- AA.VV. “Vivi la città”, a cura dell’Amm. Com., Reggiolo, 1996-1997
- G. BAGNOLI, “Album Reggiano”, Collezioni Reggiane, Ferrara, 2000
- F. CANOVA, “Reggiolo e l’Oltrepò nelle antiche mappe”, Reggiolo, 2004
- D. DONADIO, “Immagini e memoria”, ed. La Clessidra, Reggiolo, 2007
- Sito internet www.wikipedia.org
- Sito internet www.comune.reggiolo.it
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Tav1. Stato di fatto e progetto 1:25000
Tav2. Progetto del sistema stradale 1:10000
Tav3. Progetto del verde 1:10000
Tav4. Destinazione d'uso degli edifici 1:5000
Tav5. Progetto quartiere tipo 1:2000
Tav6. Studio della piazza e delle volumetrie
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