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Quartiere IPES Stampa E-mail
Scritto da alessandro   
domenica 20 luglio 2008
Autore schedaAlessandro
ProgettistaC.Aymonino (primo lotto), Darbourne&Darke (secondo lotto), terzo lotto ancora incompiuto, P.P.Amplatz (quarto lotto).
Anno di Progettazione1977
Anno di Realizzazione1978 (primo lotto) – 2004 (quarto lotto)
PaeseITALY
Committenza/Soggetti promotoriI.P.E.A.A. (Istituto Per l’Edilizia Abitativa Agevolata)
Strumenti urbanisticoPRG di epoca fascista e il PUC
Dati quantitativi
Popolazione insediata9.000 abitanti abitanti
Superficie territoriale (St) mq
Superficie o volume utile edificati (Su)708.509 mc. mq o mc
Superficie fondiaria (Sf)232.580 mq. mq
Superficie coperta residenziale (Scr)190.000 mq. mq
Superficie delle strade mq
Superficie dei parcheggi pubblici mq
Superficie dei servizi pubblici60.000 mc. mq
Superficie del verde pubblico attrezzato mq
Numero alloggi (reali o presunti)
Superficie delle attivita commerciali mq
Superficie delle attivita direzionali5.000 mc. mq
Superficie delle attivita ricettive mq
Superficie delle attivita artigianali e industriali8.700 mc mq
Densità abitativa
Descrizione sintetica generale

La realizzazione del quartiere delle casette semirurali ha avuto inizio nel 1935 ed arriva a quasi totale compimento nel '42, quando la crisi economica sopravvenuta con la seconda guerra mondiale non permetterà la realizzazione degli ultimi lotti. Nel 1957 con una manifestazione a Castelfirmiano contro la previsione di un nuovo e vasto quartiere popolare, la comunità sudtirolese accusa il governo italiano di continuare ad usare nella costruzione delle città gli stessi mezzi del periodo fascista e chiede con forza di non procedere a ulteriori massicci espropri di terreno agricolo di pregio a favore dell’edilizia popolare. Prende forma così l’ipotesi di demolire le Semirurali, non tanto perché gli alloggi avessero nel frattempo subito un processo di degrado particolare, quanto invece per ottenere su una vasta superficie, già di proprietà pubblica, un numero notevolmente maggiore di alloggi popolari. Il primo piano organico per la ristrutturazione delle Semirurali parte solamente nel 1976 con il piano urbanistico che disciplina la zona delle semirurali all’elaborazione di un piano di attuazione, secondo la nuova normativa provinciale. La redazione del piano di attuazione viene affidata a Carlo Aymonino, Oswald Zoeggler, Roland Veneri e Siegfried Unterberger. I vincoli stabiliti dal piano urbanistico comunale (PUC) consistevano nella destinazione d’uso (almeno il 15% della cubatura poteva essere destinato ad attività terziarie), nella densità edilizia (fissata in 3,5 mc/mq), nonché nei rapporti con il tessuto urbano circostante; non erano invece stati posti vincoli rispetto al mantenimento della struttura urbanistica ed infrastrutturale preesistente interna all’area.
Il primo lotto
Il piano di attuazione viene approvato nel 1978 e quindi l’allora IPEAA (Istituto per l’Edilizia Abitativa Agevolata) può decidere di affidare l’incarico per la progettazione esecutiva di quello che oggi viene identificato come primo lotto.
Il progetto esecutivo elaborato, pur rispettando l’impostazione planimetrica del piano di attuazione preparato da Carlo Aymonino, ha modificato e semplificato soprattutto il sistema particolarmente complesso di percorsi orizzontali e verticali, eliminando ad esempio, la galleria al terzo piano nella quale era prevista l’installazione di attrezzature di servizio, e limitando gli accessi a vani scala tradizionali.
Lo stesso IPEAA fu costretto, dopo dieci anni di attività del complesso, a chiudere i percorsi pedonali al piano terra, in quanto diventati di fatto piste per motorini e biciclette. Mentre l’architetto C. Aymonino progettava il primo lotto, iniziarono a fiorire le polemiche attorno alle scelte operate dal piano di attuazione, in particolare per quanto riguarda le proposte tipo-morfologiche, l’altezza e la compattezza dei fabbricati, la dimensione delle corti e le modalità dell’abitare suggerite dal gruppo di progettazione.
Il secondo lotto
Sull’onda della pressione e dell’impatto nell’opinione pubblica di tali critiche, rapidamente l’IPEAA decise di aderire all’idea di bandire un concorso per la progettazione del cosiddetto secondo lotto delle semirurali. Il bando ammise la partecipazione di progettisti locali oltre a sei inviti a studi di progettazione a livello internazionale: Darbourne & Dare (GB), Spengelin (D), Erskine (GB), Van Eyck (NL), Aldo Rossi (I) e Rainer (A). Oggetto del concorso era l’elaborazione di un progetto di massima (1/200) riguardante 153.000 mc, dei quali 124.000 a destinazione residenziale (per un totale di circa 400 alloggi), 2700 per attività terziarie ed i rimanenti 26.000 comprendenti una scuola elementare ed un asilo. Obiettivo del concorso era principalmente quello di ottenere una verifica delle proposte del piano di attuazione, attraverso la formulazione di alternative edilizie e urbanistiche.
La giuria stabilì per prima cosa alcuni criteri per la valutazione dei progetti: inserimento urbanistico, rapporti con il primo lotto, spazi e volumi edilizi; tipologie e qualità abitative, ottimizzazione dell’orientamento degli alloggi; livello e costi delle infrastrutture; fattori economici e flessibilità nella realizzazione.
In soli due giorni d’esame la commissione deliberò l’assegnazione del primo premio al progetto presentato dallo studio Darbourne e Darke di Londra, del secondo agli architetti Abram e Schnabl di Bolzano, del terzo al gruppo Spengelin di Bonn.
I progetti premiati contengono una gamma di proposte tipologiche e morfologiche che spaziano dalle basse e compatte case a corte degli inglesi, alle schiere porticate di Abram e Schnabl, alle casette unifamiliari racchiuse entro alte cortine edilizie di Ranier, tutto comunque in netto contrasto con il primo lotto di Aymonino.
Gli esiti del concorso e la successiva assegnazione, avvenuta nella primavera del 1981, allo studio inglese della progettazione esecutiva del secondo lotto hanno quindi certamente messo in discussione tutta l’impostazione del piano di attuazione, aprendo la discussione sulle sorti dei successivi comparti edificatori, senza peraltro giungere alla definizione di criteri nuovi o alternativi riguardanti l’organizzazione complessiva e l’assetto definitivo dell’area delle Semirurali.
Ad edificazione avvenuta, si coglie la stridente opposizione del forte contrasto formale tra le due soluzioni architettoniche, tra le ipotesi urbanistiche, tra due diversi modi di intendere e intervenire nella periferia urbana. A detta del presidente del comitato di quartiere Don Bosco, nella zona oggi, in ragione della discontinua visione che sta alla base della realizzazione del nuovo quartiere, non è stata raggiunta una sufficiente unità ed organicità: ci sono “gli abitanti delle case di Aymonino”, “quelli delle case degli inglesi” e via dicendo. Questo significa addirittura che fra edifici di una stessa via non vi è relazione di identità organica.
Il terzo lotto
Il terzo lotto è ancora oggi un incompiuto, in quanto non sono ancora state realizzate le costruzioni che ospiteranno le attività non abitative, come il complesso scolastico (30.000 mc), l’edificio per attività comunali (4.300 mc) e la palazzina destinata al terziario (6.000 mc). Tale mancanza è estremamente grave, in quanto il terzo lotto, oltre che da cerniera tra quelli realizzati e il quarto lotto, doveva costituire il cuore del nuovo quartiere ed assolvere al difficile compito di fungere da nuovo punto di aggregazione e di identità nel quartiere stesso; né la nuova chiesa progettata dall’arch. Abram, riservata alla comunità di lingua tedesca, con annessa nuova piazza, sembrano in grado di colmare questa lacuna.
Il quarto lotto
Rimaneva da progettare il quarto lotto sulla scorta dei primi riscontri degli edifici realizzati nel primo e nel secondo, l’IPEAA decise di percorrere nuovamente la strada del concorso di idee, per valutare la possibilità di una “terza via” intermedia fra le caratteristiche dei primi due lotti. Il concorsi di idee venne bandito nel 1987, su un piano di attuazione predisposto ancora dal gruppo inglese con la possibilità riservata ai concorrenti di proporre una variante al piano di attuazione. Oggetto del concorso era la parte centrale del quarto lotto, con la possibilità di estendere i concetti progettuali all’intero lotto. Il concorso, al quale vennero invitati solamente gli architetti e gli ingegneri della provincia di Bolzano, vide la partecipazione di 16 studi.
Il 22 gennaio dell’88, la giuria attribuì il primo premio all’arch. P. Amplatz, il secondo agli architetti Azzolini e Kompatscher ed il terzo all’arch. E. Plattner. Gli elaborati del progetto vincitore recepirono le prescrizioni del piano di attuazione unendo una struttura edilizia varia e differenziata. Successivamente l’arch. Amplatz venne incaricato dell’ennesima variante al piano di attuazione, l’edificazione fu suddivisa in 11 sottolotti, dei quali il principale per 187 alloggi affidato allo stesso Amplatz e gli altri 10 a professionisti locali.
Il processo di edificazione doveva però fare i conti della presenza sul lotto delle casette ancora abitate; non disponendo di alloggi liberi, l’istituto per sbloccare la situazione appaltò nel 92 il primo sottolotto con la clausola per chi avesse vinto di mettere a disposizione, per l’intera durata del cantiere un numero di alloggi nei quali spostare temporaneamente gli abitanti delle casette.
L’ edificazione del quarto lotto continuò con appalti successivi rallentati dalla difficoltà di sgomberare ed abbattere le casette ed è terminata nel settembre del 2004 con l’ultimazione dell’ultimo sottolotto, che, ironia della sorte, era proprio il progetto vincitore del concorso, i 187 alloggi di Amplatz. A edificazione avvenuta i 581 alloggi del quarto lotto costituiscono un esempio urbanistico articolato, caratterizzato da edifici di altezza variabile dai 3 ai 5 piani, che si affacciano su ampi spazi interni fra loro collegati da percorsi pedonali.
Per molti osservatori locali la ricostruzione delle Semirurali ha rappresentato un’occasione perduta per realizzare un nuovo quartiere; sono stati, infatti realizzati tre organismi separati fra loro, con caratteristiche tipologiche diverse e senza alcun collegamento. Il mancato completamento del terzo lotto, che doveva fungere da cerniera fra i primi due lotti ed il quarto accentua sicuramente l’isolamento fra i vari lotti. In effetti non è stato ricostruito un quartiere organico, ma un quartiere composto da tre diversi parti con caratteristiche urbanistiche e architettoniche completamente diverse.
Sicuramente positivo è il fatto che l’IPEAA abbia capito immediatamente che al piano originario di Carlo Aymonino fosse necessario apportare dei cambiamenti, anche se tali cambiamenti hanno fatto perdere le caratteristiche unitarie dell’intero quartiere e che anche il lotto delle case degli inglesi poteva essere migliorato; con il quarto lotto è stato raggiunto il corretto equilibrio tra pubblico e privato con un elevato grado di soddisfazione da parte degli utenti e con un arricchimento di esperienze che saranno sicuramente utili per i prossimi interventi
.

 

Bibliografia
Qualita' progettuale - componenti del progetto urbanistico
Urbanistica



Per quanto riguarda le residenze si contano ad oggi 1786 edifici realizzati. Inizialmente l’ex quartiere delle cosiddette casette semirurali comprendeva un totale di 2.300 alloggi. La volumetria esistente al gennaio del 1977 era di 102.521 mc. totali. La volumetria di progetto era di 708.509 mc. considerando un indice di fabbricabilità di 3,5 Mc/mq.


Edilizia



Dal punto di vista della differenzazione delle varie tipologie di edilizia, il sito preso in esame racchiude in sé quasi tutte le tipologie sia per una destinazione privata che pubblica. Tuttavia è prevalente lo spazio destinato alla residenza (come in origine le semirurali), non tralasciando però anche il settore terziario, troviamo edifici destinati ad attività comunali, complessi scolastici ed asili. Tuttavia il mancato completamento del terzo lotto (quello destinato principalmente alle costruzioni per le attività non abitative), tutt’ora non concluso, ha tolto un’importante punto di forza non solo dal punto di vista progettuale ma anche e soprattutto poiché non funge da elemento funzionale e di cerniera per gli abitanti insediati nelle residenze dei nuovi lotti.


Infrastrutture
Ultimo aggiornamento ( giovedì 06 marzo 2014 )
 
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