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Quartiere San Polo, Brescia Stampa E-mail
Scritto da Beatrice Toledi   
martedì 26 maggio 2009
Autore scheda{autore}
ProgettistaL. Benevolo; Ufficio Tecnico del Comune di Brescia
Anno di Progettazione1972-1976
Anno di Realizzazione1979 (inizio dei lavori)
PaeseITALY
Committenza/Soggetti promotoriComune di Brescia
Strumenti urbanisticoPiano 167( edilizia economica e popolare), Piano 865, Piano particolareggiato.
Dati quantitativi
Popolazione insediata19645 abitanti
Superficie territoriale (St)350 ha mq
Superficie o volume utile edificati (Su)1750000 mq o mc
Superficie fondiaria (Sf) mq
Superficie coperta residenziale (Scr) mq
Superficie delle strade110500 mq (Strade di quartiere);32000 mq (Strade principali) mq
Superficie dei parcheggi pubblici58500 mq
Superficie dei servizi pubblici353610 mq
Superficie del verde pubblico attrezzato176805 mq
Numero alloggi17500 (reali o presunti)
Superficie delle attivita commerciali mq
Superficie delle attivita direzionali mq
Superficie delle attivita ricettive mq
Superficie delle attivita artigianali e industriali mq
Densità abitativa
Descrizione sintetica generale
Attualmente il quartiere San Polo fa parte della Circoscrizione est di Brescia (dall’ ultima amministrazione Corsini del 2007, infatti, le 9 Circoscrizioni che suddividevano la città sono state ridotte a 5 aumentandone l’ autonomia) e conta il più alto numero di abitanti di tutta la città, superando i 19000 residenti.
Si trova infatti nella periferia sud-est e lo si considera diviso in due zone: quella “Vecchia” che costituisce il nucleo storico ed è situata più a sud rispetto alla parte “Nuova” nata negli anni ’80 sull’ unione di più nuclei. Viene ritenuto un vero e proprio paese dal momento che è presente un centro commerciale con annessa palestra e un’ innumerevoli di piccoli negozi di ogni genere: alle porte della frazione si trovano inoltre la questura, una caserma dei Vigili del Fuoco e l’ ASL. Peculiari sono poi, nella zona di San Polo Nuovo, i cinque palazzi visibili da qualsiasi zona del quartiere a causa della loro altezza che sovrasta quella delle villette a schiera: portano i nomi Tiziano, Raffaello, Michelangelo, Tintoretto e Cimabue (nomi relativi alle rispettive vie che le accolgono). Sull’ origine del progetto esiste un intero libro scritto da Leonardo Benevolo nel 1976 ossia nel momento in cui il passaggio dalla progettazione comunale( di massima e unitaria) alla progettazione esecutiva( frazionata fra diversi operatori ai quali spetta il compito di costruire gli edifici) non venne eseguito. I primi studi vennero intrapresi agli inizi degli anni ’70: l’ Amministrazione Comunale voleva urbanizzare di sua iniziativa il territorio, acquistando il terreno, disegnando la sistemazione futura e distribuendo le aree ai vari operatori pubblici e privati. Si trattò di una soluzione sperimentale: venivano sfruttate al massimo le competenze dell’ Amministrazione locale, accettandone i suoi limiti strumentali( lentezza, scarsità di risorse e attrezzature..), ma facendo valere il rapporto democratico che l’ aveva eletta. E proprio con questo libro, Benevolo ha l’ intenzione primaria di mettere al corrente i cittadini sul programma d’ azione attuato e per far comprendere che la lunga marcia per passare dal progetto alla realtà poteva riuscire solo se “sorretta da un’ opinione pubblica bene informata” . Nel libro inoltre viene presentato chiaramente il primo progetto e qualche successiva modifica compreso dei vari costi ai quali si andava incontro.
Si trattò quindi di un intervento diretto dal Comune di Brescia su un’ area di notevole ampiezza destinata ad edilizia pubblica( secondo il piano 167 adottato nel 1965) esteso a tutto l’ arco delle operazioni che vanno dall’ acquisizione dell’ area alla definizione tipologica degli edifici. Numerosi dibattiti avvennero all’ epoca tra chi considerava il quartiere un “Ghetto”, non sia altro che il “parto delle velleità di successo” del prof. Benevolo, il quale trovava così la sua “grande occasione”( arch. Fedrigolli), e chi difese l’ intervento considerandolo “occasione di civiltà urbanistica”(geom. Lovatti).
Quest’ ultimo mostrò, a difesa del suo pensiero, le principali motivazioni di San Polo: dal momento che Brescia, come la maggior parte delle città italiane si era sviluppata in modo disordinato e senza alcuna programmazione( i privati, infatti, decidevano come, quando e dove costruire e il Comune non poteva fare altro che inseguirli con opere di urbanizzazione), era necessario inserire nella periferia una programmazione organica e razionale.
San Polo nacque con l’ idea di costituire un particolare rapporto tra numero di abitanti e dotazione di aree riservate a verde pubblico, suole e servizi sociali (ossia gli “standard urbanistici”): per ciascun abitante erano infatti previsti 50 mq di verde pubblico, 9 mq di strade(principali e di quartiere), 18 mq di servizi pubblici…Il geom. Lovatti, nell’ articolo del “Giornale di Brescia” pubblicato nel ’76 mette in evidenza un altro aspetto positivo: dal punto di vista economico, questa esperienza era un “risparmio, non uno spreco di pubblico denaro”. Questo era vero poiché dopo un certo numero di anni, con il riciclaggio delle aree urbanizzate, l’ operazione diventava attiva e inoltre c’ era il vantaggio della concentrazione di cantieri edili che consentì la realizzazione di economie di scala.
In programma c’ è inoltre la futura metropolitana che prevede ben tre fermate all’ interno del quartiere: San Polo Parco (con la stazione a raso), San Polo Cimabue (in trincea coperta), e San Polino (su viadotto).
Il settore di San Polo comprende un parco urbano posto al centro del semiarco descritto dalle Unità, una zona sportiva, una zona ospedaliera e un gruppo di scuole medie superiori.
Alla luce dell’ evoluzione nella composizione sociale avvenuta a cavallo del XX e XXI secolo, principalmente con il forte flusso migratorio da paesi extra-comunitari, la qualità della vita, per i residenti negli alloggi collocati negli edifici a torre, specialmente nelle Torri Tintoretto e Cimabue, ha visto una pesante involuzione. Questo ha fatto sì che si verificasse una pesante condizione di disagio abitativo. Per risolvere tale situazione il Comune ha deciso di avviare esperienze di “portierato sociale”, da sviluppare attraverso iniziative mirate di individuazione di criticità e di accompagnamento, e si è pensato di intervenire anche strutturalmente e architettonicamente sulla forma stessa delle Torri. Per la riqualificazione sono state valutate numerose modalità di intervento tecnico, tra le quali non sono escluse quelle più radicali di parziale o integrale demolizione dei corpi di fabbrica in questione.
Bibliografia
L.Benevolo, Brescia S.Polo: un quartiere di iniziativa pubblica, Morcelliana, Roma, 1976.
A. Carini, M. Ciammitti, R. Farina, A. Guidotti, E. Lomi, A. Masè, F. Nuti, G.Trebbi, "Housing in Europe", SAIE-Salone Internazionali dell’ Industrializzazione Edilizia, Ed. Luigi Parma-Bologna.

“Giornale di Brescia”, 12 Dicembre 1976, pag. 6
“Giornale di Brescia”, 26 Luglio 2008
http://www.comune.brescia.it
http://www.lavocedelpopolo.it
Qualita' progettuale - componenti del progetto urbanistico
Urbanistica
Il progetto di L. Benevolo, per questo quartiere a funzione prevalentemente residenziale, si basa sull’ individuazione di “Unità di abitazione”(ripresa da Le Corbusier) ripetibili e integrate ai servizi, che costituiscono una Unità di vita privata e di relazione sociale significativa nell’ ambito dei rapporti molteplici in cui si esprime il vivere in un agglomerato urbano. Tali "Unità di abitazione” sono ripetute e integrate ai servizi.
E' presente un parco urbano posto al centro del semiarco descritto dalle Unità ed è suddiviso da uno specchio d’ acqua ricavato dal torrente Garza in una parte est a servizio del nuovo insediamento e da una parte ovest a servizio della città. Oltre al parco il settore di San Polo comprende un centro commerciale con annessa palestra e un’ innumerevoli di piccoli negozi di ogni genere: alle porte della frazione si trovano inoltre la questura, una caserma dei Vigili del Fuoco e l’ ASL. Sono presenti inoltre asilo nido, scuole materne scuole e un gruppo di scuola media superiore.
Edilizia
Le "Unità di abitazione", 9 in tutto e disposte sull’ area a semiarco, comprendono circa 500 alloggi( ciascuna contenente tra i 1800 e i 2000 abitanti) e sono articolate in tre principali tipi edilizi:la casa a schiera (2 o 3 piani), la casa alta ( 15 piani tra cui due interrati per i garage e 13 fuori terra per gli alloggi) e la casa a spina (4 o 5 piani). Quest’ ultima, che ospita al secondo piano un percorso pedonale pubblico, si presenta come l’ asse dell’ Unità: presenta poi caratteristiche intermedie tra gli appartamenti di tipo collettivo e le case unifamiliari con giardino, è il riferimento obbligato dei percorsi meccanizzati e delle zone di parcheggio (poste al piano terra), sede di attrezzature e servizi (negozi, laboratori..)e infine è il supporto dei percorsi pedonali a terra e in quota. Alle case a spina si connettono le case a schiera (ortogonalmente), la casa alta, i lotti destinati alle attività commerciali e produttive (supermercati, cinematografi, piccole officine…) e i servizi (asilo nido, scuola materna, la sala riunione, gli spazi verdi..).
La casa a spina è quindi il perno della composizione dell’ intera Unità nella quale, si è visto, risultano fortemente interconnesse tutte le attività dell’ abitare, della vita di relazione e del momento produttivo.
Infrastrutture
La viabilità, essendo differenziata, permette l’ accesso agli autobus pubblici che la collegano al centro cittadino tramite tre linee urbane (1,9,12), alle automobili che servono l’ intero settore con penetrazioni in corrispondenza delle singole Unità. L’ area è attraversata dalla strada che unisce Brescia a Mantova in direzione N-O/S-E, è collegata alla tangenziale Sud (Brescia - Venezia, viabilità di forte scorrimento) e all’ autostrada A4, essendo lo svincolo “Brescia centro” molto prossimo al quartiere. Per quanto riguarda la linea ferroviaria, Milano-Verona-Venezia, dista attualmente 4 Km, dal momento che recentemente è stata soppressa la stazione di Rezzato, molto più vicina. In programma c’ è inoltre la futura metropolitana che prevede ben tre fermate all’ interno del quartiere: San Polo Parco (con la stazione a raso), San Polo Cimabue (in trincea coperta), e San Polino (su viadotto).
Sui percorsi pedonali si è già visto di come essi occupino le Unità di abitazione a vari livelli collegandoli ai servizi e si diffondono in tutta l’ area e nel parco urbano seguendo la geometria dei sentieri rurali preesistenti.
Inquadramento aereo dell'area
Inquadramento aereo dell'area in relazione alla città
San Polo in riferimento al centro storico, alla viabilità principale e all’ espansione periferica.
Il plastico
Abitazioni (Rosso) Attrezzature sportive (Giallo) Strade carrabili (Grigio) Aree verdi pubbliche (Verde)
Planimetria di un’ unità d’ abitazione
Planimetria schematica di una Unità d’ abitazione: 1)Asilo nido 2)Scuola materna 3)Sala riunioni 4)Area verde 5)Lotti commerciali o industriali
Vista del plastico
Vista del plastico
Prospetti della casa a spina e della casa alta
Tre sezioni della casa a spina
Casa a schiera. Pianta e sezione.
Casa a spina. Pianta e sezione
Ultimo aggiornamento ( martedì 09 giugno 2009 )
 
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