ABSTRACT

All'interno del tessuto urbano delle principali città d'Italia sono presenti e in continua evoluzione fenomeni di dismissione dei patrimoni pubblici, in seguito a ragioni legate alla crisi del settore produttivo e all'inadeguatezza tecnologica che, a partire dagli anni '70, hanno causato la cessazione e conseguente chiusura di molte attività e stabilimenti (militari, industriali, complessi sanitari) ormai consolidati dall'evoluzione urbana in ambiti semicentrali della città. La valorizzazione degli scali ferroviari (sottoutilizzati oppure dismessi) e le conseguenti rigenerazioni e trasformazioni urbane che potrebbero derivarne, sono in stretta connessione con il recupero delle infrastrutture in precedenza accennate. Il tema della dismissione e valorizzazione di tali patrimoni pubblici si trova al centro di un dibattito politico-amministrativo italiano in cui il fondamentale problema è di carattere economico, in altre parole prende sempre più campo l'esigenza di “fare cassa” mettendo in secondo piano aspetti fondamentali come la pianificazione, la gestioni di politiche urbane, i processi di valorizzazione culturale e di promozione del territorio. Le amministrazioni pubbliche hanno difficoltà nel trattare e impostare interventi riguardanti gli scali ferroviari in quanto mancano e sono poco chiare le linee guida sul loro riutilizzo o sono presenti obiettivi e progetti discordanti. Tali situazioni non possono che ostacolare e penalizzare tutte quelle iniziative imprenditoriali che possono dare nuova vita a queste porzioni di città.