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Quartiere Malagueira, Evora Stampa E-mail
Scritto da Alice Mantovani   
martedì 07 aprile 2009
Autore scheda
ProgettistaAlvaro Siza
Anno di Progettazione1977
Anno di Realizzazione1977-1992
PaesePORTUGAL
Committenza/Soggetti promotoriComune di Evora
Strumenti urbanisticoPiano di ampliamento emanato dalla direzione generale per l'urbanistica
Dati quantitativi
Popolazione insediata4700 abitanti abitanti
Superficie territoriale (St)27 ettari mq
Superficie o volume utile edificati (Su)601080 mq o mc
Superficie fondiaria (Sf)931567 mq
Superficie coperta residenziale (Scr)251873 mq
Superficie delle strade142461 mq
Superficie dei parcheggi pubblici mq
Superficie dei servizi pubblici30143 mq
Superficie del verde pubblico attrezzato8455 mq
Numero alloggi1200 (reali o presunti)
Superficie delle attivita commerciali9418 mq
Superficie delle attivita direzionali6628 mq
Superficie delle attivita ricettive2478 mq
Superficie delle attivita artigianali e industriali mq
Densità abitativa
Descrizione sintetica generale
L’architetto portoghese Alvaro Joaquim Melo Siza Vieira riceve dal comune di Evora, nel 1977, l’incarico per la progettazione del quartiere Malagueira nella periferia di Evora.
L’area destinata al nuovo insediamento è caratterizzata da un ambiente naturale integro, tant’è che non è ancora nata l’industria e il sistema economico si basa sul latifondo; la popolazione vive dei prodotti dell’agricoltura e dell’allevamento del bestiame.
Il sito è situato in prossimità del centro storico di Evora, una città ancora racchiusa nella cinta muraria romanica e che ha subito diverse influenze stilistiche e architettoniche: dall’ architettura romana a quella araba nel XV-XVI secolo, da quella portoghese del XVI al barocco tedesco del XVII secolo.
Quando il progettista si è recato sul luogo per una prima indagine, si è trovato davanti alla presenza di alcuni quartieri abusivi come Santa Maria (nascosto dall’andamento del terreno), accanto al quale vi è un corso d’acqua, Nossa Senhora da Gloria, confinante con una scuola e due vecchi mulini, e Fontanas, tutti disposti secondo una struttura a pettine.
Vi erano inoltre un bagno arabo, una cisterna, un deposito d’acqua, la Quinta de Malagueira (una fattoria), ed alcuni edifici di sette piani costruiti dal precedente piano del 1974.
Siza si è subito accorto che tra queste preesistenze erano stati tracciati dei sentieri, probabilmente dettati dal calpestio della gente che si allontanava dal quartiere per recarsi a scuola o a prendere l’acqua.
“Queste tracce aiutavano a comprendere i comportamenti della popolazione e la topografia del luogo. Immediatamente è risultato evidente che il collegamento tra i due quartieri abusivi era uno dei temi fondamentali che il progetto doveva affrontare”. Tratto da "Alvaro Siza" Kenneth Frampton, Electa Milano 2005.
Ed è proprio l’attenzione dell’architetto nei riguardi della popolazione ad instaurare un rapporto collaborativo, al fine di redigere un progetto a misura di abitante; inizia così a lavorare con un centinaio di famiglie (futuri residenti del quartiere) facenti parte dell’Associazione Nazionale per le Abitazioni Popolari, la SAAL. Tutto questo perché il progettista dedica molta attenzione alla cellula abitativa, che è, come afferma egli stesso, “una struttura rappresentativa del vivere quotidiano”.
Il programma prevede 1200 abitazioni unifamiliari ed, oltre a scuole, centri sociali, punti vendita, sale di spettacolo, giardini e piazze attrezzate, è prevista anche la ristrutturazione e la riqualificazione dei quartieri esistenti. In tutto questo Siza cerca di stabilire una relazione tra l’edificazione abusiva e il nucleo antico; recuperando e valorizzando le permanenze storiche e i caratteri ambientali.
I principi che egli seguirà per questo progetto sono dunque la conservazione della densità residenziale, la salvaguardia di una fascia verde lungo un corso d’acqua e l’edificazione di blocchi residenziali bassi ad alta densità.
Da tutto ciò nasce una “fondazione moderna”, con le abitazioni che occupano la maggior parte della zona occidentale della periferia di Evora e con, a sud la strada nazionale per Lisbona. Il progetto si basa su uno schema di assi ortogonali: quello da est a ovest, che serve come principale via d’accesso alla città, è formato da una strada veicolare e da una pedonale, mentre quello che va da nord a sud, è destinato al traffico veicolare soltanto fino all’incrocio con il primo asse, dopo il quale diventa strada pedonale in corrispondenza di un parco pubblico. Gli appartamenti sono organizzati “per parti” lungo la “conduta” (secondo l’architetto, dal forte carattere unificante), un lungo corpo murario, che sostiene la conduttura degli impianti sospesi di acqua, elettricità, gas, reti telefoniche e televisive, e che ricorda lo storico acquedotto, situato nelle immediate vicinanze (figura 4, 5). L’intero quartiere è progettato con poche ed essenziali regole edilizie: la maglia dei lotti è di 8x12 metri, l’altezza del muro su strada è di 3,5 metri e l’altezza massima delle abitazioni è di 6 metri. E di 6 metri è anche la strada, generata dal raddoppiamento parallelo del muro rettilineo (figura 8).
Il cantiere è stato direttamente seguito dall’architetto, che vi si recava ogni due settimane, dagli uffici di controllo e dai tecnici del GAT.
Purtroppo i quartieri di edilizia pubblica, si sono spesso trasformati in luoghi di emarginazione e degrado, con l’accusa di essere le parti meno riuscite della città. In realtà tutti questi quartieri sono stati progettati, negli anni ’70, con l’ambizione di fornire un esempio di sperimentazione sociale architettonica. Probabilmente questa “etichetta” è stata fornita dal fatto che i finanziamenti erano, quasi sempre, del tutto insufficienti e quindi si pensa che il costruito sia di pessima qualità. Nonostante ciò, “il quartiere Malagueira è forse l’ultimo grande monumento dell’edilizia pubblica europea”.
Bibliografia
www.unipv.eu
www.vr.archiworld.it
www.michelecostanzo.com
www.recuperoperiferie.unina.it
www.ca.archiworld.it
www.archinform.net

Antonello Sanna, “Il quartiere Malagueira a Evora” in Casabella n°478, marzo 1982
Glauco Gresleri, “Alvaro Siza del quartiere Malagueira raccontato da Vincenzo Riso” in Parametro n°219, maggio 1997
Kenneth Frampton, Alvaro Siza. Tutte le opere, Electa, Milano 1999
Nuno Portas, Manuel Mendes, Portogallo. Architettura, gli ultimi vent’anni, Electa, Milano 1991
Alvaro Siza. Architetto 1954-1979, Padiglione dell’Arte contemporanea di Milano 1979
Qualita' progettuale - componenti del progetto urbanistico
Urbanistica
Lo schema costruttivo del quartiere è fondato sullo scheletro della “conduta”, una lunga struttura muraria che attraversa tutta l’area ed ha, per questa ragione, la funzione di individuare un’ “altra scala”. L’acquedotto si estende in tutto il quartiere e non lavora frontalmente ma trasversalmente, fungendo così da portico che, al suo variare rispetto alle combinazioni tra i diversi elementi verticali, regola i rapporti tra gli isolati, le strade e gli spazi aperti.La “seconda scala” del progetto è data da un edificio cupolato che non è ancora stato costruito e che si collocherà tra tessuto edificato e spazi aperti, svolgendo la funzione di punto di riferimento per la vita collettiva. Lo spazio destinato a quest’edificio, ospitava una cisterna e un albero di sughero, distrutti poi nella realizzazione del quartiere, ma entrambi comunque ancora simbolicamente legati al luogo, e per questo motivo, torneranno al loro posto una volta realizzata la semicupola.In un punto cruciale tra Santa Maria, Malagueira e gli edifici di sette piani, l’architetto ha posizionato una chiesa, un centro sociale e una scuola.Per evitare che l’insediamento di nuove funzioni avvenisse in maniera casuale, Siza ha lasciato alcuni spazi ben definiti tra i blocchi edilizi e l’acquedotto. Nella parte nord dell’asse est-ovest della Malagueira i rettangoli del costruito sono distribuiti a partire dal percorso di crinale, che definisce il confine settentrionale dell’intervento, e differentemente orientati al variare delle linee di massima pendenza. Nella parte a sud invece le case partono dai confini dell’insediamento esistente per integrarlo col nuovo. Nell’osservare la pianta generale del quartiere, gli spazi vuoti attorno all’asse emergono come residuali.
Edilizia
Sono state pensate due diverse tipologie di alloggi: tipo A e tipo B, entrambi aventi a disposizione una superficie complessiva di 90 m². Il tipo A è caratterizzato dal patio rivolto verso la strada , protetto da un muro che può essere alto 1,50, 2,50 o 3,50 m. Nel tipo B invece il patio è rivolto verso l’interno, ma non ci sono particolari differenze tra le due tipologie.Su due piani si possono svolgere da 2 a 5 locali, a discapito delle terrazze. A partire dai tre locali la cucina prende il posto di un vano a piano terra; e sarà l’unico locale a dare sulla strada, mentre gli altri daranno sulla terrazza e sul patio. Le porte, le porte-finestre su strada con persiane composte di due parti indipendenti alte e basse, il camino su facciata, il gradino della soglia pavimentato a piastrelle su strada e la cucina che controlla il patio sono elementi tipologici a carattere tradizionale.Il sistema costruttivo è molto semplice, è ripetitivo e può essere messo in opera a piccole unità (per parti).Prevalgono i pieni sui vuoti, ci sono pochissime bucature sui muri perimetrali; la casa assume così un aspetto introverso, dato anche dal recinto della corte, la quale è visibile soltanto dopo aver oltrepassato la soglia d’ingresso. Tutte le abitazioni sono state progettate partendo da un’unica tipologia: i blocchi 8x12 m sono staccati dalla strada, ogni alloggio ha un patio e un muro che lo divide da un’altra abitazione uguale, sul retro. La funzione del patio è quella di creare un microclima che favorisca una temperatura intermedia tra quella esterna e quella interna, data la scarsa qualità degli elementi costruttivi, quasi incapaci di proteggere adeguatamente gli ambienti.Le cellule abitative si adattano all’andamento del terreno, in questo modo di determinano dei raggruppamenti lineari di abitazioni, intervallati da strade pedonali larghe 6 metri.Le attrezzature pubbliche presenti nell’insediamento comprendono una piazza coperta, una scuola di musica, un hotel, residenze protette per anziani, due centri sociali, un piccolo teatro all’aperto e un ristorante; senza questi spazi aperti, nei quali è possibile girarsi e osservare in profondità il paesaggio, non si riconoscerebbero le articolazioni fisiche del terreno.Date le dimensioni del programma, è apparso subito chiaro che il ricorso a materiali tradizionali fosse inevitabile, soprattutto per economia nei trasporti, creazione di posti di lavoro e indipendenza regionale. Così è stato necessario organizzare un piccolo cementificio locale, per la creazione di un reparto per la fabbricazione di mattoni in cemento, dato che sul luogo esisteva solo la lavorazione tradizionale del legno (come in tutto il resto del Portogallo).Tutto ciò spiega le carenze costruttive del complesso, dovute anche all’assenza di manodopera specializzata.
Infrastrutture
Il sistema viario è basato su 2 assi principali, ortogonali tra loro. La più importante via d’accesso alla città è l’asse est-ovest, ed è formato da due strade: una pedonale e una veicolare; l’altro asse, quello nord-sud, è un percorso veicolare che diventa pedonale quando incontra il primo asse. La strada che separa il vecchio insediamento di Santa Maria e il nuovo quartiere Malagueira è stata chiamata, dall’architetto, con il nome di Broadway (ben accolto dagli abitanti). Grazie a questa strada è stato possibile riqualificare gli spazi aperti, costruire accessi, giardini e scale nel vecchio quartiere, in modo da “regolarizzare” la condizione di abusività nella quale i residenti versavano.Il nuovo insediamento si dispone lungo un asse, costituito dal raddoppio di un’arteria già esistente e sulla quale sono insediati i quartieri abusivi, che da nord arriva fino alle mura della città di Evora, stabilendo il più diretto contatto tra la città antica e il nuovo quartiere Malagueira.L’ampio spazio destinato ad area verde e circondato da costruzioni che ospitano servizi, è percorso da una trasversale che mette in diretta comunicazione l’arteria principale del quartiere di Siza con la strada nazionale Evora-Lisbona che corre a sud. Le vie di circolazione minori seguono l’orditura data dai canali orizzontali dell’acquedotto e formano un semireticolato irregolare.La geometria delle strade dipende dall’altezza del muro del patio, dunque a seconda che l’alloggio sia di tipo A oppure di tipo B, e dal numero dei locali dell’abitazione; le stesse strade formano degli isolati limitati trasversalmente da strade più larghe, più o meno perpendicolari.Per raggiungere il centro della cittadina vi è un passaggio pedonale coperto che, lungo l’asse est-ovest, attraversa tutto il quartiere.Le strade corrono trasversalmente per una questione di drenaggio: non sono presenti canalizzazioni perché tutte le strade seguono le pendenze naturali del terreno e conducono l’acqua ad un canale esistente.
Figura 1. Inquadramento
Figura 2. Vista aerea dell'intero quartiere
Figura 3. Planimetria generale del quartiere
Figura 4. Vista aerea, si comprende il forte carattere unificante della
Figura 5. Assonometria della
Figura 6. Acquedotto rinascimentale
Figura 7. L' acquedotto lungo il limite occidentale dell'insediamento
Figura 8. La strada, ricavata dal semplice raddoppiamento del costruito
Figura 9. L'asse est-ovest, formato da due strade: una pedonale e una veicolare
Figura 10. Percorso pedonale che conduce direttamente in città
Figura 11. Simulazioni tridimensionali degli alloggi
Figura 12. Piante e prospetti
Figura 13. Casa di tipo A, schizzo dell'architetto A. Siza
Figura 14. Casa di tipo B, schizzo dell'architetto A. Siza
Figura 15. Copertura piana, segno di un tentativo di distacco dall'architettura vernacolare
Figura 16. Un' area verde all'interno del quartiere
Figura 17. Alcuni schizzi dell'architetto Alvaro Siza
Figura 18. Un' immagine dell'architetto Alvaro Siza, con una statuetta che lo raffigura
Ultimo aggiornamento ( giovedì 06 marzo 2014 )
 
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