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Parchi scientifici tecnologici e sviluppo urbano. Il caso di Parma Stampa E-mail
Scritto da diletta arcangeletti   
mercoledì 03 novembre 2010
AutoreDiletta Arcangeletti, Andrea Germani
RelatoreProf. Paolo Ventura
CorrelatoreProf. Michele Zazzi
Università
Data di discussione2009-07-17
Anno Accademico2008-2009
LuogoParma
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L’innovazione è alla base della competitività delle aziende italiane e dei  paesi industrializzati in un contesto globale che vede ogni giorno sempre più disponibili sui mercati prodotti provenienti da aree geografiche a basso o bassissimo costo di manodopera. Per un efficace processo di innovazione, è necessario che l’impresa possa fruire dell’informazione più recente sulle ultime frontiere della ricerca e dell’innovazione tecnologica, che sia profondamente consapevole delle esigenze del mercato, che abbia flessibilità e propensione a reagire rapidamente a stimoli ed opportunità esterni e dimestichezza con strumenti, come i brevetti, gli accordi di licenza, le joint-ventures1, che consentono di trarre vantaggio  dall’innovazione altrui e di valorizzare più rapidamente la propria. Allo stesso modo, anche presso i professionisti della ricerca (ricercatori universitari e dei centri di ricerca pubblici) vi sono intrinseche difficoltà a gestire gli aspetti applicativi delle proprie ricerche ed il conseguente impatto sul tessuto economico e sul mercato. Quindi il presupposto principale al processo di innovazione è che i vari attori possano interagire per difendere la competitività delle loro imprese ed arricchire, proteggere e valorizzare il know how2 tecnologico; un ambiente che, allo stesso tempo, permetta ai
ricercatori universitari di avere maggiori occasioni di contatto con il mondo imprenditoriale ed il mercato, di calarsi e radicarsi nel territorio, fornendo all’Università tutte le occasioni per un forte impatto sul tessuto socioeconomico. Contribuire alla realizzazione di un tale ambiente per tutti gli attori del territorio è il punto principale intorno al quale è imperniata l’attività di un Parco Scientifico e Tecnologico, che si propone di far nascere e/o crescere imprese operanti in settori ad alta tecnologia o di rafforzare il ciclo di settori maturi attraverso la creazione e l’intensificazione di una rete di rapporti per far convergere l’interesse di molteplici operatori (Università, imprese, Pubblica Amministrazione) verso comuni obiettivi di sviluppo, tutto questo attraverso un gruppo manageriale attivamente impegnato nel promuovere il trasferimento tecnologico e la capacità imprenditoriale delle aziende. Il Parco Scientifico e Tecnologico diventa in questo modo un agente di sistema in grado di creare network tra le risorse materiali e immateriali presenti nell’area e favorire uno sviluppo endogeno del territorio superiore a quello che deriverebbe dall’attività isolata dei singoli operatori. La nostra tesi, dunque, vuole essere un punto di partenza per la creazione di un Parco Scientifico e Tecnologico la cui costruzione è prevista nell’area a sud del Campus Universitario “Area delle Scienze” di Parma. L’argomento, interessante quanto complesso a causa della visione olistica del fenomeno innovativo che caratterizza questo tipo di iniziative, è stato sviluppato durante la nostra collaborazione alla stesura del Bando di Concorso internazionale di idee per la realizzazione del Parco Scientifico e Tecnologico “Città delle Scienze” e successivamente come argomento di tesi. La tesi è stata suddivisa in due parti, la prima delle quali tratta il tema dei PST dal generale al particolare, mentre la seconda parte tratta della realtà di Parma. La prima parte offre un profilo teorico sui più recenti orientamenti della letteratura sull’argomento e sulle esperienze italiane e straniere che col passare del tempo hanno raggiunto i risultati più significativi. Partendo da una prima definizione data dalla Commissione Europea nell’ambito del Programma Sprint (Programma Strategico per l’Innovazione ed il Trasferimento Tecnologico), si è preso in esame l’evoluzione che i Parchi Scientifici e Tecnologici hanno avuto nel corso di quasi mezzo secolo dalla loro prima realizzazione. Si è quindi individuato quindi il compito istituzionale che caratterizza questo tipo di iniziative, definendone gli scopi, la missione e gli obiettivi cui deve puntare la loro attività, che si caratterizza per la particolare organizzazione a rete. Dopo aver specificato la diversa struttura che possono assumere i Parchi Scientifici e Tecnologici sul territorio, variabile in dipendenza degli obiettivi che intendono perseguire i suoi promotori, ho quindi individuato i fattori che caratterizzano le iniziative di maggiore successo. La seconda parte esamina la situazione del territorio permanse, analizzando le previsioni degli strumenti urbanistici comunali e l’attenzione che il territorio rivolge alle realtà di carattere industriale presenti nella zona, studiandone la nascita, l’evoluzione, e gli eventuali motivi di abbandono. Verranno analizzate anche le esperienze già realizzate sul territorio, come la nascita del Parco Scientifico “Parma Tecninnova” e il consorzio Città delle Scienze. La parte conclusiva è la sintesi dello studio realizzato, e vede la realizzazione delle idee progettuali scaturite dall’analisi del materiale in esame. Questo porta alla stesura delle idee di massima per la realizzazione di un Parco Scientifico e Tecnologico all’interno dell’area di studio e per la messa a punto di un progetto di massima, tale da esaudire le richieste di sviluppo del territorio, sia in termine di efficienza progettuale che di impatto ambientale.

 


Tipologia tesiProgetto urbanistica
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Ultimo aggiornamento ( mercoledì 12 febbraio 2014 )
 
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