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Quartiere Coopedil Stampa E-mail
Scritto da Nicolò   
domenica 20 luglio 2008
Autore schedaNicolò
ProgettistaArch. Claudio Campodonico, arch Daniele Girolimetti, (collabotore).
Anno di Progettazione1987
Anno di Realizzazione1997
PaeseITALY
Committenza/Soggetti promotoriCoopedil srl e Cooperativa Edilizia Delta 82 a r.l.
Strumenti urbanistico
Dati quantitativi
Popolazione insediata10000 abitanti
Superficie territoriale (St) mq
Superficie o volume utile edificati (Su) mq o mc
Superficie fondiaria (Sf) mq
Superficie coperta residenziale (Scr) mq
Superficie delle strade mq
Superficie dei parcheggi pubblici mq
Superficie dei servizi pubblici mq
Superficie del verde pubblico attrezzato mq
Numero alloggi (reali o presunti)
Superficie delle attivita commerciali mq
Superficie delle attivita direzionali mq
Superficie delle attivita ricettive mq
Superficie delle attivita artigianali e industriali mq
Densità abitativa
Descrizione sintetica generale

Il quartiere si trova ai margini meridionali della città di Senigallia, in provincia di Ancona, una delle realizzazioni più recenti dell’architetto Claudio Campodonico, con la collaborazione dell’architetto Daniele Girolimetti: un quartiere residenziale di circa 150 abitazioni. Il quartiere sorge in un'area periferica rimasta a prevalente destinazione agricola fino alla fine degli anni Ottanta, quando si decise di creare un nuovo nucleo residenziale, a bassa densità insediativa, per rispondere alla domanda crescente di nuove abitazioni.
Il pensiero strutturante il progetto trova un chiaro riferimento culturale nell’idea di città giardino e dell’Housing europeo; ne sono esempi illustri i quartieri razionalisti tedeschi ed olandesi degli anni Venti e Trenta.
Questi esempi sono ripresi nelle interpretazioni di Bekema e Van der Broek a Eindhoven, o quelle inglesi delle migliori new towns (Harrow, Milton, Keynes, Cumberland, etc.), fino alle recenti esperienze contemporanee spagnole, francesi ed olandesi.
I progettisti hanno rielaborato questi riferimenti adeguandoli alla realtà locale ma conservandone gli elementi e i principi fondamentali: la chiarezza dello schema compositivo ordinatore, l’equilibrio del tessuto edilizio e la varietà tipologica, che definiscono il carattere urbano del quartiere.
Quest’ultimo è infatti strutturato ed ordinato secondo una gerarchia degli assi viari che consente di concentrare il flusso viario maggiore all’esterno del quartiere, in un arteria principale di collegamento su cui si innestano, secondo una maglia ortogonale, gli assi secondari alberati di accesso alle singole abitazioni.
Due ampi spazi verdi, posti rispettivamente uno all’ingresso nord della lottizzazione e uno e l’altro in posizione centrale rispetto all’intero quartiere, costituiscono degli importanti episodi di aggregazione, in cui elementi scultorei di diversi colori (rosso, blu, giallo), si trasformano ora in luogo di gioco per bambini, ora in luoghi per la sosta. Questi spazi verdi collettivi si inseriscono nel tessuto edificato come elementi di equilibrio e di bilanciamento della varietà tipologica e, in particolare, della differente altimetria degli edifici, che decresce progressivamente dall’interno verso l’esterno del quartiere.
L’immagine del giardino si riproduce all’internodi ogni singola abitazione e si trasforma in una zona filtro tra lo spazio collettivo e quello privato. Lo spazio verde centrale, di forma rettangolare, è delimitato nei suoi lati corti da due edifici in linea che, come quinte prospettiche, inquadrano la cortina edilizia sullo sfondo.
Claudio Girolimetti e Daniele Campodonico hanno sviluppato un’attenta ricerca tipologica, individuando tre soluzioni di base che si articolano in ulteriori sottotipi a seconda del principio di aggregazione: patio, schiera-patio, schiera-linea, che nascono dalla matrice comune della casa-patio, che consente un maggior grado di domesticità e di intimità degli ambienti. L’uso di questa tipologia ha consentito di rendere indipendenti tutti gli ingressi delle varie abitazioni e di fornire ulteriore illuminazione diretta ed areazione a tutti gli ambienti interni.
I principi di aggregazione della casa patio, nelle suq varianti ad L, ad U, a T, e a patio lineare, trovano una loro ulteriore definizione nello studio della sezioni, che ha permesso di realizzare un sistema insediativo più articolato e più complesso delle singole unità.
La forza di questo progetto è insita nella costante attenzione rivolta alla qualità dell’abitare, che diviene vincolo fondamentale dell’approccio progettuale.
L’architetto si riallinea alle esperienze progettuali delle Siedlung Britz e Zehlendorf, degli anni Trenta, di Bruno Taut, e alle ricerche architettoniche che Louis Sauer ha realizzato a Philadelfia, in cui è l’abitazione, nelle sue molteplici varianti spaziali, ad assumere un ruolo primario come ruolo di relazione tra l’uomo e l’ambiente circostante.
Gli architetti affrontano il tema della residenza con spirito libero da preconcetti e ideologismi o segni alla moda, ciò gli permette di non perdere mai di vista il proprio obiettivo, ovvero progettare gli spazi della vita quotidiana, diversificandoli, articolandone le connessioni e le fonti di luce, creando così per ogni singolo alloggio una casa.
Questa qualità dell’abitare viene esteriorizzata attraverso un sistema complesso di elementi architettonici come porticati, logge, volumi a sbalzo, che in un processo di astrazione creano continue variazioni nei ritmi delle facciate dei vari edifici. E’ evidente come l’iter progettuale di questa città giardino si fondi su di un preliminare approccio antropologico attento alle esigenze del singolo individuo e che ha stimolato la realizzazione di spazi urbani diversificati.

 

Bibliografia
Alessia Ferrarini, "Casa Alloggio Quartiere", in Edilizia popolare, n. 256, pp. 40-55, 1998
Qualita' progettuale - componenti del progetto urbanistico
Urbanistica



La scelta del carattere privato dell’abitazione attraverso l’indipendenza quasi individuale degli accessi, la variabilità della dimensione e della prestazione degli alloggi, il contatto con il verde anche in quota, la varietà dei gradi d’integrazione, sono stati i presupposti attraverso i quali si concretizzano gli assunti iniziali. Un asse principale a monte, parallelo alla strada di connessione con l’intero comparto edilizio delle Saline, costituisce il nerbo strutturale di un sistema ortogonale viabilistico e pedonale di servizio al quartiere. Su tale sistema connettivo, aperto a Nord-Ovest e a Sud-Est e in attesa di integrarsi con i futuri adiacenti insediamenti, si struttura una gerarchia di spazi che vanno dall’abitazione, agli spazi verdi privati, ai percorsi pedonali, alle piazzette semipubbliche, ai viali fino al grande spazio verde adibito a giardino.


Gli spazi pubblici destinati a verde e per servizi sono distribuiti in due aree di maggiori dimensioni, la prima si trova a Nord-Ovest dell’insediamento, in adiacenza del parco delle Saline, e di un’area anch’essa adibita a verde prevista dall’insediamento contiguo; la seconda è ubicata in posizione centrale rispetto al quartiere.


L’area di Nord-Ovest si articola in due settori a diversa caratterizzazione funzionale: quello verso la bretella di raccordo con la Statale Adriatica è trattato con piantumazione a boschetto, elemento di chiusura verso l’esterno, l’altro è trattato a prato rustico e vi si prevedono alcune attrezzature sportive per il gioco dei ragazzi.


L’area centrale in posizione strategica è invece intesa come vero e proprio giardino, solcato da viali alberati che attraversano i corpi residenziali longitudinali e si connettono direttamente alle residenze dei lotti adiacenti. E’ prevista al centro di questa area una piccola piazza lastricata, attrezzata per la sosta, sulla quale prospettano da un lato un padiglione da attrezzarsi a bar/negozio, dall’altro una grande vasca d’acqua inserita al centro di un piccolo anfiteatro.


Edilizia



Il sistema edilizio si struttura sulla base di tre tipi di aggregazioni che individuano settori abitativi, più o meno distinti, all’interno dello schema generale: aggregazioni a patio, a schiera, e in linea, quest’ultima è l’esito di una sovrapposizione mista delle precedenti aggregazioni. La definizione di questo tipo edilizio che trae origine dai tipi elementari di Casa Italica (Domus Pompeiana) e mediterranea in genere, ha avuto però uno sviluppo particolare nelle ricerche compiute dall’architettura contemporanea nel periodo fra la due guerre, e le prime applicazioni dagli anni Cinquanta in poi.


All’interno delle tre categorie poi, sono state proposte delle varianti tipologiche, in particolare per il tipo a patio. L’uso diffuso di questo schema abitativo costituisce l’aspetto caratterizzante l’immagine del quartiere Coopedil, sia sul piano architettonico per l’articolazione omogenea tra spazi edificati ed aree libere, sia sul piano fruitivo perché introduce una gerarchia di ambiti spaziali ch vanno dal verde privato, di uso esclusivamente interno all’alloggio, a quelli semi-pubblici di pertinenza pedonale, a quelli pubblici a livello di quartiere.


Le soluzioni abitative con patio che ritroviamo nel progetto ripropongono in qualche modo, questa processualità tipologica assumendo lo schema ad L come base di maggior impiego seguito da tre varianti a T, a U e a patio lineare.


Infrastrutture



La viabilità automobilistica è stata gerarchizzata al fine di equilibrare il livello il livello di percorrenza all’interno del quartiere pur consentendo di arrivare con le automobili agli alloggi.


Ultimo aggiornamento ( giovedì 06 marzo 2014 )
 
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