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Auroville, la città dell'aurora Stampa E-mail
Scritto da Federica Boni   
martedì 11 giugno 2013
Autore schedaFederica Boni
ToponimoAuroville
StatoINDIA
Progettista(i)Roger Anger
Iniziativapubblica
CollocazioneIndipendente
SitoPianeggiante
IdrografiaIn riva al mare
Tipologia
Abitanti2166 abitanti
Superficie1000 ha
Densità abitativa
Data progetto1965
Data costruzione1968
Data completamento

Auroville, detta anche “città dell’aurora”, è una città di recente fondazione, situata in India nel distretto di Vullupuram, nello stato di Tamil Nadu, presso la città di Puducherry.

E’ una città sperimentale voluta da Mirra Alfassa, detta Merè ovvero “la Madre”, una mistica francese seguace di Sri Aurobindo, un filosofo indiano, che dedicò tutta la sua vita alla preghiera e alla meditazione.

Auroville fu fondata nel 1968 con lo scopo di riunire persone appartenenti a diverse etnie e culture per farle vivere insieme in sintonia, per riuscire a realizzare l’unità umana.

Situata in riva al mare e con una dimensione di 10 km², la città doveva contenere circa 50000 persone, anche se attualmente ce ne sono 2200 di cui un quarto bambini, provenienti da 35 diverse nazionalità, circa 30% indiani, 20% francesi, 15% tedeschi, 4% americani e 3% inglesi.

Proprio a causa di questa molteplicità di nazionalità presenti, le lingue parlate in Auroville sono differenti.

Il clima ad Auroville è torrido ed equatoriale per tutto il corso dell’anno tranne nel periodo dei monsoni quando piove per intere settimane. Le precipitazioni di solito avvengono tra maggio e luglio, denominate “monsone di sud-ovest”, e si manifestano come temporali serali. La pioggia che cade tra ottobre e dicembre è chiamata “monsone di nord-est”.

L’umidità è molto elevata, durante tutto l’anno, in media il 75%, ed è dovuta alla temperatura molto alta e all’assenza di vento. In primavera, nelle ore serali la temperatura scende, mentre l’umidità si alza, oltre l’88%; solo in estate, nei pomeriggi in cui soffia un po’ di vento, l’umidità si abbassa fino al 28%. In inverno invece l’umidità arriva anche al 100% e spesso vi è la presenza di banchi di nebbia.

Il vento ad Auroville è presente solo nei pomeriggi d’estate o durante i cicloni.

 

Nel 1960 Mirra Alfassa fece il primo progetto riguardante l’ecovillaggio di Auroville, in un’area ai tempi completamente deserta, con un diametro di circa 3 km, che è stata completamente riforestata; il progetto era un semplice fiore a quattro petali, dove ogni petalo era separato dall’altro e ognuno aveva la sua funzione ben distinta dalle altre (industriale, residenziale, culturale e internazionale), tutt’intorno doveva esserci una “cintura verde” di foreste e fattorie, utile a proteggere  la città e a fornire cibo a coloro che vi abitavano.

Al centro della città si trova l'Area della Pace, che comprende il Matrimandir ed i suoi giardini, l'Anfiteatro con l' Urna dell'Unita' Umana contenente il terreno proveniente da 121 nazioni e 23 stati dell'India, ed un lago che aiuterà a creare un'atmosfera di calma e serenità e che servirà da area di riserva d'acqua per la falda idrica.

La zona residenziale è la più grande delle quattro zone cittadine, comprendente 189 ettari, e' circondata da parchi a nord, sud ed ovest. L'accesso principale alla zona è attraverso il raccordo stradale con un'ulteriore distribuzione del traffico attraverso cinque strade radiali che dividono la zona in altrettanti settori di crescente densità abitativa. Questa zona vuole fornire un habitat ben integrato tra abitazioni individuali e collettive. Il 55% dell'area è verde, e solo il 45% è edificato, creando cosiì una densità urbana in equilibrio con la natura.

La zona industriale è la più piccola delle quattro, ha un’estensione di 109 ettari e si trova a nord della’Area della Pace, ha un gran numero di canyon e un terreno ricco, coltivato negli anni. Ci sono aziende agricole, aree industriali ma anche alcune residenze e una scuola di equitazione; è molto difficile aprire una nuova fabbrica in quanto ci sono problemi di natura economica ma anche ambientale ovvero non ci sono scarichi fognari adeguati e inoltre non vi è una strada di accesso asfaltata quindi è difficile  spostarsi e trasportare il materiale.

La zona internazionale è caratterizzata soprattutto da punti di aggregazioni, luoghi di meditazione ma anche luoghi dove confrontarsi ovvero dei grandi padiglioni appartenenti a diverse nazioni.

Nella zona culturale sono collocate le sale espositive, l’auditorium, le scuole primarie e secondarie, un centro giovanile e il Kalabhumi, ovvero un insediamento di artisti, composto da monolocali suddivisi per materia (scultura, pittura, poesia, recitazione..).

La green belt, ovvero l’area verde, è suddivisa in tre zone, una per l’agricoltura, una per l’allevamento e una per le aree boschive. La parte occidentale della cintura verde è quella in cui vi è una grande presenza di canali, vi è quindi l’area destinata all’agricoltura dove, in futuro saranno presenti numerose aziende agricole. La parte orientale, caratterizzata dalla presenza di numerosi alberi fitti, agisce come una barriera contro i venti provenienti dalla costa; una parte di quest’area sarà in futuro destinata a spazi ricreativi all’aperto. La cintura verde costituisce un esempio ben riuscito di trasformazione di un territorio desertico in un vibrante eco-sistema. La sua futura estensione con ulteriori 800 ettari, la renderà un'eclatante dimostrazione di conservazione del suolo e dell'acqua, di ricarica della falda acquifera, e di recupero ambientale.

Il piano di Mirra Alfassa fu rielaborato dall’architetto francese Roger Anger che progettò nei tre anni successivi una galassia a forma di voragine con al centro un edificio sferico, il Matrimandir, terminato nel 2008, rivestito in foglia d’oro con in mezzo un grande anfiteatro dove la popolazione poteva recarsi a pregare e meditare e dov’era garantito il silenzio; all’interno tutto è bianco, non ci sono quadri, ma nemmeno fiori, o profumi di incensi, tutto deve dare un senso di libertà, non vi devono essere costrizioni o obblighi di nessun tipo; l’area tutt’attorno era denominata “zona della pace”; all’interno del Matrimandir vi è una rampa a spirale che sale verso l’alto e che porta ad una camera di lucido marmo bianco denominata “luogo dove ritrovare la propria coscienza”. I raggi di sole e le energie cosmiche provenienti dall’unica apertura situata  allo zenith, cadono perpendicolari su una grande sfera di cristallo di 70 cm di diametro posta al centro della sala circolare. Il Matrimandir, non è simbolo di nessuna religione, secondo la visione della Madre infatti, è proprio il ruolo che è stato dato alla religione negli anni che ha rovinato la società.

All’inaugurazione della città hanno partecipato membri di 124 nazione, proprio in quel momento Mirra Alfassa ha descritto la sua carta nella quale sono esposti i 4 punti fondamentali della vita della città:

1.     Auroville appartiene a nessuno in particolare . Auroville appartiene all'umanità nel suo complesso. Per vivere ad Auroville si deve essere il servitore della “Coscienza Divina”.

2.     Auroville sarà il luogo di un'educazione senza fine, di un progresso costante.

3.     Auroville vuole essere il ponte tra il passato e il futuro. 

4.     Auroville sarà un luogo di ricerche materiali e spirituali per una incarnazione vivente di una vera unità umana.

Dal 1968, anno di fondazione, molte sono state le trasformazione della città, dovute al passaggio di popolazione proveniente da diverse parti del mondo e per questa ragione con abitudine, modi di vivere molto differenti che hanno contribuito a rendere la città multietnica.

Ad Auroville non ci sono regolamenti edilizi, quindi questa libertà di costruire senza norme da rispettare ha attirato architetti da tutte le parti del mondo, queste presenze così diverse si ritrovano nei modi di costruire ampliamente differenti e dovuti a culture eterogenee. Tra le varie cose che sono state fatte da architetti provenienti da altre parti del mondo, c’è stata la costruzione di sistemi integrati di raccolta di acqua piovana per uso domestico, impianti di trattamento delle acque e l’integrazione di sistemi di energia rinnovabile per il fabbisogno energetico.

Gli edifici costruiti nella prima decade sono fatti in materiali vernacolari di Casurina, keet, foglie di palma e paglia. In seguito, la spinta a sperimentare dovuta dalle numerose visite si stranieri ha fatto in modo che venisse fondata “Auromodèle” ovvero una zona riservata a mostre di architettura, in cui l’idea di abitazione è diversa dal principio adottato ad Auroville fino a quel momento, ovvero che quattro mura e un tetto potessero fare una casa. Grazie a questo cambiamento, negli anni 70 e 80 iniziarono nuovi esperimenti sui materiali, come il ferro cemento  e sulle tecniche costruttive, come l’utilizzo di terre compresse per la costruzione di muri portanti.

La città è suddivisa in piccoli quartieri, a  seconda della zona in cui ci si trova cambiano gli usi e i modi di vivere, un esempio significativo è la comunità “Adventure” nella quale gli alloggi più frequenti sono quelli denominati “capsule”, fatti di legno con il tetto di foglie di palma o cocco, aperti su quattro lati con porte triangolari. Alcune abitazioni hanno il “dojo” esterno, o una cucina o un laboratorio, tutti tenuti a una certa distanza e immersi nel verde. Ci sono poi degli spazi in comune a più abitazioni, come la cucina,un ufficio in muratura, un dojo detto “Ganesha” dove la comunità si riunisce a pregare, a meditare, a cantare e a fare lo sharing settimanale ovvero una pratica fatta dopo cena che consiste nella condivisione delle esperienze personali con gli altri partecipanti a questo rito, ovvero nell’aprire il proprio cuore agli altri sotto forma di umile insegnamento.

In un’altra zona di Auroville, le case sono fatte in mattoni al piano terra, mentre al piano superiore in legno, con un terrazzo e coperte da foglie di cocco, il bagno e la cucina sono esterni e in comune con altre abitazioni; l’energia è fornita solo dai pannelli solari e non vi è l’utilizzo di elettrodomestici di grande dimensione. In quest’area ad ogni cittadino è consentito cambiare il nome, e prendere quello di alcune divinità Hindi.

L’economia in Auroville è basata sul lavoro svolto da tutti i cittadini e dagli scambi che vengono fatti, non esiste la proprietà privata e quindi ogni oggetto appartiene alla comunità.

Auroville è stato concepita come una città in cui l’arte sarà un mezzo e un’espressione dell’essere umano, vi sono infatti praticati diversi tipi di arte, ovvero la pittura, la musica, la poesia, la danza, lo yoga e il tai chi, ovvero l’ascolto interiore.

L’organizzazione interna, nella città di Auroville è stato fin dal principio un grande problema, in quanto la comunità, suddivisa in gruppi di lavoro, deve decidere a chi affidare maggior autorità, per questo motivo, molto spesso vengono svolti incontri nei quali discutere sulle problematiche della città, ciò avviene dal 1969 e, in modo più frequente dal 1975. Gli incontri si svolgevano nel Pour Tous, ovvero l’ufficio centrale; man mano che la popolazione è aumentata, non è stato più possibile un unico incontro per tutta la popolazione, quindi sono state fatte più assemblee e il presidente di ognuna è entrato a far parte del Nuovo Consiglio Direttivo di Auroville. Nonostante ci siano molte persone potenti ad Auroville, a nessuna spetta il potere assoluto, non vi è quindi un governatore generale.

Bibliografia
- B. Bartoli, India: la città mondiale di Uroville: il racconto, Alinea, Firenze, 2004 - M. Miles, Urban Utopias, Routeledge, NY, 2008 - www.auroville.org - www.sriaurobindoyoga.it - www.aliceki.com - www.auroville.com
visione complessiva
suddivisione in zone
localizzazione
sri Aurobindo Ashram
abitazione tipo
Ultimo aggiornamento ( giovedì 06 marzo 2014 )
 
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