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La conservazione del giardino contemporaneo. Un itinerario critico sull'opera di Pietro Porcinai in Stampa E-mail
Scritto da Damianos Damianakos   
giovedì 30 aprile 2015
AutoreAnnalisa Leoni
RelatoreProf. Marco Cillis
CorrelatoreProf. Paolo Ventura
UniversitàUniversità degli studi di Parma
Data di discussione2015-04-23
Anno Accademico2013/2014
LuogoParma
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ABSTRACT


Questo elaborato mira a delineare la figura di quello che può essere considerato il più grande paesaggista del Novecento. Pietro Porcinai (1910-1986) rappresenta uno degli esempi più significativi di mediazione tra tradizione e innovazione in un contesto, quello italiano degli anni Cinquanta e Sessanta, nel quale la composizione paesaggistica era considerata arte minore. Attraverso lo studio delle sue opere, analizzando la sua formazione e il contesto nel quale ha operato, si e cercato di acquisire gli strumenti necessari per proporre una ricostruzione critica dei progetti realizzati in provincia di Parma, effettuata grazie all'analisi di documenti e tavole progettuali conservate nell'Archivio di Villa Rondinelli, sulle colline tiesolane. Il linguaggio formale di Pietro Porcinai e denso dei riferimenti dei grandi paesaggisti del Novecento europeo, durante i suoi numerosissimi viaggi all'estero entra in contatto con personalità tra le quali Gustav Ltittge, Gerda Gollwitzer, René Pecheré, Russel Page, Geoffrey Jellicoe. Il suo lavoro si inserisce in un contesto non ancora del tutto maturo dal punto di vista della produzione paesaggistica, ancora molto radicata agli elementi classicheggianti del paesaggio e della tradizione dei giardini romantici dell'ottocento. Attraverso i suoi numerosi scritti si batterà a lungo contro quei dogmi imposti dal mondo accademico e per questo motivo si occuperà spesso della realizzazione di giardini per la committenza privata, eapace di riconoscergli la massima libertà espressiva. Egli riteneva che la stessa attenzione che si presta alla composizione della casa debba essere riservata alla realizzazione dei giardini. Il giardino non è visto come un luogo a sé stante, ma come prosecuzione dell'ambiente domestico, in totale armonia con esso e con l'ambiente naturale nel quale si inserisce. A Parma Porcinai si confronta, a partire dagli anni Quaranta fino agli anni Sessanta, con numerosi progetti di giardini legati a contesti privati e qualcuno legato ai contesti industriali, commissionati da facoltosi committenti appartenenti al mondo dell'imprenditoria. Attraverso l'analisi di tali opere, é stato possibile analizzare i principali elementi caratteristici della progettazione del paesaggista anche in relazione alle diverse categorie interpretative riferite all'evoluzione stilistica che ha caratterizzato l'intera sua produzione. Lo studio degli elaborati grafici originali e della documentazione dell'epoca, ricavata dall'Archivio di Villa Rondinelli, ha permesso di ricostruire l'impianto dei giardini, che è stato successivamente verificato attraverso visite sul campo. L'analisi non si é limitata alla interpretazione delle indicazioni di progetto, ma ha definito la relazione con la città rispetto al rapporto con il contesto, naturale e urbano, sono inoltre state date alcune interpretazioni sullo stato di conservazione e sulle eventuali, e in qualche caso necessarie, forme di tutela da adottare per la salvaguardia di un patrimonio storico e artistico così importante. ln particolare é stato effettuato un rilievo puntuale sul giardino di Viale Toschi volto a constatarne lo stato di conservazione e quindi proporre interventi per il ripristino e la conservazione dello stato originale del giardino.



 


 




Tipologia tesiPianificazione paesistica
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Ultimo aggiornamento ( giovedì 30 aprile 2015 )
 
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