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Quartiere Cèramique - Maastricht Stampa E-mail
Scritto da Andrea Torlai   
lunedì 25 maggio 2009
Autore scheda
ProgettistaJo Conen
Anno di Progettazione1987
Anno di Realizzazione2003
PaeseNETHERLANDS
Committenza/Soggetti promotoriMunicipalità di Maastricht, ABP (Ente Nazionale Pensioni Civili)
Strumenti urbanisticoPiano regolatore generale
Dati quantitativi
Popolazione insediatacirca 5000 abitanti abitanti
Superficie territoriale (St)265 824 mq
Superficie o volume utile edificati (Su)325 200 mq o mc
Superficie fondiaria (Sf)171 900 mq
Superficie coperta residenziale (Scr)61 857 mq
Superficie delle strade mq
Superficie dei parcheggi pubblici mq
Superficie dei servizi pubblici mq
Superficie del verde pubblico attrezzato mq
Numero alloggi1600 (reali o presunti)
Superficie delle attivita commerciali mq
Superficie delle attivita direzionali mq
Superficie delle attivita ricettive mq
Superficie delle attivita artigianali e industriali mq
Densità abitativa
Descrizione sintetica generale
Il quartiere è situato nel cuore della città di Maastricht, sulla sponda est del fiume Mosa, tra l’ottocentesco quartiere Wijck e il più recente Randwilck. Il progetto prevedeva la riqualificazione di un area precedentemente occupata da un’industria ceramica, la “Royal Sphinx”, rimasta operativa fino al 1980. Si sono adottati 3 principi operativi così definiti: Espansione, il quartiere diventerà parte della città, un espansione del cuore di essa, non un suburbio; Riconciliazione, il quartiere si adatterà senza difficoltà all’esistente città che lo contorna su 3 lati; Connessione, sarà creato un collegamento tra vecchio e nuovo centro, in particolare con la costruzione di un ponte pedonale sul fiume Mosa. Il progetto si sviluppa da nord a sud, con un insieme di edifici polifunzionali, rispettando caratteri della città storica (“corridoi”, strade strette…) e della città aperta (piazze, portici, giardini interni…). L’input per la progettazione del piano regolatore era a suo modo rivoluzionario: non basarsi sulla regolamentazione della crescita ma su una ricostruzione della città che seguisse nuovi standard qualitativi non fondati sulle funzioni ma su un progetto di design urbano. Numerosi progettisti sono stati chiamati a progettare pezzi del nuovo quartiere, sempre però con l’obbiettivo di creare un omogeneità architettonica e un immediata vivibilità e accessibilità. I resti della vecchia fabbrica di ceramica sono stati inglobati nel nuovo piano urbanistico e in particolare l’edificio Wiebenga, la Villa Juarez, la fabbrica Biscuit e una parte delle vecchie fortificazioni della città antica. Lo spazio pubblico diventa elemento strutturale del progetto; ogni isolato del quartiere infatti, prevede piazze, servizi pubblici e percorsi pedonali.
Bibliografia
Maastricht il nuovo Céramique/Maastricht the new Céramique, allegato ad Abitare 417, maggio/may http://architectuurfocus.ugent.be/default.aspx?ref=AEABAF&lang=EN http://www.architectenweb.nl/aweb/projects/project.asp?PID=1951&frmDiscs=1 http://www.joconen.com
Qualita' progettuale - componenti del progetto urbanistico
Urbanistica
Il nuovo quartiere si “aggancia” alla città a nord in tre diversi modi: il primo vede la piazza triangolare (Plein1992) un importante connessione tra nuovo e vecchio in senso longitudinale e trasversale, con la progettazione del nuovo ponte e con il completamento del lotto. Il secondo vede la curva della strada principale, l’Avenue Céramique, sfondo di un ampio progetto che si articola su un lotto triangolare. Il terzo è la ricostruzione quasi integrale di un lotto ottocentesco, che dà appunto origine a due edifici (residenziali) chiamati “Porta1” e “Porta2”. Procedendo verso sud il quartiere si sviluppa ortogonalmente all’ Avenue prinicipale con una successione di edifici a corte (residenziali e non) che al loro interno contengono spazi per la comunità. L’obbiettivo era infatti quello di realizzare 3 grandi piazze che si agganciavano su un asse principale. Arrivati in prossimità dell’autostrada, gli edifici cambiano carattere ed orientamento, confrontandosi appunto con essa e con il contesto: il centro “Vodafone” che si vede attraversato dall’autotrada, l’edificio “uffici Indigo” che si appoggia parallelamente ad essa, alle residenze “il Fiore”, che si spezzano ad angolo adattandosi perfettamente. Le destinazioni degli edifici si alterna seguendo genericamente il principio di porre i servizi pubblici alle testate nord e sud. In particolare sulla piazza Plein1992 si affacciano un teatro, un centro polifunzionale, residenze e uffici, per poi proseguire a ovest da due imponenti complessi residenziali (La Fortezza, promiscuo residenze e uffici e Porta1 e 2). Sul rettilineo viario principale si susseguono un complesso residenziale per anziani (Sonneville), residenze (Grote Circus, Carrè Citè, Patio Sevilla, Kleine Circus, Blocco 30A2 e Stoa, posto parallelamente al fiume) e uffici governativi. Nel nodo sud invece abbiamo musei (Bonnefanten Museum) e uffici (Vodafone, il Fiore e Indigo). Tutti questi edifici sono “affiancati” da opere di verde organizzato, enfatizzando le qualità urbane degli spazi pubblici e al tempo stesso rafforzando il concetto di “oasi verde” per i verdi semipubblici e privati; sia il parco lungo la Mosa (Charles Eyck Park, delimitato a est e a ovest da filari di alberi, composto da una grande spianata verde con gruppi di faggi che a nord si attacca con il teatro assumendo una polifunzionalità e a sud diventa pavimentato per attaccarsi al Bonnefanten Museum) che gli spazi lungo il muro della vecchia fabbrica, sono concepiti come “corridoi verdi” con un sistema di percorsi connettivi. Il verde, poi, muta nelle essenze da nord a sud: nella curva nord filari di platani, nel rettilineo centrale degli Alianti e nel nodo sud piante basse e arbusti.
Edilizia
Centre Céramique (13): grande “scatola” multifunzionale, contiene una biblioteca, uffici municipali e il Centro Europeo del Giornalismo. Si confronta volumetricamente con il Bonnefanten Museum e con esso assume il ruolo di edificio simbolo e di riferimento per l’intero quartiere.
Teatro Het vervolg (14): ricavato dall’edificio storico della biscuit hall, è diventato scena di numerose opere. Affiancato ad esso troviamo il caffè Zuid con vista panoramica sul parco e sul fiume.
Appartamenti Maas (3): In una posizione importante di snodo del progetto, questi appartamenti di lusso si sviluppano in un edificio progettato dallo stesso Jo Conen e comprendente un ristorante.
La residence (4): prevede residenze (case a schiera, attici e appartamenti) e negozi per un edificio con una doppia facciata principale, verso la piazza e verso il lotto.
Hoge Barakken (6): 11 unità abitative che si confrontano, in altezza e con un opposizione stilistica, all’edificio che gli sta di fronte, creando però anche un’intima piazza alberata.
La Fortezza (Mario Botta) (12): particolare organizzazione di lotto per un edificio a cilindro chiuso in se stesso che racchiude le residenze e blocchi lineari per uffici. Se in altri progetti il cilindro è stato scelto per la sua forma autonoma, qui assume il ruolo di articolazione mentre gli uffici disegnano i limiti del lotto.
Porta1 e Porta2 (10 e 11): progettati da due architetti, occupano un intero quartiere ottocentesco e sono tra i primi edifici residenziali costruiti nel sito
Grote Circus (16): 278 abitazioni in blocco che vedono la coesistenza di diverse tipologie abitative (appartamenti, case singole e padiglioni sul tetto). Tale organizzazione d’uso è leggibile dalla strada attraverso il ritmo degli ingressi al piano terreno; soluzione che aumenta la qualità sociale della strada stessa permettendo al tempo stesso di ottenere una buona densità di abitazioni. Nella zona terminale del lotto l’edificio si aggancia al muro curvo di una vecchia industria. Importante è anche la zona verde interna dove gli alberi sottolineano gli incroci dei percorsi pedonali e blocchi di siepe dividono pubblico e privato.
Sonneville (15): complesso residenziale per anziani, è inserito in un lotto quadrato e si articola su tre lati di un grande giardino. Per garantire un servizio di “cura su misura e su richiesta” il complesso (apparati di servizio, residenze di lusso per anziani e attrezzature comuni) e protetto con percorsi pedonali privatizzati e un sistema di chiusura trasparente e controllabile ottenuto con un insieme di grate.
Uffici governativi (18): progettato per ospitare 8 diversi compartimenti federali, oggi ospita l’Ufficio delle Acque e degli Acquedotti, un ristorante e spazi per attività sociali e mostre in una piazza coperta al piano terreno, offre comunque una pianta flessibile per garantire la massima varietà tipologica degli uffici. Particolare è il sistema di ventilazione naturale ottenuto con 4 camini solari.
Kleine Circus (21): complesso residenziale che si pone il problema della ricucitura delle frange periferiche nella città contemporanea. Sono 177 abitazioni che si articolano in un blocco concluso più un volume semicircolare. Le altezze degli edifici decresce andando verso la fine dell’isolato, verso l’Avenue le facciate cambiano aspetto e diventano a destinazione prevalentemente commerciale. Il complesso è caratterizzato dalla varietà della popolazione, generata dalla compresenza di abitazioni in cooperativa e di altre in vendita sul mercato, e se le seconde sono quelle con la miglior posizione, tutte però condividono la stessa architettura al di là delle differenze sociali ed economiche.
Patio Sevilla (20): limite orientale delle residenze comprende 98 appartamenti disposti in un particolare edificio a corte.
Carrè citè (17): ancora a livello di progettazione, ospiterà delle residenze.
Blocco 30A2 (22): 29 unità residenziali (maisonettes, appartamenti, case singole e duplex). Interessante per l’abbinamento cromatico della facciata, dove il grigiore della superficie dell’edificio si scontra con il rosso dei lauri in filari paralleli, vialetti curvilinei e sequoie.
Il Fiore (24): edificio per uffici ancora in costruzione, deve assolvere allo scopo di “Landmark building”, appoggiandosi ad una parete angolare con 4 edifici per 4 società deve creare uno sfondo al Bonnefanten Museum al nodo sud.
Indigo uffici (26): ha come punto di orientamento l’autostrada e corre parallelamente ad essa. Al suo interno sono dislocati 3100mq di uffici. E’ una sorta di funzione della strada stessa, un segnale urbano di quella rete viaria cui è collegato da una rampa pedonale. Quest’ultima separandolo dal traffico ne sottolinea le valenze prettamente urbane.
Vodafone (25): è tagliato a metà dal ponte J.F. Kennedy dell’autostrada. Unito da una piastra rialzata l’edificio comprende uffici in due blocchi squadrati e un ristorante nell’edificio curvilineo al centro, che gode di una splendida vista sulla Mosa.
Stoa (19): 130 edifici residenziali ognuno con il proprio giardino privato, hanno come protagonisti il fronte d’acqua, il Bonnefanten Museum e il teatro. I volumi sono armonici con il contesto e movimentati dal ritmico pieno-vuoto della sommità di essi.

Ciò che accomuna tutti questi edifici, il filo conduttore architettonico, è l’utlizzo di un basamento in pietra grigia, tipico dell’architettura Olandese.
Infrastrutture
Il progetto prevede la progettazione di un’ Avenue principale alberata di larghezza pari a 40mt da cui dipartono perpendicolarmente i collegamenti agli edifici. Solo a nel nodo nord e nel nodo sud il carattere rettilineo si perde per adattarsi al preesistente contesto. Una pista ciclabile e pedonale percorre il “lungo fiume”, proprio di fianco al Charles Eyck Park. Si è sempre cercato di dividere nettamente il traffico veicolare da quello ciclopedonale.
fig.1 - Masterplan generale
fig.2 - Vista generale del quartiere
fig.3 - Vista dai tetti degli edifici del nuovo quartiere al centro storico al di là del fiume Mosa
fig-4 - Vista di piazza “Plein1992”
fig.5 - Vista dell’ Avenue Céramique
fig.6 - Evoluzione storica del quartiere
Ultimo aggiornamento ( giovedì 06 marzo 2014 )
 
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