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Zac Bercy Stampa E-mail
Scritto da alessandro   
domenica 20 luglio 2008
Autore schedaAlessandro
ProgettistaJEan Pierre buffi
Anno di Progettazione1973 - 1978
Anno di RealizzazioneInizio 1988 – fine 1992
PaeseFRANCE
Committenza/Soggetti promotoriGruppo DAU (Direction de l’amenagement urbain et de la construction de la ville de Paris) e del gruppo APUR.
Strumenti urbanistico
Dati quantitativi
Popolazione insediata3000 ca. abitanti
Superficie territoriale (St) mq
Superficie o volume utile edificati (Su)50 ettari di territorio ca. mq o mc
Superficie fondiaria (Sf) mq
Superficie coperta residenziale (Scr) mq
Superficie delle strade mq
Superficie dei parcheggi pubblici2700 ca. mq
Superficie dei servizi pubblici2 scuole materne, 1 centro formazione, 1 asilo nido, 1 palestra, 1 museo. mq
Superficie del verde pubblico attrezzato13 parchi pubblici in riva alla Senna. mq
Numero alloggi (reali o presunti)
Superficie delle attivita commerciali45000 mq. (i negozi sono principalmente al piano terreno degli edifici) mq
Superficie delle attivita direzionali80000 mq. mq
Superficie delle attivita ricettive620 stanze hotel, cinema, residenze ospedalizzate. mq
Superficie delle attivita artigianali e industriali150000 mq. mq
Densità abitativa
Descrizione sintetica generale

Il nuovo quartiere di Bercy è situato nel XII arrondissement lungo la Senna ed occupa circa una cinquantina di ettari, di cui tre quarti costituiti dai vecchi depositi vinicoli, presenti sul sito da oltre un secolo. Fin dagli anni settanta questo settore è destinato dai piani urbanistici ad essere trasformato in un parco, circondato da un quartiere con residenze ed attività miste, accanto a grandi attrezzature pubbliche, in prossimità del Boulevard de Bercy.
È un progetto molto importante in quanto è in netto contrasto con la ricchezza del contesto circostante in quanto il sito (di rilevanza storica) è circondato da tracciati che ne avevano marcato la morfologia, fitto da una vasta rete di strade, sottolineate da allineamenti arborei (oltre 500 platani più che centenari), un intrico di piccole costruzioni (i capanni per la degustazione del vino) che con ambienti di grande suggestione formavano un quartiere un po defilato dalla città e bordato dal fiume.
Fra il 1973 e il 78 vengono messi a punto, con il coordinamento della DAU e dell’ APUR una serie di programmi che, attraverso la declinazione del binomio parco/lottizzazioni, permettono di precisare gradualmente gli elementi di un preliminare progetto urbano e di stabilirne con esattezza i differenti contenuti. Il progetto prende progressivamente forma attraverso una serie di operazioni di prestigio realizzate in immediata prossimità, come il Palais Omnisport di Parigi-Bercy nel 1979, il ministero delle Finanze nel 1981, la Zac Corbineau-Lachambordie nel 1985, il Centro Internazionale Agro Alimentare nel 1986, il concorso per il parco 1987.
Nel 1988 il Consiglio Municipale di Parigi delibera la creazione della Zac Bercy.
La forma rettangolare del parco determina la direzione principale e afferma l’identità del sito, bordato a nord dal ministero e dal Palais Omnisport, sottolineato dai lungosenna e dal disegno della Zac che, disposto parallelamente, ne accentua la tensione longitudinale. Gli edifici sono disposti in maniera continua al centro del parco e ospitano funzioni miste, residenze, attività, terziario, attrezzature di quartiere, coronate dal Centro culturale americano, opera dell’architetto F.O. Gehry.
La rete stradale preesistente costituisce il canovaccio per tessere una trama rigorosa di spazi pubblici, articolati secondo due direzioni: quella ortogonale delle strade e quella obliqua e più stretta delle strade che una volta collegavano i depositi vinicoli.
Dopo l’approvazione del Paz, il Plan d’Amenagement de Zone, il comune incarica del coordinamento due architetti per affiancare la Semaest nella sistemazione di questo nuovo brano di città.
All’architetto Jean Pierre Buffi viene affidato il compito di garantire una coerenza d’insieme, pur consentendo soluzioni architettoniche differenziate, e Muriel Pages, che faceva parte del gruppo vincitore del concorso del parco, alla quale le viene chiesto di occuparsi dell’insieme degli spazi pubblici, affinchè questi non siano più uno scampolo dell’edificato ma tornino ad essere di nuovo la struttura urbana portante attraverso cui la città si esprime.
A partire dal 1988, Jean Pierre Buffi lavora in stretta connessione con il direttore della Semaest per assicurare il massimo della coerenza dell’insieme urbano. “Si trattava di andare al di là del tradizionale lavoro di ridisegno di alcuni isolati nei quali ogni architetto interviene liberamente secondo un capitolato che specifica soltanto le altezze massime, le densità, gli allineamenti. Il nostro approccio ha comportato la definizione di regole severe, riferite alla morfologia degli edifici, alla presenza di funzioni miste (negozi, alloggi, attività) nonché allo statuto degli spazi a piano terreno”.
Ogni progettista ha impostato, dunque, il proprio lavoro da vincoli ben precisi. “Si trattava di riuscire a creare un quartiere, continua Buffi, dove le differenze sociali non si leggessero in facciata o nel trattamento degli spazi condominiali”.
Ogni progettista ha ricevuto l’incarico di realizzare un brano urbano con edifici disposti sia sul fronte del parco che sul filo stradale retrostante, in maniera tale da includere anche vuoti, i cortili, le cesure, i giardini semi-privati, rendendo possibile in tal modo la gestione di rapporti da facciata a facciata. La ripartizione degli incarichi, senza dubbio in abituale, risponde più ad una logica morfologica cha a principi amministrativi o commerciali. L’unità d’insieme è rafforzata da alcune direttive molto dettagliate, come ad esempio, l’utilizzazione di un unico rivestimento per le facciate in pietra bianca, mentre l’autonomia dei singoli volumi è rigorosamente contenuta da alcuni orientamenti vincolanti, come i percorsi orizzontali per collegare i differenti edifici, i ballatoi al primo livello e le logge a quelli superiori. A queste si sono aggiunte altre regole, come il disegno delle ringhiere, l’utilizzazione obbligatoria degli infissi esterni in alluminio laccato nero, il trattamento in vetro agli angoli dei murs pignons,senza le quali, secondo Buffi, sarebbe stato come lasciare eseguire il progetto ai promotori.
Il risultato è convincente ed è difficile riconoscere, a partire da una facciata, dove finisca l’opera di un architetto e comincia quella di un altro. In totale si tratta di cinque isolati organizzati in forma di U, aperti sul parco e continui sulla strada. Accanto agli edifici in linea si innestano le palazzine, due per ogni isolato, che consentono di realizzare una grande fluidità tra gli spazi verdi privati, all’interno, e il loro prolungamento verso le piantumazioni del parco. Questi tagli tra gli edifici si richiamano ai principi del verde e della luce, sebbene i patii siano un po esigui nel rapporto tra superficie e altezza degli edifici, mentre la rivisitazione degli isolati discende direttamente dalla tradizione urbana parigina del XIX secolo.
Per garantire la varietà in presenza di una certa unità, l’architetto coordinatore ha predisposto, come già era consuetudine nelle Zac parigine, un capitolato urbanistico ed architettonico, sia per l’insieme dell’intervento che per ogni singolo lotto. Da qui i progettisti hanno preso spunto per modellare, scavare, aprire viste oblique o passanti, scolpire balconi, concordare tra di loro la posizione di qualche finestra per evitare l’introspezione negli appartamenti e al contempo garantire la massima apertura verso l’esterno.
Dal momento che molti parametri erano imposti, come le altezze, i materiali, le tipologie, le libere scelte si sono concentrate nel trattamento dei dettagli e delle coperture, forse in omaggio alla incredibile ricchezza dei tetti parigini. Si può rilevare una qualche esiguità nelle dimensioni dei volumi, forse dovuta alla forte incidenza di residenze sociali per le quali si impongono incomprimibili imperativi economici da rispettare.
Un qualche limite mostrano anche le tipologie a blocco semi-aperte, in quanto le aperture verso il parco non sono sufficientemente generose, mentre i cortili sono piuttosto angusti e, invece di aprirsi verso il verde, rischiano di rinchiudersi su se stessi. Sulle strade laterali, il passo degli edifici rimanda alle forti densità urbane, mentre uno degli obiettivi di progetto risiedeva al contrario, nella costruzione di alloggi in simbiosi con il grande polmone verde del parco.
L’insieme è, comunque, gradevole e alcune idee particolarmente riuscite si trovano ad esempio, nelle facciate degli edifici che presentano una sorta di domesticità urbana su entrambi i fronti, evitando così un’abusata dicotomia tra facciata di prestigio su strada e facciata interna, a favore di un sapiente controllo degli spazi pubblici e semi-pubblici.

Bibliografia
Zac Seine-Rive Gauche, la nuova biblioteca e il suo quartiere, in “EDILIZIA POPOLARE”, n. 257/258, 1998. L’ARCHITECTURE D’AUJOURD’HUI, n. 294.
Qualita' progettuale - componenti del progetto urbanistico
Urbanistica

Per quanto riguarda le residenze il progetto iniziale prevedeva in totale 860 alloggi, 340 PLA (pret locatif aidé) e 150 liberi. A lavori ultimati sul fronte del parco, si contano 350 alloggi sociali in locazione, 360 agevolati e 150 a libero mercato. La seconda fila di edifici completa la Zac portando gli alloggi a 1200 unità.
Per gli spazi pubblici troviamo passeggiate sui bordi della Senna e un totale di 13 aree verdi attrezzate pubblicamente.
Per quanto riguarda lo spazio pubblico edificato troviamo la presenza di scuole, asilo nido palestra e un museo.

Edilizia

Dal punto di vista della differenzazione delle varie tipologie di edilizia, il sito preso in esame racchiude in sé quasi tutte le tipologie sia per una destinazione privata che pubblica.
Troviamo infatti edilizia residenziale, edilizia per il settore terziario (attività industriali, commerciali, ricreative…), edilizia rivolta al servizio pubblico come le scuole e lo spazio verde attrezzato.

Infrastrutture

Nuova linea metropolitana veloce METEOR con stazione all’incrocio fra la rue de l’Ambrosie e la rue Francois Truffault, potenziamento della rete di autobus.

Ultimo aggiornamento ( giovedì 15 dicembre 2011 )
 
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