INTRODUZIONE

All'inizio del 1900, Manerbio e i Comuni della Bassa bresciana erano ancora realtà prettamente agricole e l'espansione delle città era molto lenta. Nel 1908 Manerbio conobbe gli effetti della rivoluzione industriale, arrivata in Italia in ritardo rispetto a nazioni europee molto più avanzate economicamente quali Gran Bretagna, Francia e Germania. In quell’anno venne acquistata da una società francese una vasta area a nord ovest del centro storico, nella quale la società fece costruire il primo capannone atto alla lavorazione della lana. Fu solo con l'arrivo dell'imprenditore veneto Gaetano Marzotto e della sua idea di città sociale che il volto urbanistico di Manerbio cambia aspetto grazie alla costruzione di varie architetture residenziali e collettive. A seguito della cessazione della produzione industriale del lanificio, il complesso industriale è caduto completamente in disuso mandando in degrado gli edifici industriali e tutte l’area ai 90.000 m2. Oggetto dei questa tesi sarà quindi capire quali linee guida siano più propense da seguire per poter ridare un nuovo volto al Comune di Manerbio rivalorizzando le zone e gli edifici degradati che Marzotto ha lasciato in eredità ai giorni nostri, proprio come fece egli stesso all'alba degli anni '30. Grazie all’ausilio delle direttive dettate dalla carta Audis riguardo gli obiettivi da raggiungere in tema di riqualificazione urbana e ai nuovi strumenti urbanistici comunali, si cercherà quindi di rivalorizzare al meglio il vuoto urbano e ridarlo ai cittadini manerbiesi.